La durata minima del contratto di franchising (Tesi di laurea)

La durata minima del contratto di franchising (Tesi di laurea)

La durata minima del contratto di franchising

di Carmelo Buscema

Con l’approvazione della Legge 6 Maggio 2004, n. 129, il contratto di affiliazione commerciale ha trovato finalmente collocazione tra le fonti dell’ordinamento italiano.

Al termine del dibattito parlamentare per la sua approvazione, è prevalsa l’idea di limitare lo scopo della legge alla predisposizione di obblighi di trasparenza, con l’obiettivo precipuo di non compromettere la flessibilità che questa forma negoziale, aveva negli anni via via assunto con maggior vigore.

Il nostro legislatore, con l’obiettivo di cui sopra, ha quindi optato per una disclosure law, mediante la quale vengono regolamentati solamente gli aspetti afferenti alla trasparenza nella fase prodromica alla formazione dell’accordo.

La nuova normativa però, così configurata, risulta carente rispetto a quello che è stato da sempre definito come “il vero problema cruciale di tutto il sistema del franchising” ossia, il tema della c.d. “termination” del rapporto.

Si cercherà di dimostrare, nello sviluppo di questo lavoro, che la durata minima elaborata per la tutela dell’affiliato all’art. 3, comma 3° della L. 129/2004, seppure impregnata di una forte valenza assiologica, è destinata, a causa di una infelice formulazione, a ingenerare forti dubbi ermeneutici la cui difficile soluzione è affidata all’interprete.

Si tratterà, nel 1° capitolo, dei profili generali del contratto di franchising e degli elementi caratterizzanti dello stesso sotto il profilo economico.

In un secondo momento, si porrà attenzione al profilo della debolezza contrattuale dell’affiliato, generata da una condizione di dipendenza economica in cui lo stesso versa a causa del sostenimento di investimenti specifici non recuperabili; nel 3° capitolo, infine, si tenterà di ricomporre l’articolato quadro delle problematiche suscitate dal precetto della durata minima del contratto, che trova ubicazione nel 3° comma dell’art. 3 della legge 129/2004, con relative soluzioni percorse dalla dottrina o percorribili in una prospettiva de iure condendo.


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