Indagine sulla giustizia: partendo da Omelas

Indagine sulla giustizia: partendo da Omelas

Sommario: 1. Introduzione – 2. Epoca greca – 3. Epoca romana – 4. Epoca illuminista – 5. Micheal Sandel – 6. Conclusioni

 

 

1. Introduzione

In una grande città splendente ,una popolazione felice si appresta a festeggiare il primo giorno di solstizio d’ estate . Tuttavia anche nella città felice di Omelas ,si nasconde un tragico segreto .  In un seminterrato vi è un bambino sul quale vengono scaricate tutte le miserie della città . Un bambino orribilmente torturato è sacrificato per la felicità di tutti . Alcune volte i cittadini si accostano per ascoltare la voce del bimbo che dice per favore, fammi uscire. Sarò buono! . Ma la gente non risponde , lasciando che il bambino pianga . Alcune volte i cittadini gli portano qualche pasto ,tuttavia non è abbastanza , rendendo il bambino emaciato . Infine la sua condizione risulta ancora più miseranda poiché nella sua cella , il bambino non ha possibilità di andare in bagno ,dunque è costretto a fare i propri bisogni nella cella e a  sedersi sui propri escrementi . Eppure tutti i cittadini conoscono questo segreto ,alcuni fanno finta di non sapere , altri disgustati semplicemente se ne vanno da Omelas .

Nel 1973 , la scrittrice americana Ursula Le Guin scrisse The Ones Who Walk Away from Omelas [1].  Il testo non fu mai pubblicato in italia ma riscosse un buon consenso negli Stati Uniti . Della storia di Omelas molte sono state le interpretazioni ,ad esempio sulle pagine del New York Times , David Brooks evidenzia come il testo possa riferirsi sia allo sfruttamento del lavoro minorile ,sia alla mentalità utilitaristica moderna [2].

Questo articolo tenterà di dare un proprio contributo al tema della giustizia partendo dalla riflessione del testo  e delineando l’argomento  in sei punti : l’epoca greca , l’epoca romana ,l’epoca illuminista , Micheal Sandel ed infine le conclusioni  .

2. Epoca greca

La storia del concetto della giustizia in Grecia è strettamente legato al suo modello di ordinamento giudiziario .Tuttavia non è stato molto semplice da parte degli studiosi ricostruire il sistema giudiziario greco . Fondamentale è stato l’apporto del testo costituzione degli ateniesi scritto da Aristotele tra il 330 ed il 322 A.c mentre altre fonti riportano l’opera al 350 A.c.[3] . A supporto del testo, la ricostruzione è  stata possibile sopratutto all’apporto degli intellettuali greci dell’antichità e dai ritrovamenti dei racconti delle processi . Dunque il sistema era un misto tra  politico  e giudiziario. Esso era formato dai seguenti organi : dalle assemblee  , dai concili ,dai magistrati e dalle corti . Il ruolo delle assemblee era molto importante poiché avevano una funzione legislativa . L’assemblea era formata dai cittadini maschi ,i quali avevano il diritto di proporre nuove leggi ed il diritto al voto .Principalmente esistevano  due tipologie di leggi : le nomoi e le psephismata . Esse si diversificavano poiché i psephismata erano votati a maggioranza ed avevano una durata temporanea ,mentre i nomoi  avevano un procedimento aggravato ed  un carattere più generale . Tuttavia è particolare il metodo delle emanazioni delle leggi , che si componeva di una fase dibattimentale molto simile ad un processo che ad un dibattito parlamentare [5] . Il secondo organo erano i concili . Essi erano gli organi esecutivi e si incontravano ogni  giorno per discutere della gestione della polis ,per ragionare sui psephismata  ed infine  preparare le assemblee cittadine [6] .  I magistrati erano un altro importante organo della città di Atene . Essi erano composti dagli  arconti ,i quali erano la massima carica nell’Athene  classica [7] , in un periodo  ebbero  anche funzioni giudiziarie e da una pletora di magistrati minori  , i quali avevano i compiti di gestire i mercati , organizzare le feste religiose ed infine il mantenimento delle infrastrutture pubbliche [8].Infine vi erano le corti . Le corti nell’atene classica erano corti popolari  dove non esistevano né giudici né avvocati . Infatti è famoso il processo di Socrate che si difende di fronte ad una assemblea pubblica . Inoltre i processi nell’antica città non duravano più di un giorno . L’accusato generalmente si difendeva con una arringa orale , quest’ultima poteva essere frutto del proprio ingegno oppure , se non era pratico della legge ,poteva rivolgersi al mercato nero degli scrittori ,i quali confezionavano arringhe a pagamento  [9]. Come precedentemente detto nella corte popolare non esistevano giudici ,di conseguenza ognuno aveva il diritto di accusa  . Tale diritto veniva esercitato per un periodo di tempo prestabilito  .Una terza figura del processo era  il segretario ,il cui compito era di  annotare le dichiarazioni delle parti . Infine l’assemblea poteva integrare una condanna se non stabilità dalla legge ,oppure confermare o meno l’accusa . Infine il sistema giudiziario ateniese permetteva una volta l’anno all’accusato , o qualunque altro cittadino la possibilità di impugnare la ” sentenza” oppure di iniziare un procedimento di revisione costituzionale delle leggi ,quest’ultime prendevano il nome di  graphe paranomon and the graphe nomon me epitedeion theinai [10].

La giustizia ,intesa come procedura di comminazione delle pene ,era connotata da una certa coralità . Una delle prime problematiche derivava principalmente dalla fonti normative ,le quali erano connotate principalmente dalle ordinanze ,le  quali erano animate  dall’autorità [11] . Tuttavia i greci sentivano il dovere  di animare le proprie istanze da un certo elemento unificante al fine di dividere il mondo civile da quello barbaro  . L’elemento fu trovato in Dike . Una delle genealogie delle divinità è raccontato nel testo della Teugonia di Esiodo . In tal senso , Esiodo fa nascere dike dalla unione di Giove e Themis . Dalla coppia nacquero anche Eunomia ed Irene . Le tre sorelle,chiamate Ore , rappresentavano rispettivamente Dike come giustizia ,Euonomia rappresentava la legalità ed infine Irene rappresentava la pace . Dunque i greci tentavano di dare una organizzazione sistematica del diritto attraverso l’utilizzo della mitologia .Ma cosa significasse Dike con chiarezza è ancora oggi oggetto di dibattito . Una interpretazione possibile è data da Gagarin ,il quale riconduce la nascita del termine al significato di linea di demarcazione tra proprietà . Secondo lo studioso , il termine sarebbe poi stato utilizzato nell’ambito processuale come mezzo di risoluzione pacifico ,che a paragone con gli istituti moderni sarebbe l’arbitrato[12] . Tuttavia non esistono evidenze per confermare tale tesi  ,poiché non risultano accordi tra le parti , ovvero le prove scritte . Una seconda interpretazione del termine è data dalla dottoressa Salamone , la quale riconduce il termine a “entro i limiti ” . Secondo la Salamone i limiti sarebbero riconducibili alla mitologia . Tuttavia  anche tale tesi  ci si sente di valorizzarla solo in parte ,poiché sarebbe molto difficile avere una attuazione pratica  . Dunque , la giustizia pur avendo un background mitologico , aveva bisogno di un elemento concreto la quale fu trovata  nel nomos [14]. Quest’ultima interpretazione data Werner Jaeger fa combaciare la legge mitica  intesa come legge universale ad una legge molto più sostanziale e pratica con lo scopo che la giustizia fosse intesa come uguaglianza di diritti . Sempre  secondo lo studioso tale tesi sarebbe avvalorata da molti intelleattuali della  Grecia antica  ,tra i quali Aristotele nell’Etica oppure nelle Eunomie di Solone .In quest’ultimo, la demarcazione si fà lampante , poiché il legislatore greco considerava Eunomie e Dike come forze immanenti e permanenti della realtà . La motivazione della riflessione di Solone potrebbe derivare dalla concezione che il mondo fosse ordinato ,dunque retto da una regola ,la quale era oscura . Da questa considerazione potrebbe trovare una giustificazione della posizione ermetica di Themis , la quale si esprimeva attraverso Dike .Tuttavia ,secondo Cacciari si richiede un ulteriore elemento ,ovvero la ragione . Attraverso una analisi etimologica della radice del nome di Themis , il filosofo veneziano riconduce il termine  ad una sorta di ordine . Tale tesi sembra essere avvalorata da alcuni filosofi greci come Eraclito . Tuttavia anche nell’epoca greca non mancarono filoni interpretativi come i sofisti  , i quali vedevano nella giustizia una mera applicazione della legge . Il contrasto tra le due lampanti visioni del diritto trovarono  un rappresentazione teatrale nella leggendaria opera dell’Antigone di Sofocle . Nella tragedia greca   Creonte ,signore di Tebe , ed Antigone , figlia di Edipo ,discutono animatamente circa la sepoltura di Pollicine ,fratello di Antigone . Nella tragedia Creonte ,rappresenta il nomos ,il diritto positivo mentre Antigone  rappresenta Dike . Una interpretazione valida della tragedia  è stata data da Cacciari ,il quale interpreta Dike come una giustizia armonica . Giustizia intesa come metro di riferimento , di contro Creonte rappresenta il potere assoluto senza limiti dunque ingiustificabile ed instabile poiché sempre positivo[15] .In conclusione la visione della giustizia greca oscillava tra il diritto positivo ed una concezione armonica della giustizia ,il cui contenuto ermetico era impersonificato da Themis e tradotto da Dike, la quale indicava la forma della  giustizia .Tuttavia il richiamo era circa il nomos ed in una forma di uguaglianza tra pari i quali si appellavano alla  per una maggiore stabilità .

3. Epoca romana

Se nel mondo greco , la giustizia era legata al mondo della comunità che la esprimeva nelle sedi appropriate  ; nella cultura romana la storia della giustizia era invece strettamente legata alla politica ,dunque meno evanescente .Non possiamo ripercorrere tutta la storia romana poiché seppur affascinante non è oggetto di discussione di questo articolo . Tuttavia basti ricordare come in quel affastellarsi di cariche del cursus honorarium , dunque dai questori ,passando dai pretori fino ad arrivare alla carica più alta dotato di imperium ovvero i consoli [16],possiamo trovare il senso della giustizia romana .Poiché la giustizia romana ,seppur nata dai mores ,si era rapidamente codificata (si vedano le XII tavole) dunque il termine della giustizia era inteso come legalismo ,ovvero pertinenza alla “norma” dell’editto pretorio . Malgrado il sentimento romano fosse pragmatico in molti casi i giudici avevano difficoltà a giudicare a causa del sistema misto che mischiava  l’interpretazione delle norme , pratica derivante dai mores , al  formalismo  legale degli editti ,pratica adottata costantemente dall’età preclassica . Dunque il giudice  ,un privato cittadino , una volta incaricato dal pretore di dare giustizia , doveva risolvere lo ius controversum . Quest’ultimo non era di facile soluzione poiché nella vita pratica romana inerente ad una “norma” esistevano differenti interpretazioni , di conseguenza  la scelta di giustizia diventata non solo di carattere giurisdizionale ma anche politica . La principale conseguenza della controversia era la disputatio fori ,ovvero la discussione da parte dei giuristi nel foro ,il quale commentavano e formavano la communi opinio .  Una delle principali funzioni da parte della discussione era ,secondo Filippo Gallo, la determinazione dei limiti del giudizio . Una volta determinati i limiti , il ripetersi dell’adozione dei criteri di scelta avrebbero dato vita ad una consuetudine e dunque ad un metro stabile di giudizio[17] .Tuttavia questi tesi è stata criticata da parte di Antonio  Palma ,il quale in Humanior Interpretatio , ha evidenziato come siano le norme sociali ad essere inglobate nel diritto e non il contrario come potrebbe apparire [18]. Secondo Palma , il procedimento di decisione si avvaleva dello strumento di ricerca di quei principi e valori che formano la decisione . Non a caso Palma utilizzerà nel testo il luogo delle regole [19] il termine “formante” . Quest’ultimo sta ad indicare un principio o valore che andrà a costituire il giudizio .Tipici esempi erano il bonum et aequum . Tuttavia il mondo romano non era pienamente legato al mondo delle norme  ,dunque richiedeva un via che poteva coniugare entrambe le esigenze . Il risultato sarà la regula juris , ovvero  un metro oggettivo , ma elastico che permette la regolamentazione dei rapporti tra i vari cittadini [20] scaturito dalle discussioni del foro. Dunque in un gioco  circolare dello sviluppo giurisprudenziale si può dire che   la dottrina( la disputatio fori ) influenzava la scelta del performante , di seguito la decisione del giudice . In quest’ultimo ambito la scelta del giudice doveva essere imparziale  . Tuttavia malgrado la bontà delle dichiarazioni , ancora oggi sussistono forti critiche circa la reale imparzialità del giudice .  Recentemente Andrew Higgins e Inbar Levy sulla rivista Civil Justice Quarterly [21] hanno pubblicato un interessante articolo circa i pregiudizi cognitivi che i giudici hanno nei confronti delle parti .  I due studiosi hanno evidenziato come nell’ordinamento inglese , malgrado le numerose censure circa l’emissione di sentenze ingiuste , risultano ancora molti i punti pregiudizievoli . Alcuni di essi sono la condizione sociale ,l’educazione , affiliazione a logge massoniche oppure essere membri  di  una Law society . Dunque se ancora ancora oggi il giudice europeo si trova in estrema difficoltà nell’emettere una sentenza equilibrata , nell’ordinamento romano , il quale era molto approssimato seppur moderno per l’epoca , possiamo ipotizzare come la condizione delle parti fossero oggetto di pregiudizi , i quali influenzavano l’esito della causa .  Tuttavia la decisione non era obbligata poiché  il giudice poteva rinunciare o derogare alla causa  con la famosa formula sibi rem non liquere la cui scoperta venne fatta nel testo Noctes Atticae di Aulo Gellio[22] , oppure lo stesso principe poteva avocare la causa . Dunque il problema che si viene a porre è quale sia il rapporto tra il principe ed i giuristi  . Nella era dell’principato  , la nuova figura del principe inaugurata da Augusto  per non tangere con la morale sensibile dell’urbe ,  si avvalse di diversi strumenti per il controllo della vita politica .Pensiamo ad esempio alle modalità di voto , dove il principe votava per prima , oppure al precedente istituto dell’avocazione ed infine il principe poteva emanare dei giuriconsulto dotati della massima auctoritas  . Tuttavia sarebbe improbabile che il principe potesse fare tutto autonomamente dunque nel corso del principato  si venne a creare una corte , la quale si consolidò  nel dominato . Nella corte esisteva alcune figure predisposte all’aiuto circa le questioni giuridiche . Esse erano dotati della favoritas  del principe, quest’ultima consisteva in una preparazione tecnica e culturale di rilievo ,inoltre  erano sostenitori della massima carica ,dunque tale qualità permetteva di regolare le cause avocate  . Inoltre i giuristi potevano influenzare il principe nel seguito di una tesi dottrinale nonché  lo stesso principe poteva scegliere quale  tesi dottrinale favorire [23] . Malgrado  il potere del principe fosse pressoché assoluto , esso in ambito giuridico non venne esercitato come regola poiché ,il principe tendeva a favorire la dottrina maggioritaria  durante l’emissione dei suoi pareri vincolanti , limitando i suoi poteri . La motivazione della decisione del principe di seguire i filoni dottrinali sono varie ,alcune possibilità possono essere : la scarsa cultura del principe ,il mancato interesse oppure la più probabile ipotesi  era la volontà di mantenere in certi limiti i propri poteri con la conseguenza di una maggiore certezza , stabilità del potere . In conclusione il rapporto romano circa la giustizia era vincolato a principi scaturenti dalla società che avevano la funzione di collante tra i cittadini . Di conseguenza tali regole erano oggetto di riflessione da parte dei giudici , i quali le  convertivano in regole giuridiche durante i processi . Infine lo stesso principe era sottoposto ai principi della comunità poiché la giustizia garantiva una maggiore stabilità del potere  .

4. Epoca illuminista

Quando parliamo dell’epoca illuminista risaltano alla mente il genio di Newton ,Kant ,Leibniz , Condorcet ,Betham,Locke,Rousseau  e molti altri . Tutti accomunati da una visione della vita molto “schematica”dove la ragione cerca di impostare ,razionalizzare le cose della realtà . Gli intellettuali pre-illuministi ed illuministi  hanno cercato molte volte di razionalizzare la società umana ,cercando di comprenderne i meccanismi . Uno dei primi teorici fu Hobbes ,il quale ipotizzo,oltre al principio di irretroattività ,anche  l’esistenza di uno stato di natura . Con l’adesione di molti intellettuali ,  le azioni umane divennero oggetto di riflessione  al fine di comprendere  le varie misure come per la matematica e la geometria . Tuttavia lo stesso lo Hobbes si allontanò da un utilizzo concreto dello stato di natura[24] . Ed il seguito non fu misero poiché Pufendorf, Locke e Rousseau dichiararono l’impossibilità di uno stato di natura se non in parte . Hufeland  nel 1786 commenterà lo stato di natura come superficiale[25] ,poiché i meri principi sono impraticabili nella vita quotidiana . In particolare Hufeland evidenzia come nel mondo delle obbligazioni la dottrina dello stato di natura sia superflua poiché il mero diritto di essere obbligato è troppo evanescente per essere applicato  . Tuttavia l’idea  ebbe un importante funzione per l’uomo poiché evidenziava come esso fosse centro di diritti ,potere e libertà  . Tale visione influenzò direttamente anche  lo stato, il quale venne inquadrato come un uomo artificiale  . Dai giusnaturalisti,in particolare  da Pufendorf , nacque l’idea della separazione tra stato e religione . Ulteriori filoni filosofici furono quello utilitarista di Betham ed Austin . Essi teorizzarono la possibilità di quantificare il dolore ed il piacere . Un ulteriore filone importante fu lo stoicismo giuridico inaugurato da Von Savigny ,quest’ultimo si rifaceva al richiamo dei principi dell’epoca romana ,nello specifico ad una costruzione di un sistema di concetti , per la costruzione dell’ordinamento tedesco  . Puchta aveva una visione similare a Von Savingny ,dove però  i concetti erano oggetto di digressione al fine di scoprire la causa giustificante del principio stesso . Un esempio era la libertà la cui giustificazione era la moltitudine delle persone . Dal lato opposto vi era Philipp Heck ,il quale evidenziava come il diritto dovesse servire per proteggere gli interessi , dunque da essi ,secondo il filosofo si  doveva partire al fine della creazione di un ordinamento giuridico .[26] Come desumibile , gli illuministi concentrarono le loro riflessioni nell’ambito della politica e del diritto .Di proseguo ,pensiamo all’opera del francese Montesquieu lo spirito delle leggi  ,entro il quale teorizzò la separazione dei poteri(legislativo, esecutivo e giudiziario ) ,di proseguo concentrerà la propria riflessione su quale sia la forma migliore di governo ,alternando difetti e pregi della repubblica e della monarchia . Lo stesso giurista francese presuppone poi con la divisione dei poteri che il potere sovrano appartenga al popolo,visione condivisa da Locke e Rousseau .In ultimo nella seconda metà del 1700 ,fanno il loro ingresso Pietro Verri e  Cesare Beccaria col suo libro i delitti e delle pene . In questo prezioso testo vengono formulate il principio dell’utilità della condanna ,il principio della chiarezza della norma ,il principio di proporzionalità ed  il principio di tassatività della legge . Inoltre sia Beccaria che Verri teorizzarono l’abolizione della pena di morte e della tortura condannando i due rimedi poiché inutili e sproporzionati [27]. Dalle varie filosofie appena accennate , il concetto di giustizia è declinato in una forma relativistica /legale . Ovvero a seguito dell’attribuzione di una serie di garanzie  come i diritti inalienabili di Rousseau  posti  a salvaguardia dell’individuo o le garanzie penali , l’individuo poteva essere punito a seguito della violazione delle norme . Tuttavia nella modulazione delle pene e nelle forme delle condanne si vennero a formare differenti teorie  . Sono ad esempio la teoria della retribuzione,idea valorizzata  da Kant  . Mentre  J. Bentham e  L. Feuerbach teorizzarono la  prevenzione generale ,quest’ultima mirava ad  “intimidire ” il popolo dal trasgredire la legge ,punendo il singolo ; ultima teoria è la retributiva speciale , quest’ultima è in sintetizzata da  Jori e Pintore [29] nella seguente formulazione ” la pena si trasforma […] in un trattamento terapeutico individualizzante, non commisurato alla gravità del reato bensì rapportato alla personalità del reo” . Inoltre si evidenzia come nella maturazione delle varie filosofie siano cambiate le  modalità di pena ed i luoghi . Prima di procedere , bisogna evidenziare come tutte le teorie precedentemente dette cercavano una sorta di proporzionalità tra pena e condotta . Inoltre alcuni giuristi cercarono di trasformare i principi in azioni pratiche ,uno di questi fu Le Peletier [30],  il quale ,durante la  costituente del 1790 , propose  un sistema di pene di intensità regressiva . Ritornando ai luoghi ed ai mezzi ,sul punto  Foucault  scriverà circa la trasformazione della concezione della pena  “la sofferenza fisica,il dolore del corpo non sono più elementi costitutivi della pena . Il castigo è passato da un’arte di sensazioni insopportabili a una economia dei diritti sospesi”[31] . L’uomo con l’acquisizione della proprietà privata si trova dunque a non essere punito solo nel suo essere ma anche nel suo patrimonio . Ulteriore punto di cambiamento è il luogo delle pene . Il carcere , da luogo di afflizioni , dove il condannato veniva posto in isolamento al fine di una “purificazione ” individuale , diventa luogo di costruzione del rapporto di sottomissione al potere attraverso il lavoro forzato   [32] .

In conclusione il concetto di giustizia dell’epoca illuministica si rifà ad una volontà generale , la quale attraverso il potere impositivo decide la “giusta” pena . Tuttavia non si perdono i carattere di una trascendenza , come in Betham o Austin, i quali cercano di “misurare ” il dolore od il piacere . Prevalentemente il sistema è animato da una visione utilitaristica  .  Tutto il sistema è incentrato alla cura della maggioranza ,potrebbe dirsi che i diritti (la certezza della pena , la trasparenza , i diritti umani ) trasportati agli individui ,  siano garanzie di un singolo in rapporto alla comunità  .  Di conseguenza , la giustizia illuminista non è legata ad essere immanenti oppure ad oggetto del giudizio  di una piccola comunità di giuristi ,ma è legato alla cura ,alla trasparenza degli interessi sociali ,poiché è la maggioranza che detta cosa sia giusto .

5. Micheal Sandel

Le varie visioni fin qui della giustizia sono state ampiamente criticate , in particolare Micheal Sandel nel testo Giustizia , dove si evidenzia come la giustizia sia un concetto elastico . Aristotele affermava come la giustizia consisteva nel dare a ciascuno ciò che merità ,in base alle virtù da tutelare . Mentre Kant e Rawls affermano come il diritto non dovrebbe incentrarsi sulla morale ma semplicemente sulla tutela della libertà individuale . [33] Il filosofo americano prosegue nel suo libro in una disamina di Kant,Rawls ed Aristotele .Dunque Sandel evidenzia come Kant ponga l’attenzione sull’intenzione dell’agente in grado di compiere azioni giuste oppure opportunistiche . Kant rifiuta l’utilitarismo ,utilizzando le classiche categorie degli imperativi ,si districa tra i problemi morali al fine di giungere una visione “maggioritaria”della giustizia . La soluzione per il filosofo sarebbe il rispetto degli imperativi categorici  circa la questione della giustizia[34] ,   .Specifichiamo che Kant non darà mai una sua definizione di giustizia , limitandosi alla critica dell’utilitarismo come strumento di giustizia [35] e ad evidenziare l’importanza dell’umanità come categoria imperativa massima . Dunque Sandel critica Kant per l’assenza di una visione della giustizia concreta . In particolare critica l’assenza di un proposta di giustizia .

Di proseguo nel libro ,il  filosofo americano rivolge una critica verso il libro la teoria della giustizia di Rawl . Secondo Sandel , la visione contrattualistica legata alla giustizia  sarebbe oggetto di varie critiche . infatti secondo Sandel , il contratto soffre dell’assenza di uguaglianza sostanziale tra le parti e delle asimmetrie informative . Critiche accolte dallo stesso Rawls ,tuttavia secondo quest’ultimo la giustizia(uguaglianza )andrebbe perseguita con una serie di incentivi . In tal tema Ralws introdurrà il principio di differenziazione .Sandel prosegue criticando anche la visione della differenziazione poiché potrebbe provocare ingiusti meriti , si veda l’esempio delle quote rosa oppure le quote destinate ad alcune etnie come corsia privilegiata di accesso alle università americane [36] . Il filosofo americano dopo aver discusso le tesi di Kant e Rawl ,discute di Aristotele valutando l’idea del Telos e della continuità tra mezzo e fine,tuttavia Sandel critica l’impostazione morale in relazione alla giustizia ,o meglio anche in Aristotele critica la ricerca di un principio universale ,tuttavia ne accoglie il metodo  . Dunque  la soluzione di Sandel risiede in un concetto di giustizia in relazione ai valori da tutelare ,che passa da una giusta valutazione dei valori . I valori tuttavia sono prerogativa dei singoli ,dunque la giustizia, per il filosofo americano, risiede nella possibilità di limitare le iniquità attraverso un impegno civico da parte dello stato . In tal senso loda la possibilità offerta dal presidente Obama , il quale ha offerto la possibilità di scegliere tra servizio militare o civico . Infine una visione di giustizia ,vicina a quella proposta da Sandel , è di Raymond Aron . Il 4 Aprile del 1978 ,il filosofo francese tenne al Collegé de France l’ultima conferenza  chiamata Libertà ed uguaglianza . In essa pur parlando dei due principi ,alla fine della conferenza parlando dell’università dice ” si può far si che tutti accedano all’università ma non tutti accedano alla stessa univeristà” [38] .

6. Conclusioni

Il lettore si sarà accorto come nell’ultimo punto si è preferito omettere i regimi giurisprudenziali moderni . La scelta è dovuta al posizionamento della giustizia in relazione ad essi come diremo dopo . Nell’epoca greca ,abbiamo visto come il principio fosse rivolto ad una “armonia”, quest’ultima sempre velata ed ermetica . Nell’epoca romana , il principio ebbe una funzione calata nell’ambito giurisprudenziale ,rivolta generalmente alla ricerca delle regulae juris . Nell’epoca illuminista ,la giustizia ebbe un ruolo molto utilitaristico . Infine oggi il ruolo della giustizia è semmai rivolto all’agire della politica, il quale si ripercuote sull’agire della giurisprudenza  . Dunque da queste esperienze possiamo dire che la giustizia ebbe ed ha un ruolo di “metro” ,tuttavia non in relazione a qualche armonia ancestrale ma reggente della stabilità politica e  delle parti . Tuttavia nessuna di queste esperienze soddisfa pienamente   . Forse il luogo della nascita della giustizia risiede dove non vi è . Generalmente al primo anno dell’ università ,viene spiegato come il diritto nasca dalla società ,quest’ultimo con la funzione regolamentare dei rapporti tra le persone . Viene fatto l’esempio del libro delle avventure di  Robinson Crusoe , dunque sull’isola  il diritto non esiste , dunque il diritto , in esso la giustizia, si pone come strumento di relazione . In questa logica di relazionalità dobbiamo capire la funzione della giustizia per capirne il significato  . L’esempio migliore è vedere dove la giustizia non vi è .

Il 27 Agosto del 2019 ,Humans Rights Wacht ha pubblicato il report “ You Pray for Death” Trafficking of Women and Girls in Nigeria [39] . Nel report  le donne e le  ragazze spesso credevano di emigrare per impieghi all’estero, ben pagati, come lavoratrici domestiche, parrucchiere, o cameriere d’albergo. Tuttavia rimanevano scioccate quando capivano di essere state ingannate, rimanendo intrappolate in  situazioni di sfruttamento, con ingenti “debiti” da pagare. Inoltre i loro aguzzini le obbligavano alla prostituzione ed al  lavoro domestico forzato per lunghe giornate senza pause e senza paga . Si è scelto quest’ultimo caso poiché evidenzia bene il rapporto di relazione tra le parti , inoltre il rapporto tra le donne ed i loro aguzzini  non può essere giustizia poiché è una forma di nudo potere . Una forma che si esprime senza relazione , un potere che sopprime l’altro ,negando la relazione . L’aguzzino  ha agito in forma assoluta ,tuttavia questa forma di potere  semplicemente non esiste . Nella sua ampiezza il potere assoluto non esiste poiché  come scrisse Simon Weil nel libro del potere “la forza è un’illusione ,perché tutti credono di potere quello che vogliono e non capiscono che non tutto è in loro potere “[40]. Nell’altitudine  nemmeno . Sul punto è interessante ricordare la storia  raccontata da  Elias Canetti nel  testo Massa e Potere[41] . Nello specifico nel  capitolo dedicato alla complessa figura del  sultano di  Delhi  Muhammad Tughlak .Il capitolo racconta di come  il popolo di Delhi fosse insoddisfatto della gestione della città  . Di conseguenza ,i cittadini  iniziarono  ad inviare lettere di proteste ,alcune contenenti anche offese pesanti .Un giorno il sultano offeso , decise di esiliare il suo popolo  ,con un semplice gesto della mano .    Il giorno dopo ,in una città vuota , il sultano si affacciò dal tetto del suo palazzo  e  nella solitudine completa ,placò la sua vendetta  . Tuttavia   quando la massa venne fatta rientrare nella città, la fine del sultano era vicina . In una delle sue molteplici interpretazioni dell’enigmatico testo di Canetti  , il sultano rappresenta la figura del potere assoluto che trova la massima concretizzazione nella solitudine  . Le due riflessioni fin qui fatte ,dovrebbero aver chiarito come la semplice idea di potere assoluto sia impossibile da realizzare . Poiché non siamo sull’isola di Robinson Crusoe , ma vi è qualche individuo in più ,  la relazionalità è la formula preferita per  concretizzare la collaborazione per il progresso di tutti  con l’apporto che ogni persona può dare nella sua specialità di essere umano  . In conclusione si può dire che la giustizia è un principio strumentale e relativo che si pone tra le parti come metro per l’attuazione dell’ uguaglianza. Forse era questa la visione ermetica che custodiva Themis . Tuttavia  molto ancora vi è da scoprire sulla giustizia e su themis ma forse questa risposta non appartiene al mondo della filosofia del diritto . Dunque passando di fronte alla cella del bambino di Omelas cosa faremo? lo salveremo ,saremo disposti a sacrificare il bene di tutti per un bambino ? . Sul punto richiamo Damasio , il quale nella sua opera l’errore di Cartesio  critica l’impostazione del filosofo di un mondo fatto completamente di logica ,tralasciando quello della coscienza [42]

 

 


[1] U.K.Le Guin The Ones Who Walk Away from Omelas Creative Co (1992)
[2] D.Brooks ,The Child in the Basement , New York Times ,(2015)
[3]  Sundahl, Mark, The Living Constitution of Ancient Athens: Una prospettiva comparata sul dibattito sull’originismo (23 gennaio 2009). John Marshall Law Review, Forthcoming; Documento di studi giuridici Cleveland-Marshall n. 09-162. Disponibile su SSRN: https://ssrn.com/abstract=1332030
[4] M.Hansen ,The Athenian Democracy in the age of Demosthenes J.A. Crook trans., (1991). pag 15.
[5] D.Macdowell ,the Law in the classical Athens 44 ,(1978)
[6] M.Hansen ,The Athenian Democracy in the age of Demosthenes J.A. Crook trans.,( 1991),pag 250-251.
[7] M. Corsaro – L. Gallo, Storia greca, Milano, Mondadori Education S.p.A, (2010), p. 95.
[8] Sundahl, Mark, The Living Constitution of Ancient Athens: Una prospettiva comparata sul dibattito sull’originismo (23 gennaio 2009). John Marshall Law Review, Forthcoming; Documento di studi giuridici Cleveland-Marshall n. 09-162. Disponibile su SSRN: https://ssrn.com/abstract=1332030 pag 21 .
[9] S.C. Todd  , The shape of Athenian Law 95-96 (1993).
[10][6] M.Hansen ,The Athenian Democracy in the age of Demosthenes J.A. Crook trans., (1991),pag 210.
[11] W.Jaeger ,M.Cacciari , N.Irti  Elogio del diritto ,la nave di Teseo ISBN :978-88-346-0057-3 ,pag 13.
[12] Gagarin, M., “Dikē in the Works and Days”, Classical Philology, Chicago, University of Chicago Press, Vol. 68, No. 2, (1973), 81-94
[13] M.Salamone Equality and Justice in Early Greek Cosmologies: The Paradigm of the “Line of the Horizon”,22 Philosophy and Cosmology. Volume 18, 2017 .
[14] W.Jaeger ,M.Cacciari , N.Irti  Elogio del diritto ,la nave di Teseo ISBN :978-88-346-0057-3 ,pag 17
[15] M.Cacciari , Giustizia e legge. Da Antigone,Cortile di Francesco ( 2019 )
[16] A.Guarino , Istituzioni di diritto romano,ragguaglio  ,Editore Jovene Napoli 2006 pag 14-19.
[17] F.Gallo ,L’officium del pretore nella produzione e nell’applicazione del diritto ,Torino (1997)
[18] A.Palma Humanior Interpretatio . Humanitas nell’interpretazione e nella formazione da Adriano ai Severi ,Torino,pp.1 ss .
[19] A.Palma ,il luogo delle regole ,riflessioni sul processo civile romano ,Giappichelli editore (2016) pag 19 .\
[20] ibidem pag 22
[21] Higgins, Andrew and Levy, Inbar, Politiche giudiziarie, percezione pubblica e scienza del processo decisionale: un nuovo quadro per la legge del pregiudizio arrestato (12 settembre 2019). Civil Justice Quarterly, Volume 38, Issue 3, 2019, 376-399; U of Melbourne Legal Studies Research Paper No. 840. Disponibile su SSRN: https://ssrn.com/abstract=3452329
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[27]C.Fiore,S.Fiore ,Diritto Penale ,parte generale V ed UTET .2016 pp 20-32
[28] Essays, UK. (November 2018). Immanuel Kant Theory of Justice. Retrieved from https://www.ukessays.com/essays/philosophy/immanuel-kant-retributive-theories-of-justice-philosophy-essay.php?vref=1
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[30] M . Foucault ,Sorvegliare e Punire ,Einaudi 2014 pag 117
[31]ibidem p 260
[32 ] ibidem p 266
[33] M.Sandel ,Giustizia,Feltrinelli (2015) p 16
[34] Ibidem  pp 134-140
[35] ibidem pp 158-159
[36] ibidem 162-207
[37] ibidem 275-295
[38] R.Aron ,libertà ed uguaglianza , l’ultima lezione al collegé de france ,EDB Sguardi (2015) pag 58
[39] Human Rights Watch ,You Pray for Death’: Trafficking of Women and Girls in Nigeria , (2019) .
[40] S.Weil ,il libro del potere , chiarelettere editore (2016)
[41]E.Canetti ,Massa e Potere , Adelphi  Xed .pag 515 .
[42] A.R.Damasio ,l’errore di Cartesio ,Adelphi (1995)

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