Aggressione verbale verso il datore di lavoro: niente licenziamento

Aggressione verbale verso il datore di lavoro: niente licenziamento

Cass. Civ, sez. Lavoro, 30 marzo 2016, n. 6165

Un lavoratore, ufficialmente in malattia, si recava «nella sede sociale della cooperativa per rivendicare il pagamento di alcune spettanze economiche» e, «a fronte dell’invito del presidente ad attendere la disponibilità finanziaria» della società, l’uomo proferiva «alcune espressioni sconvenienti e minacciose nel dialetto locale».

A fronte di tale comportamento il lavoratore veniva licenziato.

I giudici di merito ritenevano il comportamento «volgare e intimidatorio», una violazione piena della «relazione di subordinazione» nei confronti del «datore di lavoro».

Già in passato, invero, il lavoratore era stato sanzionato disciplinarmente per «il rifiuto di cambiare turno» e per «l’abbandono del posto di lavoro».

In particolare, i giudici di merito ritenevano grave l’espressione: “Qua dentro mi sto zitto, ma fuori parliamo da pari a pari”, rivolta dal lavoratore al Presidente della società.

La Cassazione ha, invece, dato ragione al lavoratore poiché «la pronuncia di espressioni sconvenienti» non è stata seguita dal «passaggio alle vie di fatto», ossia da alcun episodio di violenza. Il diverbio ha riguardato l’ambito esclusivamente verbale. E ciò non consente all’azienda di adottare la «misura risolutiva», ossia l’allontanamento definitivo del dipendente.

Gli Ermellini hanno precisato, inoltre, che la «gravità dell’infrazione» non può essere ricavata «unicamente dai precedenti disciplinari» del lavoratore, poiché essi «non possono essere utilizzati per dare concretezza ad un addebito del tutto inidoneo» a costituire «giusta causa o giustificato motivo di licenziamento».

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Avv. Giacomo Romano

Ideatore e Coordinatore at Salvis Juribus
Nato a Napoli nel 1989, ha conseguito la laurea in giurisprudenza nell’ottobre 2012 con pieni voti e lode, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, discutendo una tesi in diritto amministrativo dal titolo "Le c.d. clausole esorbitanti nell’esecuzione dell’appalto di opere pubbliche", relatore Prof. Fiorenzo Liguori. Nel luglio 2014 ha conseguito il diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Subito dopo, ha collaborato per un anno con l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli occupandosi, prevalentemente, del contenzioso amministrativo. Nell’anno successivo, ha collaborato con uno studio legale napoletano operante nel settore amministrativo. Successivamente, si è occupato del contenzioso bancario e amministrativo presso studi legali con sede in Napoli e Verona. La passione per l’editoria gli ha permesso di intrattenere una collaborazione professionale con una nota casa editrice italiana. È autore di innumerevoli pubblicazioni sulla rivista “Gazzetta Forense” con la quale collabora assiduamente da giugno 2013. Ad oggi, intrattiene collaborazioni professionali con svariate riviste di settore e studi professionali. È titolare di “Salvis Juribus Law Firm”, studio legale presso cui, insieme ai suoi collaboratori, svolge quotidianamente l’attività professionale avendo modo di occuparsi, in particolare, di problematiche giuridiche relative ai Concorsi Pubblici, Esami di Stato, Esami d’Abilitazione, Urbanistica ed Edilizia, Contratti Pubblici ed Appalti.

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