Il genitore non può imporre al figlio la propria religione

Il genitore non può imporre al figlio la propria religione

Ritorna tra i palazzi del Supremo Consesso il tema della libertà religiosa del minore in caso di crisi coniugale. Se in passato la giurisprudenza era orientata al favor religionis catholicae, già da qualche tempo aveva affermato che il cambiamento di religione di uno dei due coniugi non può essere causa di addebito per la separazione o il divorzio e che in ogni caso va salvaguardato l’interesse del minore di non essere ostacolato in scelte religiose non condivise.

Una recentissima sentenza della prima sezione civile del 24 maggio scorso (n.12954), ritorna sul tema. Il padre ricorre averso il decreto della Corte di Appello di Firenze, sostenendo che in sede di determinazioni delle condizioni dell’affido condiviso, fosse stato impedito alla figlia di partecipare alla manifestazioni religiose dei Testimoni di Geova, da lui abbracciata dopo la separazione con la moglie. E per di più, ciò avrebbe limitato il suo diritto di libertà religiosa di far conoscere ed apprezzare alla figlia minore la sua nuova religione, sostenendo la genericità e la non professionalità della relazione peritale psicologica espletata in primo grado che avrebbe raccomandato di evitare la partecipazione della minore alle riunioni di culto dei Testimoni di Geova.

Secondo gli ermellini, il criterio fondamentale cui il giudice deve attenersi nel fissare le modalità dell’affidamento dei figli minori in caso di conflitto genitoriale è sempre quello del prevalente interesse del minore, il quale ha diritto ad una crescita sana ed equilibrata. Alla luce di ciò, sono giustificabili provvedimenti contenitivi o restrittivi dei diritti di libertà individuali dei genitori, ove la loro esteriorizzazione determini conseguenze pregiudizievoli per il figlio che vi presenzi, tali da compromettere la salute psico-fisica e lo sviluppo.

Infatti, come emerso dalle risultanze istruttorie del giudizio di prime cure, nonché dall’audizione della minore, vi era un evidente disagio della stessa nel partecipare alle riunioni di culto dei Testimoni di Geova, rispetto alle funzioni tradizionali della religione cattolica dove la minore era stata educata e nella quale pienamente si riconosceva.    


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Giuseppe Di Micco

Formazione Giuseppe Di Micco (1986), Avvocato e Ph.D. Ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza (LMG/01) con votazione 110 e lode discutendo una tesi in diritto canonico. Durante la pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, ha continuato a coltivare l’interesse per il settore del diritto canonico ed ecclesiastico partecipando alle attività culturali ed ai convegni organizzati dalla sezione di Diritto Ecclesiastico e Canonico del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Napoli “Federico II”. Nell’ottobre del 2012 è stato vincitore al concorso pubblico per l’ammissione alle scuole di dottorato di ricerca dell’Università Statale di Milano, in particolare per il dottorato in Scienze Giuridiche – Curriculum in Diritto Ecclesiastico e Canonico, 28° ciclo. Il 29 gennaio 2016 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, superando l’esame finale con la discussione di una tesi dal titolo "Matrimonio e consumazione nei diritti religiosi". Nel novembre 2017 ha partecipato al corso di formazione teorico e pratico tenutosi presso il Tribunale Apostolico della Rota Romana dal Titolo “Il nuovo processo matrimoniale e la procedura super rato” superando le relative esercitazioni con la votazione ed ottenendo il diploma con votazione “Summa cum laude”. Nel 2019, ha frequentato il Corso per la formazione dei Postulatori presso lo Studium della Congregazione delle Cause dei Santi, superando l’esame finale con la votazione 9.5/10 Magna cum Laude probatus Attività professionale ed extra Svolge la professione forense collaborando con studi legali in materia di diritto civile (in particolare in tema di risarcimento danni, riscossione esattoriale, recupero crediti, diritto del lavoro, diritto bancario, diritto di famiglia e delle successioni). Ha collaborato con la cattedra di diritto ecclesiastico, diritto canonico e diritti confessionali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Federico II”. E’ stato tutor presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” per la materia di diritto del lavoro (AA.2018/2019). Collabora, inoltre, per il comitato di redazione della rivista on line Salvis Juribus con commenti a sentenze in materia sia di diritto civile che di diritto ecclesiastico. E’ membro dell’Ordine della Fraternità Francescana Secolare di Afragola (OFS). E’ membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Le Beatitudini” ODV con sede presso la Pontificia Basilica Minore di S. Antonio da Padova in Afragola (NA) Attività scientifiche Nel maggio del 2016 ha preso parte ad un Campus di Studio presso STILO (RC), organizzato dall’Università Magna Grecia di Catanzaro dal titolo “L’Islam. Dal pregiudizio ai diritti”, prendendo attivamente parte al gruppo di lavoro costituitosi in seno allo stesso, sulla libertà religiosa e integrazione nell’ambito della scuola italiana. E’ stato organizzatore e moderatore del convegno dal titolo “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, organizzato il 4 maggio 2018 presso la Pontificia Basilica S. Antonio da Padova Afragola (NA), accreditato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, con il patrocinio dell’Associazione forense di Afragola e dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani. E’ stato curatore del volume relativo agli atti del Convegno “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, pubblicati presso la Key editore nel dicembre 2018. E’ stato coautore del volume “Il Trust. Origine, analisi e aspetti comparativi” (a cura di Francesco Cecaro), pubblicato presso Turisa editrice, Collana Studia Selecta, 2018.

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