Il divieto di licenziamento per causa di matrimonio si applica anche al lavoratore uomo?

Il divieto di licenziamento per causa di matrimonio si applica anche al lavoratore uomo?

Alla domanda posta come titolo del presente articolo ha dato risposta una recentissima sentenza della Suprema Corte, depositata il 7 giugno scorso (n.15515/2019).

Il lavoratore aveva impugnato dinanzi alla Corte di Appello di Bari, la sentenza emessa dal Tribunale di Foggia avente ad oggetto l’impugnativa del licenziamento irrogatogli il 31 marzo 2015, a seguito di contestazione della mancata giustificazione dell’assenza da lavoro per il periodo 18 settembre-18 ottobre 2014, nonché per aver prodotto a supporto della sua assenza una documentazione non veritiera.

Il lavoratore ricorre in Cassazione con ben quattro motivi di ricorso. In particolare, col quarto motivo di ricorso il lavoratore sosteneva che essendo il licenziamento intervenuto entro l’anno da quando egli aveva contratto matrimonio lo stesso doveva considerarsi nullo: la presunzione di nullità del licenziamento irrogato in tale periodo per la lavoratrice madre si sarebbe dovuta estendere, infatti, anche al lavoratore uomo. Inoltre, tale presunzione sarebbe superabile solo ove il datore desse prova che il licenziamento non è stato irrogato per causa di matrimonio, ma per una giusta causa riconducibile a colpa grave del lavoratore. Nel caso di specie, tuttavia, il lavoratore veniva licenziato per giustificato motivo soggettivo e con preavviso.

La Suprema Corte ha respinto il motivo di doglianza in quanto dall’analisi dell’art. 35 del D.lgs. n. 198/2006 (codice delle pari opportunità) emerge che la nullità del licenziamento, intimato a causa di matrimonio, vale solo per le lavoratrici madri. Tale limitazione non è motivo di discriminazione di genere, ma trova la sua ratio nella preoccupazione del legislatore di prevedere misure che garantiscano alla donna la possibilità di coniugare il diritto al lavoro con la propria vita coniugale e familiare. Inoltre, la tutela delle lavoratrici madri è fondata anche su una pluralità di principi costituzionali.


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Giuseppe Di Micco

Formazione Giuseppe Di Micco (1986), Avvocato e Ph.D. Ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza (LMG/01) con votazione 110 e lode discutendo una tesi in diritto canonico. Durante la pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, ha continuato a coltivare l’interesse per il settore del diritto canonico ed ecclesiastico partecipando alle attività culturali ed ai convegni organizzati dalla sezione di Diritto Ecclesiastico e Canonico del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Napoli “Federico II”. Nell’ottobre del 2012 è stato vincitore al concorso pubblico per l’ammissione alle scuole di dottorato di ricerca dell’Università Statale di Milano, in particolare per il dottorato in Scienze Giuridiche – Curriculum in Diritto Ecclesiastico e Canonico, 28° ciclo. Il 29 gennaio 2016 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, superando l’esame finale con la discussione di una tesi dal titolo "Matrimonio e consumazione nei diritti religiosi". Nel novembre 2017 ha partecipato al corso di formazione teorico e pratico tenutosi presso il Tribunale Apostolico della Rota Romana dal Titolo “Il nuovo processo matrimoniale e la procedura super rato” superando le relative esercitazioni con la votazione ed ottenendo il diploma con votazione “Summa cum laude”. Nel 2019, ha frequentato il Corso per la formazione dei Postulatori presso lo Studium della Congregazione delle Cause dei Santi, superando l’esame finale con la votazione 9.5/10 Magna cum Laude probatus Attività professionale ed extra Svolge la professione forense collaborando con studi legali in materia di diritto civile (in particolare in tema di risarcimento danni, riscossione esattoriale, recupero crediti, diritto del lavoro, diritto bancario, diritto di famiglia e delle successioni).Ha collaborato con la cattedra di diritto ecclesiastico, diritto canonico e diritti confessionali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Federico II”.E’ stato tutor presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” per la materia di diritto del lavoro (AA.2018/2019). Collabora, inoltre, per il comitato di redazione della rivista on line Salvis Juribus con commenti a sentenze in materia sia di diritto civile che di diritto ecclesiastico. E’ membro dell’Ordine della Fraternità Francescana Secolare di Afragola (OFS). E’ membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Le Beatitudini” ODV con sede presso la Pontificia Basilica Minore di S. Antonio da Padova in Afragola (NA) Attività scientifiche Nel maggio del 2016 ha preso parte ad un Campus di Studio presso STILO (RC), organizzato dall’Università Magna Grecia di Catanzaro dal titolo “L’Islam. Dal pregiudizio ai diritti”, prendendo attivamente parte al gruppo di lavoro costituitosi in seno allo stesso, sulla libertà religiosa e integrazione nell’ambito della scuola italiana.E’ stato organizzatore e moderatore del convegno dal titolo “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, organizzato il 4 maggio 2018 presso la Pontificia Basilica S. Antonio da Padova Afragola (NA), accreditato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, con il patrocinio dell’Associazione forense di Afragola e dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani. E’ stato curatore del volume relativo agli atti del Convegno “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, pubblicati presso la Key editore nel dicembre 2018. E’ stato coautore del volume “Il Trust. Origine, analisi e aspetti comparativi” (a cura di Francesco Cecaro), pubblicato presso Turisa editrice, Collana Studia Selecta, 2018.

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