La sfida della pandemia al mondo della Professione Forense e del Sistema Giustizia

La sfida della pandemia al mondo della Professione Forense e del Sistema Giustizia

Abbiamo vissuto un’esperienza a dir poco fuori dall’ordinario. Fino a due mesi fa, solo in quei film americani di stampo “apocalittico” si poteva narrare ed assistere a ciò che invece abbiamo sperimentato nella realtà ed in prima persona!

Credere che da simili esperienze si possa uscire fingendo che non sia cambiato nulla, significa peccare di scarsissimo senso del reale.

Questa epidemia ha già stravolto la nostra quotidianità sotto ogni suo aspetto, e lascerà un segno indelebile nella storia e nella nostra dimensione sociale, dunque umana.

Ed anche il mondo del lavoro, la produzione, il commercio, le professioni, sono stati investiti e travolti dallo Tsunami COVID 19, ed anche qui non si potrà, ritengo, più tornare indietro.

Che si fa allora?

Come ci insegna Darwin, solo chi sa adattarsi sopravvive e supera la selezione naturale!

Se il mondo del lavoro saprà adattarsi alla mutata realtà, e saprà sperimentare ed apportare nuove modalità di svolgimento di vecchie attività, allora potrà rialzarsi e sopravvivere a questa durissima e spietata selezione.

Da Avvocato, non posso che occuparmi di come la mia/nostra amata Professione abbia duramente “incassato” il colpo assestato dal coronavirus, e di come, a mio modesto avviso, debba saper adeguarsi.

Il colpo infertoci è stato micidiale: da due mesi siamo fermi, i Tribunali sono inaccessibili, e sono emerse tutte quelle precarietà che da sempre conosciamo, ci raccontiamo, biasimiamo, e non risolviamo!

Il virus ha reso lapalissiano il contesto a dir poco inagevole in cui quotidianamente ci ritroviamo a lavorare: aule piccole e sovraffollate, udienze caotiche, enormi fiumi umani che ininterrottamente inondano corridoi, ascensori, Cancellerie… Insomma, l’humus ideale per il contagio!

Saggia, quindi, la decisione di sospendere ogni attività fino al giorno 11 Maggio. Ma dal 12 Maggio, cosa mai accadrà?

Le aule son sempre quelle, la mole di lavoro è rimasta immutata (se non appesantita dalla pausa forzata), il numero degli “avventori delle Aule di Giustizia” sarà sempre esageratamente cospicuo, ed il virus, per quanto ridimensionato, è sempre e tuttora presente e circolante nel Paese.

Soluzioni?

Non ho gradito, e continuo a non gradire, le innumerevoli e sterili polemiche sull’utilizzo del “Processo da remoto”.

Personalmente, credo che la tecnologia debba rappresentare una risorsa, e quando le risorse tradizionali scarseggiano, se l’unico aiuto può concretamente giungere solo dalle potenzialità tecnologiche, è doveroso, nell’Anno di Grazia 2020, farvi ricorso a piene mani e ad animo lieto!

Già ho esposto i limiti poco decorosi dell’ordinario modo di celebrare i processi; potrà mai una videoconferenza svilire la dignità già abbondantemente svilita della Giustizia Italiana? Io penso di no!

Bando, dunque, alle diatribe stucchevoli, e via libera al futuro della Professione e del Sistema Giustizia.

Esiste la piattaforma TEAMS, che in modo intuitivo ed elementare, consente a Giudici, Avvocati, e parti terze, di potersi “incontrare” in un’Aula virtuale, ed ivi svolgere in modo ordinato e tranquillo tutte le incombenze che solitamente svolgiamo “gli uni addosso agli altri”, nel frastuono più totale, nella confusione più totale.

Chi fra i Colleghi può negare di non riuscire a redigere un verbale, perché impossibilitato a trovare un “angolino tranquillo” in cui poggiare il fascicolo e scrivere “come i cristiani”?

Ebbene, con la celebrazione delle udienze da remoto, tutti potremo svolgere le nostre funzioni in modo adeguato.

Per non parlare dei giorni in cui dobbiamo correre da un’aula ad un’altra perché impegnati in due o più udienze contemporaneamente… la videoconferenza può agevolare anche queste situazioni.

Molti hanno sollevato il problema dei testimoni… che scandalo la prova testi da remoto! Ma perché, la prova testi fatta nella baraonda attuale è forse una roba di cui andar fieri?

Testimoni che sostano nei corridoi, e “parlano” con chiunque per ore, testimoni che spesso e volentieri vengono escussi circondati da tutti gli altri Avvocati, Giudici che neppure si curano di “guardare” il teste negli occhi, o che demandano l’escussione ai praticanti.

E la videoconferenza sarebbe uno scandalo? Su dai, siamo seri!

Per non parlare degli innumerevoli rinvii causati dai testi che, puntualmente, non si presentano.

Con l’escussione testi in videoconferenza, il teste non avrà molte scuse: dovrà essere moribondo o ricoverato in ospedale per non poter presenziare.

Da ultimo, non si può sottacere la minore difficoltà a relazionarsi col Giudice… un conto è introdursi “nell’antro infernale” dei Tribunali, un altro è collegarsi comodamente da casa, o dallo studio dell’Avvocato, e colloquiare con un Giudice presente ma meno intimorente.

Insomma, francamente non vedo tutte le difficoltà lamentate da tanti, ma colgo invece solo aspetti positivi ed opportunità vantaggiose.

Auspico quindi che il Processo da remoto venga utilizzato dal 12 Maggio in avanti, e possa diventare una valida ed alternativa modalità di fare udienza.

Allo stesso modo, auspico il potenziamento del processo telematico, con estensione agli Uffici del Giudice di Pace ed al Penale.

Da ultimo, vorrei riflettere velocemente anche sulle nuove possibilità di ricevere i clienti. Gli adeguamenti che gli Studi Professionali dovranno apportare per la Fase 2 dell’emergenza sanitaria, non sono facili per tutti.

Anche qui, mi appello alla realtà del quotidiano: quanti Colleghi, soprattutto giovani come me, per Studio hanno una singola stanza o un piccolo monolocale?

Ma davvero si pensa che in tali situazioni si possa ottemperare ai sacrosanti adeguamenti richiesti e caldeggiati?

Ebbene, ancora una volta, il “nostro buon TEAMS”, o il più diffuso e comune “WhatsApp” possono rappresentare la soluzione!

Tanto è vero che, anche la procura ad litem, ora può legittimamente pervenirci tramite i canali informatici, ed io aggiungo: viva Iddio!

In conclusione, ritengo convintamente che il potenziamento del processo telematico, la sua estensione ad ogni ambito, e l’introduzione del Processo da remoto o della trattazione scritta e telematica delle udienze, rappresentino in concreto quella darwiniana capacità di adattamento che la sfida della pandemia ci ha posto innanzi.


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Avv. Ivana Consolo

Sono l'Avv. Ivana Consolo ed esercito la Professione Forense presso il Foro di Catanzaro dall'anno 2010. Mi sono laureata nell'anno 2007 presso l'Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro, conseguendo il voto di 110/110 e Lode Accademica, con una tesi in Diritto di Famiglia dal titolo: "La capacità di discernimento del minore e la riforma dell'adozione". Il mio ambito di attività è costituito prettamente dal Diritto Civile in ogni suo settore. Lavoro in autonomia presso il mio Studio Professionale, sito in Catanzaro, Viale De Filippis n. 38; sono altresì Mediatore per la Società di Mediaconciliazione Borlaw. Da sempre ho una naturale abilità nella scrittura, e per questo sono qui, ad offrire a chi avrà la bontà di leggere, ciò che periodicamente redigo.

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