Procedure estradizionali e pene configuranti violazione dei diritti umani fondamentali (Tesi di laurea)

Procedure estradizionali e pene configuranti violazione dei diritti umani fondamentali (Tesi di laurea)

Procedure estradizionali e pene configuranti violazione dei diritti umani fondamentali

di Francesca Fiorito

La tesi segue un percorso preciso che parte con l’illustrazione della pratica dell’estradizione, passa attraverso la difficile affermazione dei diritti umani fondamentali nel patrimonio europeo, prosegue con un’analisi sugli effetti e le conseguenze della pena su questi diritti e, termina con una riflessione su come la cooperazione giudiziaria oggi giorno possa essere un valido strumento di risoluzione a queste problematiche. Riflessione che nasce soprattutto in seguito all’attuale crisi di Schengen che sta interessando l’Unione Europea.

Nel primo capitolo si analizzano la prassi e le problematiche applicative della procedura estradizionale. Viene spiegato il significato di questa pratica, mettendo in evidenza i principi che ne fanno da cardine e i limiti a cui essa è sottoposta. Si pone l’attenzione sulle due diverse modalità di attuazione della procedura, quella attiva e quella passiva, spiegandone le analogie e le differenze. Ci si sofferma sulle fasi di sviluppo e attuazione dell’estradizione e, sul ruolo che i soggetti investiti nella procedura rivestono. L’analisi si è basata soprattutto sull’importanza che l’emanazione della Convenzione europea di estradizione del 1957, ha rivestito per la disciplina dell’estradizione stessa. Infine, si mette in evidenza come la procedura estradizionale rappresenti una delle più importanti forme di cooperazione giudiziaria in materia penale tra Stati, regolata da norme di diritto internazionale.

Durante la fase di esecuzione della procedura estradizionale, si corre il rischio di andare a violare alcuni dei diritti fondamentali della persona. Nel secondo capitolo dell’elaborato, prima di andare ad analizzare quali sono le misure adottate per evitare che ciò si realizzi, ci si sofferma sul Progetto Europa e, su quali siano state le sue conquiste e i suoi fallimenti proprio in materia di diritti umani fondamentali. Si parte dalla nascita di questi diritti e dalla loro difficile affermazione nella storia giurisprudenziale. Il Progetto Europa si è posto come finalità principale quello di creare un’Europa “integrata”, in tema di diritti e della loro tutela.

Nel lavoro si esamina anche il volto oscuro dell’Europa che, purtroppo, sembra sempre più prendere il sopravvento. Partendo dalle origini del lungo e per niente facile percorso che ha visto il riconoscimento dei diritti fondamentali come principi cardine del diritto comunitario e, che ha fatto della loro tutela il principale obiettivo da perseguire, si indaga il rapporto che lega le Corti e le Carte in tale materia. Si parla della relazione che intercorre tra la Corte di Giustizia europea e le Corti costituzionali, soffermandosi sui principi che la regolano. Si procede con un excursus dei vari Trattati, Carte e Convenzioni che hanno portato all’affermazione dei diritti umani fondamentali nel panorama comunitario. Si mette, poi, in evidenza lo strettissimo rapporto che lega i diritti umani al diritto penale sostanziale. Come forma di possibile risoluzione a questi problemi si individua l’adesione alla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo che, garantisce l’osservanza dei diritti fondamentali all’interno degli Stati aderenti. Ci si riallaccia al rapporto che lega l’estradizione alla tutela dei diritti fondamentali e agli effetti che da questo possono conseguire. Partendo dal presupposto che per una maggiore forma di tutela e di controllo sono auspicabili gli interventi di nuove forme di cooperazione intergovernativa, si analizzano i limiti che il codice di procedura penale pone nei confronti delle pratiche estradizionali proprio per evitare la violazione dei diritti umani fondamentali. Ci si sofferma, per primo, sull’art. 698 che preclude il compimento della procedura dell’estradizione per i reati politici e, per i casi in cui ci siano ragioni fondate di ritenere che l’estradando sarà sottoposto a pratiche che violino o limitino la sua libertà personale. Queste pratiche potrebbero, infatti, violare l’art. 3 della CEDU che sancisce i diritti dell’individuo alla libertà e alla sicurezza. Si passa, poi, all’art. 705 che fissa le condizioni per potere effettivamente acconsentire alla decisione sull’estradizione. Da questa analisi è emerso che la Corte d’appello emetterà pronuncia contraria all’estradizione qualora ci si trovi in presenza degli atti, delle pene o, dei trattamenti indicati proprio nell’art. 698, contrari ai diritti fondamentali dell’individuo.

Nel terzo ed ultimo capitolo della tesi, si continua l’analisi sulla violazione dei diritti fondamentali dell’uomo, partendo dai limiti all’eseguibilità della procedura estradizionale sanciti nel codice penale ed esposti nei precedenti capitoli, fino ad arrivare ad uno sguardo più approfondito sulla pena. Infatti anche la stessa pena può andare a configurare ipotesi di violazione dei diritti umani fondamentali. Innanzitutto si indaga sui rapporti che legano i diritti umani alla pena, con le corrispondenti valutazioni sulla meritevolezza della pena secondo i parametri del diritto comunitario. Si mette in evidenza come ad essere fondamentale sia il rispetto della dignità della persona e quindi la conseguente necessità di avere una pena che sia umana. Oggi giorno tra tutte le pene quella che rappresenta sicuramente una grande violazione dei diritti fondamentali della vita umana, è quella di morte. Questa terribile forma di “punizione” che ancora alcuni Stati attualmente si ostinano a voler mantenere in vigore, è un chiaro esempio di arretratezza rispetto a tutte le grandi conquiste che a fatica si erano ottenute in materia di tutela dei diritti umani fondamentali. In questo capitolo si compie un vero e proprio excursus storico della pena di morte, puntando l’attenzione sulla posizione del mondo rispetto ad essa e, sulle tesi favorevoli ed abolizioniste. Poi, si raffrontano l’Italia e gli Stati Uniti, non solo in merito alla pena di morte, ma anche sui diversi modi di procedere all’estradizione e a tutelare i diritti umani fondamentali. Si conclude la trattazione ritornando all’Europa e ponendo l’attenzione sulla grave crisi che stiamo attraversando in seguito agli attentati che continuano a colpirci e, al significato che oggi giorno assumono gli Accordi di Schengen. Accordi che nascono con la finalità di garantire la libera circolazione delle persone nel territorio dell’Unione che, sembrano essere stati messi in crisi. Infatti alcuni Stati per reprimere l’imponente avanzamento di queste manifestazioni di criminalità organizzata, hanno proposto di chiudere le frontiere. Ci auguriamo di non arrivare mai a tanto, perché questo vorrebbe dire vanificare il grande sforzo computo dall’Europa per l’affermazione dei diritti fondamentali dell’uomo.


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