Il diritto alla residenza e l’accesso alla giustizia per i senza fissa dimora

Il diritto alla residenza e l’accesso alla giustizia per i senza fissa dimora

Secondo il bilancio sociale dell’Associazione Avvocato di Strada una delle questioni cruciali riguardanti le persone senza fissa dimora ha per oggetto il diritto alla residenza.

Per chi vive in strada, per tutti coloro che passano la notte all’aperto, sotto i portici, o in un dormitorio della Caritas, per quegli uomini e quelle donne che portano tutta la loro vita in una valigia o in uno zaino, la residenza costituisce la principale delle preoccupazioni e la prima delle soluzioni.

Ma l’accesso alla giustizia per loro è difficile, è problematico, così come ogni forma di tutela dei loro diritti.

Tutelare i diritti e gli interessi delle persone senza fissa dimora, dei soggetti più deboli e svantaggiati del cittadino medio, dovrebbe costituire un obbligo per ogni sistema giuridico avanzato, che ha ragione di esistere se ed in quanto è in grado di garantire tutela anche a chi non ha gli strumenti (economici, sociali, culturali e fisici) per provvedervi.

Tuttavia, viviamo oggi in una società in cui chi non ha nulla non può pretendere nulla.

Le richieste di aiuto e di assistenza di chi non ha ricchezza non vengono accolte, non vengono nemmeno ascoltate.

I senza fissa dimora, gli immigrati, i tossicodipendenti, coloro che hanno perso il lavoro, la casa, la famiglia, considerati ai margini della società perché “artefici” del proprio fallimento, della propria condizione di “non avere nulla”.

Si è spesso portati a credere in maniera sbagliata che le problematiche giuridiche riguardanti i senza fissa dimora non esistono o sono limitate all’ambito penale poiché si pensa che gli ultimi e i disperati tendano a delinquere più frequentemente.

In realtà solo il 10% delle questioni giuridiche riguardanti le persone senza fissa dimora sono di natura penale, e di queste oltre il 13% riguarda procedimenti in cui le persone senza fissa dimora sono persone offese.

Le questioni di diritto amministrativo costituiscono il 25% del totale, quelle di diritto dell’immigrazione il 28%. È tuttavia il diritto civile, con il 37% delle pratiche, la materia in cui le persone senza fissa dimora esprimono la maggior necessità di tutela.

All’interno del diritto civile il maggior numero di richieste riguarda il diritto alla residenza.

Per le persone senza fissa dimora la residenza è la maggiore delle preoccupazioni, poiché è proprio dall’iscrizione all’anagrafe che spesso deriva l’effettivo esercizio dei diritti degli ultimi.

La residenza, spesso, costituisce la condizione necessaria per l’accesso alle prestazioni del servizio sanitario nazionale, per l’iscrizione all’ufficio per l’impiego, per la regolarizzazione delle posizioni fiscali, per ottenere i benefici previdenziali e i sussidi economici.

Spesso i Comuni prevedono, per le persone residenti, la possibilità di rimanere più a lungo nei dormitori e nelle strutture di accoglienza, ed è per questo che avere o meno la residenza può determinare se e quanto una persona può passare la notte al riparo o potrà ricevere assistenza.

Le politiche residenziali sono applicate nelle più varie modalità da parte dei Comuni. In particolare, l’omessa previsione, per molte città, della via virtuale ove i senza fissa dimora possono essere iscritti per l’ottenimento della residenza, contribuisce ad una “migrazione” dei senza fissa dimora verso i comuni più grandi ed attrezzati.

Tutto questo si sviluppa in un contesto in cui buona parte dei senza fissa dimora sono soggetti dipendenti dall’alcool, tossicodipendenti, persone con gravi patologie psichiatriche, privi di qualsiasi contatto con la famiglia, persone straniere prive di ogni mezzo.

Per chi vive per strada l’accesso alla giustizia è problematico, ed esclusa la possibilità di pagare i compensi per un avvocato, l’esercizio del diritto dovrebbe necessariamente passare per la via del patrocinio a spese dello Stato.

Per le questioni penali, tuttavia, le categorie del difensore d’ufficio e del difensore iscritto alle liste del gratuito patrocinio non sempre coincidono ed il processo a carico di una persona senza fissa dimora raramente comporta la partecipazione dell’imputato che, senza mai vedere il suo difensore, difficilmente riesce ad accedere ai riti alternativi o a richiedere, ed ottenere, la sospensione del procedimento per la messa alla prova. E il difensore, dal canto suo, si trova dinanzi alla difficoltà di rintracciare il proprio assistito in considerazione dello status di senza fissa dimora di quest’ultimo.

Alcuni Ordini degli Avvocati stanno cercando negli ultimi anni di favorire e contribuire allo sviluppo di iniziative in favore dei senza fissa dimora, altri Ordini, invece, arrivano addirittura a negare, in ambito civile, l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato alle persone senza fissa dimora, contribuendo così a creare una situazione che ha del paradossale: chi vuole agire per ottenere la residenza, deve prima ottenere la residenza. Ed in questi casi, la necessità di pagare il contributo unificato e la marca da bollo impediscono alla persona interessata di accedere a qualsiasi strumento giudiziale di tutela.

Tra i tanti compiti di un ordinamento giuridico, pertanto, sarebbe opportuno ci fosse anche la creazione (o il rafforzamento) di un sistema di tutela per chi (e oggigiorno sono in tanti, compresi cittadini italiani e non solo stranieri) resta privo di qualsiasi mezzo possa permettergli di avere una identità, di essere assistito legalmente e socialmente, di essere curato se è malato, ed aiutato se è in difficoltà. Indipendentemente dal posto in cui vive e dal volume del portafogli.


Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
Direttore responsabile Avv. Giacomo Romano
Listed in ROAD, con patrocinio UNESCO
Copyrights © 2015 - ISSN 2464-9775
Ufficio Redazione: redazione@salvisjuribus.it
Ufficio Risorse Umane: recruitment@salvisjuribus.it
Ufficio Commerciale: info@salvisjuribus.it
***
Metti una stella e seguici anche su Google News
The following two tabs change content below.

Agostina Stano

Avvocato del Foro di Milano Volontaria presso l'associazione Avvocato di Strada Onlus di Milano

Articoli inerenti