Catcalling: breve excursus del fenomeno

Catcalling: breve excursus del fenomeno

La molestia che in generale, viene rivolta ad una dona, per strada e che si concretizza in commenti irrispettosi prende il nome di catcalling.

Con questo breve contributo, vogliamo esaminare in breve il fenomeno.

In generale i commenti irrispettosi rivolti per strada al genere femminile, devono essere verbali, tant’è che la dottrina ha già definito il fenomeno come “molestia stradale in grado di turbare la vittima e di ledere la sua dignità[1].

Le molestie possono ricomprendere nel fenomeno, oltre alla pronuncia di frasi offensive, anche fischi, o versi, apprezzamenti lesivi dell’immagine della donna, appunto.

Il catcalling che si traduce in “chiamare il gatto”, diventa un fenomeno perseguibile se praticato da soggetti che non hanno un rapporto con la vittima.

Una condotta che la dottrina correttamente inquadra come “del tutto gratuita e ingiustificata, probabilmente retaggio di una cultura patriarcale per cui alcuni uomini si sentono liberi di poter manifestare pubblicamente i loro “apprezzamenti” senza alcuna remora e, soprattutto, senza tener conto della sensibilità di chi è bersaglio di tali sgraditi commenti[2].

Verso tale fenomeno, balzato agli onori della cronaca anche nazionale recentemente e di cui si sente ancora parlare, in via diretta la vittima ad oggi non ha tutele legali, in quanto il catcalling non è previsto come reato dalla legge, ciò però non vuol dire poter fare ciò che si vuole nei confronti della donna.

Invero, il fenomeno così come descritto, si aggancia perfettamente a quanto già previsto dal codice penale in tema di molestie e disturbi.

Analizzando infatti l’art. 660 del codice penale, si legge: “chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516”.

L’evidenza va posta proprio sul termine “petulenza”, che deve essere inteso come “arroganza, sfacciataggine e indiscrezione, e il biasimevole motivo, che indica in via residuale ogni altro movente riprovevole, sono motivi specifici della condotta, che qualificano in senso oggettivo la condotta delittuosa[3].

La dottrina, analizzando il fenomeno ha già ipotizzato inoltre, che lo stalking può configurarsi solo se “la stessa persona (o lo stesso gruppo di individui) si faccia puntualmente trovare in strada per esternare i propri disgustosi commenti, dando vita, di fatto, ad una persecuzione ai danni della vittima[4].

Il catcalling, seppur, come detto, privo di tutela codicistica, attualmente è comunque un fenomeno preoccupante.

Non si può non concordare con la dottrina che ha evidenziato subito la possibilità che tali condotte possono cagionare “un grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria[5], ed inoltre che “le conseguenze del fenomeno comportano una privazione della libertà individuale della donna, la quale intimorita, perde lo stato di tranquillità e la possibilità di circolare in serenità[6].

Nella giurisprudenza si rinviene il riferimento ai corteggiamenti non graditi, allorquando viene statuito che “integra l’ipotesi di molestia ex articolo 660 codice penale l’insistente comportamento, prolungato nel tempo, di chi “corteggia”, in maniera non gradita, una donna, seguendola in strada (sì da costringere costei a cambiare abitudini), essendo tale condotta rivelatrice di petulanza, oltre che di biasimevole motivo[7].

 

 

 

 


[1] Acquaviva M., “Catcalling: che cos’è e quando è reato”, in www.laleggepertutti.it, 5 aprile 2021.
[2] Acquaviva M., op.cit.
[3] www.brocardi.it
[4] Acquaviva M., op.cit.
[5] Ciardo V., “Il fenomeno del Catcalling”, in Diritto.it, 12 aprile 2021.
[6] Ciardo V., op.cit.
[7] C. Cass. Pen., Sez. I, sentenza n. 55713 del 19 ottobre 2017.

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Avv. Emanuele Mascolo

Dal 17 gennaio 2022 Avvocato iscritto presso il COA Trani. Dall'11 dicembre 2020 Mediatore Civile e Commerciale. Nell'A.A. 2018/2019 ho frequentato il master di II Livello in Criminologia Clinica presso Unicusano - Roma. Nell'A.A. 2017/2018 ho frequentato il master di I Livello in Criminologia e sicurezza nel mondo contemporaneo presso Unicusano - Roma. il 19.04.2012 ho conseguito la Laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli studi di Foggia. Autore di numerose pubblicazioni giuridiche nonchè relatore ad eventi e convegni giuridici.

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