Mamme avvocato: arriva il legittimo impedimento per legge

Mamme avvocato: arriva il legittimo impedimento per legge

Dopo un lungo percorso legislativo è stato approvato l’emendamento al ddl bilancio che introduce il legittimo impedimento per legge per le donne avvocato in maternità. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che la donna/avvocato vedrà riconosciuti maggiori diritti, e di conseguenza maggiori tutela, durante la sua gravidanza: ossia scatterà il legittimo impedimento per le donne/avvocato in maternità.

La novità è arrivata grazie ad un emendamento sottoscritto da due parlamentari (Nunzia Di Girolamo appartenente a Fi e Anna Rossomando appartenente al Pd); tale emendamento è stato successivamente approvato con consensi provenienti dai vari schieramenti politici in commissione Bilancio alla Camera durante l’esame della manovra.

Legittimo impedimento per le donne avvocato in maternità.

Ora che abbiamo introdotto l’argomento, possiamo analizzarlo, brevemente, più da vicino. Come già anticipato, la misura, che ricalca principalmente il disegno di legge presentato nei mesi scorsi e all’esame della commissione giustizia della Camera, prevede quindi maggiori tutele per le donne avvocato.

In sostanza, gravidanza e maternità potranno essere considerate come un “legittimo impedimento” a comparire nei procedimenti. Si legge nel testo: “il difensore che abbia comunicato prontamente lo stato di gravidanza si ritiene legittimamente impedito a comparire nei due mesi precedenti la data presunta del parto e nei tre mesi successivi“.

Quando il difensore documenta il proprio stato di gravidanza, prevede la modifica, il giudice ai fini della fissazione del calendario del processo tiene conto del periodo della gravidanza e della maternità. Le stesse regole valgono anche in caso di adozioni.

Il nuovo art. 420-ter del codice di procedura penale.

L’importanza dell’emendamento approvato la si evince soprattutto all’interno del processo penale; l’emendamento ha, infatti, avuto come obbiettivo quello di integrare l’art. 420-ter c.p.p., con l’inserimento di un comma 5-bis, nel quale si prevede il “legittimo impedimento dell’avvocata il periodo di maternità per i due mesi antecedenti la data del parto e per i tre mesi successivi al parto“.

Lo stato di gravidanza deve, in ogni caso, essere documentato mediante certificazione del medico curante da depositare entro tre giorni dalla richiesta in udienza tramite persona allo scopo delegata o inviata in cancelleria tramite PEC.

In tale caso “il giudice, su richiesta del difensore, rinvia il processo ad altra udienza, tenendo conto della scadenza naturale dell’impedimento del difensore e comunque non oltre trenta giorni rispetto alla data di cessazione dell’impedimento medesimo“.

Come vediamo, quindi, si è arrivati ad un legittimo riconoscimento per le donne/avvocato; legittimo impedimento che di conseguenza si traduce in un vero e proprio diritto alla difesa (diritto che inizialmente veniva a mancare, dal momento che non era riconosciuta alle donne/avvocato la possibilità di assentarsi in caso di maternità o di adozione).


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Francesca Micolucci

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