Ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame

Ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame

“Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”

Nella mia ora di libertà – Fabrizio De André

Cass. Pen., sez. V, 2 maggio 2016, n. 18248 Presidente Fumo – Relatore Morelli

a cura di Giacomo Romano

Il caso

Un clochard, «persona straniera senza fissa dimora, si era impossessato di generi alimentari del valore di 4 euro».

Il senza tetto era stato notato da un cliente mentre si impossessava della merce ed era stato immediatamente segnalato al personale che l’aveva bloccato, ottenendo la pronta restituzione dei beni.

Tanto il Tribunale di Genova che la Corte d’Appello di Genova ritenevano l’uomo «responsabile di furto» e lo condannavano alla pena di giustizia previa concessione dell’attenuante di cui all’art.62 n°4 c.p. con giudizio di equivalenza sulla recidiva.

Il Procuratore Generale proponeva ricorso avverso la decisione deducendo violazione di legge in ordine alla qualificazione giuridica del fatto e difetto di motivazione in ordine alla prospettata derubricazione del reato consumato in reato tentato ed alla applicazione della previsione di cui all’art.131-bis c.p.

La decisione

Il furto ha avuto per oggetto due porzioni di formaggio ed una confezione di wurstel del valore complessivo di quattro euro; l’imputato ha pagato alle casse soltanto una confezione di grissini ed ha nascosto gli altri generi alimentari sotto la giacca.

Il pover’uomo era un «soggetto privo di dimora e di occupazione».

La condizione dell’imputato e le circostanze in cui è avvenuto l’impossessamento della merce dimostrano che «egli si impossessò di quel poco cibo per far fronte ad una immediata ed imprescindibile esigenza di alimentarsi», agendo quindi in stato di necessità.

L’accertamento dell’esistenza di una causa di giustificazione impone l’annullamento della sentenza impugnata perché il fatto non costituisce reato.


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Avv. Giacomo Romano

Ideatore e Coordinatore at Salvis Juribus
Nato a Napoli nel 1989, ha conseguito la laurea in giurisprudenza nell’ottobre 2012 con pieni voti e lode, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, discutendo una tesi in diritto amministrativo dal titolo "Le c.d. clausole esorbitanti nell’esecuzione dell’appalto di opere pubbliche", relatore Prof. Fiorenzo Liguori. Nel luglio 2014 ha conseguito il diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Subito dopo, ha collaborato per un anno con l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli occupandosi, prevalentemente, del contenzioso amministrativo. Nell’anno successivo, ha collaborato con uno studio legale napoletano operante nel settore amministrativo. Successivamente, si è occupato del contenzioso bancario e amministrativo presso studi legali con sede in Napoli e Verona. La passione per l’editoria gli ha permesso di intrattenere una collaborazione professionale con una nota casa editrice italiana. È autore di innumerevoli pubblicazioni sulla rivista “Gazzetta Forense” con la quale collabora assiduamente da giugno 2013. Ad oggi, intrattiene collaborazioni professionali con svariate riviste di settore e studi professionali. È titolare di “Salvis Juribus Law Firm”, studio legale presso cui, insieme ai suoi collaboratori, svolge quotidianamente l’attività professionale avendo modo di occuparsi, in particolare, di problematiche giuridiche relative ai Concorsi Pubblici, Esami di Stato, Esami d’Abilitazione, Urbanistica ed Edilizia, Contratti Pubblici ed Appalti.

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