Il distacco transnazionale dei lavoratori

Il distacco transnazionale dei lavoratori

Distacco transnazionale: cos’è e tutte le novità 2018 

Per distacco transnazionale di lavoratori si intende la dislocazione temporanea, da parte del datore di lavoro (distaccante), a fronte di un interesse e sotto la propria direzione, presso un altro soggetto (distaccatario), di uno o più lavoratori, al fine di svolgere una determinata attività lavorativa, concordata e disciplinata da un contratto tra le parti.

Il distacco del lavoratore può avvenire: – tra due imprese site in Italia; – travalicando i confini, ovvero trasferendo il lavoratore in una sede sita in un Paese dell’UE (distacco transnazionale).

Con riferimento a quest’ultima ipotesi, preme rilevare che dal 1° gennaio 2017 è entrato in vigore il D.lgs. n.136/16, a tutela dei lavoratori residenti in Stati Membri dell’UE.

La disciplina, di cui al Decreto, si applica alle: – imprese di un altro Stato europeo che distaccano in Italia i propri lavoratori, a condizione che durante il periodo di distacco continui a sussistere un rapporto di lavoro tra il lavoratore distaccato e l’impresa distaccante; – imprese stabilite in uno Stato extra UE che distaccano i propri dipendenti in Italia (art. 1, co.1, D.lgs. n. 286/98).

Tra le tutele istituite, vi è quella di riconoscere ai lavoratori l’applicazione delle stesse condizioni di lavoro e di occupazione dei propri colleghi dell’impresa distaccataria.

Lo stesso vale anche per i casi di somministrazione transnazionale di lavoro.

Distacco transnazionale: le garanzie per i lavoratori stranieri distaccati 

Nel trattare del distacco transazionale, il decreto ad esame, mira a garantire a tutti i lavoratori stranieri distaccati i livelli minimi di condizioni di lavoro e di occupazione, al pari dei lavoratori che svolgono le stesse mansioni in Italia.

L’attività lavorativa svolta in Italia da un lavoratore distaccato straniero è disciplinata dalle disposizioni di legge, dalle indicazioni amministrative e dalle clausole della contrattazione collettiva italiana.

Più nel dettaglio, trattasi delle seguenti garanzie: – periodi massimi di lavoro e minimi di riposo; – durata minima delle ferie annuali retribuite; – trattamenti retributivi minimi, compresi quelli maggiorati per lavoro straordinario; – condizioni di cessione temporanea dei lavoratori; – salute, sicurezza ed igiene sui luoghi di lavoro; – provvedimenti di tutela riguardo le condizioni di lavoro e di occupazione di gestanti o puerpere, bambini e giovani; – parità di trattamento uomo/donna e divieto di discriminazioni (D.Lgs. 198/2006).

Distacco transnazionale: come funziona la retribuzione dei lavoratori? 

Per quanto concerne la retribuzione dei lavoratori sottoposti a distacco transnazionale, ciascun datore di lavoro è onerato a garantire ai propri dipendenti una retribuzione sufficiente e proporzionata alla qualità e quantità del lavoro, in ossequio al disposto di cui all’art. 36 della Costituzione.

Secondo la giurisprudenza italiana, la retribuzione sufficiente e proporzionata è quella stabilita dalle organizzazioni sindacali nel contratto collettivo nazionale di lavoro della categoria economica di appartenenza del datore di lavoro.

Per gli imponibili contributivi, invece, ai fini dell’adempimento degli obblighi assicurativi e previdenziali, vige il principio secondo il quale (art. 1, co. 1, D.l. n. 338/89 – convertito in Legge n. 389/1989) nel caso siano vigenti più contratti collettivi, nell’ambito di uno stesso settore merceologico, la retribuzione da assumere come base per il calcolo dei contributi di previdenza e di assistenza sociale non può essere inferiore all’importo della retribuzione stabilito dai contratti collettivi stipulati dalle sole organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative.

Distacco transnazionale: cos’è il sistemi imi?

Con l’acronimo IMI, ovvero “Internal Market Information”, si vuole indicare in materia di distacco transnazionale l’applicazione software, accessibile gratuitamente dalle Autorità di controllo, che ha la finalità di agevolare lo scambio di informazioni tra i Paesi dell’UE in materia di distacco transnazionale di lavoratori.

Invero, l’applicazione consente alle competenti autorità di controllo di ciascuno Stato membro, registrate e abilitate, di poter comunicare con le corrispondenti autorità degli altri Paesi UE, in modo rapido e efficiente, mediante una serie standard di domande e risposte pre-tradotte o tradotte automaticamente.

Tali domande sono volte ad acquisire le informazioni, sia sulle società che distaccano lavoratori nei Paesi dell’UE, sia sui medesimi lavoratori distaccati.

Con la recente direttiva europea 2014/67/UE, tale sistema ha subito una implementazione funzionale. Nel dettaglio, sono state attivate due nuove funzioni, circoscritte ai casi di violazione della normativa sul distacco transnazionale, ovvero: – richiesta di notifica di un provvedimento amministrativo o giudiziario; – richiesta di recupero di sanzioni amministrative pecuniarie alle autorità di altro Stato membro.

Le novità in materia di distacco transazionale 2018: la direttiva 2018/957

La direttiva europea 2018/957, di recente approvazione, ha portata innovativa in materia di distacco transnazionale, in quanto ha ampliato l’ambito di applicazione della disciplina ad esame anche alle agenzie di somministrazione che decidono di distaccare i propri dipendenti in un’impresa con sede all’interno del territorio europeo, oltre ad intervenire nel settore del trasporto su strada.

Seppur succintamente, le novità che la interessano sono:  – ratifica delle garanzie dei lavoratori, così come già menzionate al sottocapitolo 2; – accrescimento delle materie per cui si prevede l’applicazione della legge dello stato ospitante il lavoratore, includendo la disciplina in tema di alloggio, indennità o rimborso spese di viaggio, vitto e alloggio in caso di trasferte o viaggi richiesti dalla società distaccataria; – introduzione del concetto di “trasparenza retributiva”; – diminuzione da 24 mesi a 12 del periodo di distacco, con possibilità di proroga sino a 18.

La disciplina di cui alla direttiva non è immediata, in quanto gli Stati Membri sono tenuti ad adeguarvisi entro il 30 luglio 2020.


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Ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo discutendo una tesi sperimentale in Diritto Penale Tributario e ha ottenuto il Diploma di Specializzazione in Professioni Legali preso la medesima Università. Al termine del percorso post laurea ha svolto un tirocinio presso gli Uffici della Procura delle Repubblica presso il Tribunale di Palermo, ha conseguito un Diploma in Diritto Tributario Europeo ed Internazionale, ha frequentato un corso telematico in Diritto Penale Internazionale organizzato dalla School of Law della Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio (USA) e ha inoltre frequentato il Master biennale in Difensore Tributario organizzato dall’Unione Nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi. Negli anni ha maturato una specifica competenza in tema di Diritto internazionale, Diritto immobiliare Diritto tributario, Diritto dell’Immigrazione, nonché in tema di reati fiscali ed reati economici. Approfondito il settore dell'assistenza alle imprese e specificamente dell’auto-imprenditorialità (valido strumento per la creazione di opportunità professionali giovanili), fornisce specifica assistenza in tema di Start-up, Start-up innovative ed internazionalizzazione delle PMI, in stretta correlazione con la nuova normativa italiana in tema di microcredito e mentoring. Di lingua madre italiana, parla fluentemente la lingua inglese e conosce la lingua francese.

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