Il Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo

1. Alla scoperta del Parlamento Europeo

Il 26 maggio 2019 siamo stati chiamati a votare per il Parlamento europeo. L’affluenza alle urne è stata del 54, 50%. Note le polemiche degli studenti fuori sede per l’impossibilità di votare in un comune diverso da quello della propria residenza, fatto che in futuro, o a breve, potrebbe costare all’Italia una condanna per violazione di uno dei diritti fondamentali, quello al voto. Ma tra chi si è recato ai seggi e chi si è astenuto (volontariamente) dal farlo, di certo c’è qualche Don Abbondio di manzoniana memoria che, oltre a non sapere chi era Carneade, ignora anche cos’è effettivamente il Parlamento Europeo e a cosa serve.

1.1. Composizione, funzionamento e competenze

Il Parlamento Europeo è l’organo legislativo dell’Unione Europea. È composto di rappresentanti dei cittadini dell’Unione (art. 14 TUE), con un numero massimo di 750 rappresentati più il Presidente, senza distribuzione fissa dei seggi. Questi ultimi sono decisi dal Consiglio Europeo all’unanimità, pertanto variano ad ogni legislatura, ovvero ogni 5 anni. I membri del Parlamento vengono eletti in ogni Stato membro a suffraggio universale diretto, con sistema elettorale proporzionale (dev’essere rappresentata in proporzione ogni parte dell’elettorato) e non possono essere vincolati da istruzioni né sottostare a mandato imperativo da parte del Paese di appartenenza. I parlamentari europei, in altre parole, non siedono a Strasburgo, nella maestosa sede principale dell’organo, per far valere le politiche italiane; sono organizzati in gruppi politici (non nazionali) a livello europeo, con l’obiettivo di consolidare l’integrazione e la formazione di una coscienza europea. Corollario di tale assunto, è l’incompatibilità della carica di parlamentare europeo con quella di parlamentare nazionale.

L’attività del Parlamento è scandita in sessioni (annuali), tornate (mensili) e giorni di seduta. Di fatto, la maggior parte del lavoro è svolto all’interno di Commissioni specializzate, suddivise a loro volta in sottocommissioni.

Oltre alla nota funzione legislativa, esercitata congiuntamente con il Consiglio (e non con il Consiglio Europeo, che non esercita funzioni legislative, ma di indirizzo politico dell’Unione), il Parlamento esercita la funzione di bilancio e quella fondamentale di controllo politico, in particolare sull’operato della Commisione, mediante l’elezione del Presidente della stessa e la possibilità di adozione di una mozione di censura (obbligo di dimissioni dei membri della Commissione).

La funzione legislativa non coincide con il potere di iniziativa legislativa. Quest’ultimo, per regola generale, è affidato alla Commissione. Il Parlamento, tuttavia, è titolare di una c.d. iniziativa dell’iniziativa (art. 255 TFUE): a maggioranza dei suoi membri può chiedere alla Commissione di esercitare il proprio potere di proposta. L’effettività di questo strumento è realizzata dal predetto potere del Parlamento di promuovere mozione di censura nei confronti della Commissione, in un vero e proprio gioco di contrappesi.

Ulteriori funzioni di controllo sull’apparato amministrativo dell’Unione vengono svolte tramite tre strumenti: la commissione temporanea d’inchiesta, che si occupa di esaminare le denunce di infrazione e cattiva amministrazione nell’applicazione del diritto dell’Unione (art. 226 TFUE); il mediatore europeo, abilitato a ricevere denunce da parte di qualsiasi persona fisica o giuridica risiedente in uno Stato membro, riguardanti casi di cattiva amministrazione degli organi dell’Unione (art. 228 TFUE); e infine il diritto di petizione, di cui sono titolari tutti i cittadini dell’Unione (art. 227 TFUE).

Infine, il Parlamento Europeo dialoga con i Parlamenti nazionali, tramite la Conferenza degli organi parlamentari specializzati per gli affari dell’Unione.

2. Elezioni Europee 2019

Compreso cos’è e come funziona il Parlamento Europeo, non resta che vedere come sia cambiata la compagine italiana al suo interno all’esito delle recenti elezioni europee. I seggi a disposizione dell’Italia sono 73; diventeranno 76 quando il Regno Unito uscirà a tutti gli effetti dall’Unione.

La legge elettorale italiana per il Parlamento Europeo, che abbiamo visto manchevole nei confronti dei fuori sede all’interno del territorio italiano, prevede il voto per corrispondenza per i cittadini italiani residenti all’estero e, per tutti, la possibilità di esprimere il voto di preferenza (indicazione di tre candidati) per rafforzare la rappresentanza.

L’affluenza maggiore dei votanti, il 26 maggio, si è registrata nel nord-ovest e nel nord-est; la più scarsa nelle isole di Sicilia e Sardegna.

2.1. Rappresentanza nei Gruppi Politici Europei e nelle Delegazioni italiane

I 73 seggi, prima del voto, erano così distribuiti:

  • 31 al Gruppo politico Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D), di cui 26 del Partito Democratico, 3 Articolo Uno, 1 Sinistra Italiana, 1 Possibile;

  • 12 al Gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE), di cui 10 di Forza Italia, 1 Unione di Centro, 1 Südtiroler Volkspartei;

  • 14 ad Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (EFDD), di cui 11 di Movimento 5 Stelle, 3 Indipendenti;

  • 6 ad Europa delle Nazioni e della Libertà (ENF), corrispondente a 6 seggi della Lega;

  • 5 a Conservatori e Riformisti Europei (ECR), di cui 3 di Fratelli d’Italia, 2 Direzione Italia;

  • 3 a Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL), di cui 2 de L’Altra Europa con Tsipras, 1 Indipendenti;

  • 1 a Verdi Europei-Alleanza Libera Europa (Verdi/ALE), corrispondente ad 1 seggio di Federazione dei Verdi;

  • 1 ad Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE), corrispondente ad 1 seggio di +Europa.

Adesso, all’esito delle nuove elezioni, la compagine italiana del Parlamento ha assunto il seguente aspetto:

  • 29 seggi ENF (Lega-Salvini Premier), di cui uno effettivo all’uscita del Regno Unito dall’Unione;

  • 19 seggi S&D (Partito Democratico)

  • 14 seggi EFDD (Movimento 5 Stelle)

  • 8 seggi PPE (7 Forza Italia, di cui uno effettivo all’uscita del Regno Unito dall’Unione; 1 Südtiroler Volkspartei, in quanto lista rappresentante una minoranza linguistica);

  • 6 seggi ECR (Fratelli d’Italia), di cui uno effettivo all’uscita del Regno Unito dall’Unione.

La componente rappresentativa italiana in Europa, pertanto, cambia radicalmente. Non resta che vedere come i nostri deputati sapranno muoversi e agire in armonia con i rappresentanti degli altri Stati membri nei Gruppi Politici Europei, nella speranza che non si sentano vasi di coccio “in mezzo a tanti vasi di ferro”… e che sappiano chi era Carneade.


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Barbara Proietti

Barbara Proietti è Avvocato del Foro di Roma e Specializzanda in Diritto Internazionale alla Scuola di Alta Formazione Specialistica dell'Avvocato Internazionalista dell'Unione Forense per la Tutela dei Diritti Umani.

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