Il malato di Alzheimer: tutela e risvolti penali

Il malato di Alzheimer: tutela e risvolti penali

L’alzheimer è una malattia degenerativa che colpisce milioni di persone in Europa e nel mondo.

Il processo di degenerazione può avere percorsi diversi e di differente lunghezza di incubazione.

Purtroppo, l’esito è comunque comune: una totale incapacità del malato.

Dal punto di vista giuridico, ciò assume particolare valore perchè è un’incapacità che fa venir meno totalmente la capacità di intendere e di volere del soggetto.

Il malato merita, pertanto, una particolare tutela.

Gli strumenti che il nostro ordinamento offre sono diversi e più facilmente modulabili sulle esigenze del malato e dei propri famigliari.

Ed infatti, oltre all’istituto dell’interdizione, con la L. 6/2004 è stata introdotta la figura dell’amministratore di sostegno.

Sicuramente, questa seconda figura ha il vantaggio di essere nominata a seguito di una procedura ben più agevole e veloce rispetto a quella del tutore.

Eppure, i risultati cui conseguono sono gli stessi: il tutore o amministratore si sostituiscono al malato per il compimento di atti giuridici e patrimoniali.

La ratio è comprensibile.

Qualora la malattia fosse agli stati iniziali, in una situazione di demenza tale da rendere impossibile al malato la percezione della realtà, l’imposizione di una tutela consentirebbe di preservare il patrimonio ed evitare l’esposizione alla conclusione di negozi giuridici pregiudizievoli.

Invece, in uno stadio avanzato / vegetativo, la figura del tutore/ amministratore di sostegno consente l’espletamento di atti cui il beneficiario non può attendere.

Ma il malato gode di tutela anche in ambito penalistico.

Le figure sopraesposte, infatti, vogliono tutelare il malato dall’essere vittima di reati odiosi, quali la circonvenzione di incapace.

L’art. 643 c.p.c., infatti, punisce chi, approfittando di una situazione di disagio psichico o fisico, induca taluno a compiere atti economici pregiudizievoli, al fine di procurarsi un profitto.

E’ facilmente immaginabile un esempio pratico.

La nomina di un tutore serve infatti a scongiurare che qualcuno approfitti economicamente del malato.

Ma vi è un altro tipo di reato, per cui la nomina di un tutore o di un amministratore poco può fare.

Infatti, commette reato chi lasci senza cure la persona incapace.

La realizzazione di questa fattispecie, in realtà, è molto più semplice di quanto si possa pensare.

Non occorre, infatti, immaginarsi uno stato di degrado o abbandono totale. Basta infatti che al malato sia venuto meno, anche per un periodo limitato, una forma di assistenza da parte dei soggetti obbligati.


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Avv. Camilla Fasciolo

Nata il 07.09.1987 a Finale Ligure (SV), ha conseguito la laurea in Giurisprudenza nel luglio 2011 con una tesi in procedura penale, "La disciplina del patrocinio a spese dello stato nei procedimenti penali". Nel giugno 2013 si diploma presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell'Università di Genova, con una tesi in diritto di famiglia riguardante il nesso di causalità nell'addebito della separazione. Esercita la professione di avvocato dal Gennaio 2015.

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