Le innovazioni di Lisbona sul sistema dell’amministrazione europea (Tesi di laurea)

Le innovazioni di Lisbona sul sistema dell’amministrazione europea (Tesi di laurea)

Le innovazioni di Lisbona sul sistema dell’amministrazione europea

di Valentina Bastante

Il presente lavoro si apre con una descrizione dei modelli organizzativi dell’amministrazione europea e della loro evoluzione.

Viene illustrato il passaggio da un sistema dotato di un apparato amministrativo estremamente ridotto imperniato sul principio della amministrazione indiretta, per cui l’esecuzione delle norme europee viene, di norma, prevalentemente affidata agli Stati membri, ad un sistema più complesso, basato sulla collaborazione tra autorità europee e autorità nazionali, le quali interagiscono all’interno di un unico procedimento. In entrambe le fasi sopravvivono le ipotesi di amministrazione diretta, in cui l’amministrazione europea, impersonata dalla Commissione, si occupa direttamente dell’esecuzione delle sue regole. Tali ipotesi, inizialmente eccezionali, crescono nel tempo.

Vengono di seguito analizzati i modelli strutturali prevalenti, ossia il modello della Commissione con i suoi uffici, il modello delle le agenzie esecutive, il modello dei comitati e le agenzie europee.

La seconda parte della trattazione è, invece, interamente dedicata alle novità che il Trattato di Lisbona ha apportato all’amministrazione europea e riprende in buona parte le modifiche che si era già tentato di introdurre con la sfortunata Costituzione europea. L’attenzione viene concentrata principalmente su tre profili ovvero l’introduzione di una nuova competenza dell’Unione per il sostegno, il coordinamento e il completamento dell’azione degli Stati membri nel settore della cooperazione amministrativa (artt. 6 e 197 TFUE); l’esplicito riconoscimento di un’amministrazione diretta dell’Unione e la previsione di regole generali riguardanti il suo funzionamento (art. 298 TFUE); l’attribuzione di valore giuridico vincolante alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e, di conseguenza, ai diritti in essa contenuti, tra cui rilevano, ai presenti fini, i diritti relativi alla cittadinanza amministrativa.

Di questi ultimi, in particolare, vengono approfonditi il diritto ad una buona amministrazione (art. 41), il diritto di accesso ai documenti amministrativi (art. 42), il diritto di sottoporre al mediatore europeo casi di cattiva amministrazione (art. 43). L’ultimo paragrafo riguarda, invece, un diritto previsto soltanto dal Trattato di Lisbona e non menzionato nella Carta dei diritti, ovvero il diritto di iniziativa popolare (art. 11 TUE e art. 24 TFUE), introdotto al fine di avvicinare i cittadini alle istituzioni europee oltre che per garantire una maggiore partecipazione alla vita democratica dell’Unione e un loro maggiore coinvolgimento nel processo decisionale europeo.


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