Processo penale italiano: come si svolge

Processo penale italiano: come si svolge

Il processo penale italiano ha inizio quando la Polizia o il Pubblico Ministero vengono a conoscenza di un fatto che potrebbe essere considerato un reato. Per alcuni reati si procede soltanto se vi è stata denuncia penale della persona offesa. Per altri reati (più gravi) si procederà d’ufficio e dunque non sarà necessaria la denuncia penale.

Ricevuta la notizia di reato, avranno inizio le indagini la cui durata varierà in relazione al tipo di reato per il quale si procede.

Durante le indagini, indagato e persona offesa potranno, con l’aiuto dei loro avvocati o supporto di consulenti tecnici svolgere indagini difensive, il cui risultato potrà essere presentato al Pubblico Ministero titolare del procedimento penale, per supportare le difese di ciascuno.

Concluse le indagini preliminari, il Pubblico Ministero deciderà se rinviare a giudizio la persona ritenuta responsabile del reato oppure presentare richiesta di archiviazione del procedimento penale, sulla quale deciderà il Giudice per le Indagini Preliminari.

Contro la richiesta di archiviazione l’indagato e la persona offesa possono presentare opposizione, a seguito della quale verrà fissata un’udienza di discussione. In questo caso, sarà il Giudice per le Indagini Preliminari a decidere se disporre che vengano eseguite nuove indagini o archiviare il caso. In determinate ipotesi, il Giudice potrà anche ordinare al Pubblico Ministero di formalizzare una incriminazione a carico dell’indagato (si parla di imputazione coatta).

Il codice di procedura penale prevede poi che, per alcuni reati, tra la fine delle indagini preliminari e l’inizio del processo penale, venga svolta un’udienza detta “preliminare”.

L’udienza preliminare offre maggiori garanzie all’imputato, in quanto durante la discussione il difensore potrà esporre al Giudice le ragioni per le quali il processo contro il proprio assistito non dovrebbe avere inizio, perché sono ritenute insufficienti o non idonee a sostenere l’accusa le prove raccolte dal Pubblico Ministero. Spetterà al Giudice decidere se rinviare a giudizio l’imputato o emettere una sentenza detta “di non luogo a procedere”.

Nel caso abbia inizio il processo penale, l’imputato avrà la possibilità di chiedere di essere ascoltato, potrà presentare documenti e testimoni a suo favore. Stessi diritti vengono riconosciuti alla persona offesa (la vittima del reato) che potrà partecipare al processo penale al fine di ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti come conseguenza del reato.

La lista dei testimoni per ciascuna delle parti va presentata necessariamente almeno sette giorni prima della data fissata per l’inizio del processo penale (causa penale), pena la decadenza dal diritto di presentare testimoni.

Il diritto processuale penale italiano consente all’imputato di chiedere che il processo contro di lui venga definito con un rito alternativo al giudizio ordinario. La scelta di un rito alternativo consentirà la riduzione della pena, in caso di condanna.

Terminato il giudizio di primo grado, il Giudice pronuncerà una sentenza che dovrà essere motivata e potrà essere impugnata o dall’imputato (in caso di condanna) o dal Pubblico Ministero (in caso di assoluzione).

Anche alla persona offesa è riconosciuto il diritto ad impugnare la sentenza.

Esistono in Italia tre gradi di giudizio: Tribunale (composizione collegiale o monocratica), Corte di Appello e Corte di Cassazione.

Processo penale italiano: le garanzie per gli imputati stranieri

Molto spesso gli stranieri coinvolti in un processo penale in Italia, non vengono messi a conoscenza di quelli che sono i diritti riconosciuti loro dalla legge italiana.

Pochi stranieri, accusati di un reato in Italia, o anche semplici vittime di reati, sono a conoscenza del fatto che hanno diritto ad essere assistiti da un interprete, nella lingua da loro conosciuta. Il diritto all’assistenza e traduzione degli atti processuali nella lingua madre dello straniero, previsto dall’articolo 143 del codice di procedura penale, è garantito oltre che dalla Costituzione italiana anche dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e trova il proprio fondamento nel diritto di difesa riconosciuto a ciascuno nell’ambito del processo penale italiano.

Nel processo penale italiano, infatti, il primo a dovere difendersi dalle accuse che gli vengono mosse è la persona ritenuta responsabile del reato. Se, dunque, lo straniero non viene messo in grado di comprendere il contenuto di un provvedimento a lui destinato, o di esprimere le proprie difese orali nella sua lingua madre, conseguentemente, non potrà predisporre adeguatamente la propria difesa, né aiutare il proprio difensore ad elaborare una corretta e la migliore strategia difensiva.

L’omissione della traduzione di un provvedimento essenziale destinato allo straniero, comporterà la nullità del provvedimento stesso e non rari sono i casi in cui il procedimento penale dovrà tornare indietro per rimediare alla nullità.

Allo stesso modo se, durante il processo, dovessero essere ascoltati testimoni stranieri, anche costoro avranno diritto ad essere affiancati da un interprete che parli la loro lingua.

Il diritto processuale penale italiano riconosce all’imputato o indagato straniero il diritto all’assistenza gratuita di un interprete anche per le comunicazioni con il difensore prima di rendere un interrogatorio, o al fine di presentare una richiesta o una memoria difensiva nel corso del procedimento penale.

Processo penale italiano: le garanzie per le persone offese straniere

Se la persona straniera, vittima di reato, pensa che l’ostacolo linguistico possa interferire con il proprio diritto ad ottenere un risarcimento per il danno subito nell’ambito di un processo penale italiano, tale convinzione è assolutamente sbagliata.

Il legislatore italiano ha, infatti, previsto la possibilità che anche la persona offesa straniera abbia diritto ad un interprete, se non conosce o non parla la lingua italiana.

La persona offesa straniera che ha subito un danno per effetto di un reato, potrà partecipare al processo per il tramite di un procuratore speciale.

In quest’ultimo caso, è generalmente il difensore della persona offesa ad agire in nome e per conto del proprio assistito. Basterà conferire all’avvocato una procura speciale, redatta in duplice lingua (italiano e lingua dello straniero) che attribuisce al procuratore il potere di partecipare al processo al posto della persona offesa e di richiedere il risarcimento del danno in nome e per suo conto.

Processo penale italiano: cosa accade nella realtà?

Sebbene l’ordinamento giuridico italiano appresti in favore degli stranieri tutta una serie di garanzie processuali, non sempre queste sono conosciute e rese note agli stranieri che, magari in vacanza in Italia, si trovano ad essere coinvolti in un reato, o come imputati o come vittime.

Molto spesso sono gli stessi organi deputati a garantire l’osservanza delle regole di legge ad omettere allo straniero la comunicazione in ordine a quelli che sono i suoi diritti all’interno del processo penale italiano. Diritti che già esistono ancora prima che abbia inizio il processo (si pensi ad esempio al momento della identificazione o all’assunzione di informazioni dello straniero in fase di indagini) e la cui violazione potrebbe interferire negativamente sull’esito processuale.

Tra i tanti casi che accadono più spesso è il momento in cui lo straniero, indagato per un reato, venga portato presso gli Uffici di Polizia per l’identificazione e qui gli viene assegnato un difensore d’ufficio. Il più delle volte lo straniero non soltanto non viene messo a conoscenza del fatto che l’identificazione è l’atto preliminare allo svolgimento di indagini penali contro di lui ma non viene nemmeno reso edotto del fatto che già in quel momento gli viene assegnato un difensore d’ufficio. La conseguenza è che lo straniero torna tranquillamente in Patria, convinto che nulla sia accaduto quando, al contrario, è indagato in Italia per un reato e rischia anche che il processo penale si svolga in sua assenza, con possibile condanna.

Non rari sono i casi in cui lo straniero viene a conoscenza di una condanna penale subita in Italia, senza aver saputo che un processo penale contro di lui è stato svolto.

Essendo rimesso al Giudice l’accertamento circa la conoscenza o meno della lingua italiana da parte dello straniero imputato di un reato, non rari sono i casi in cui il semplice pronunciare una parola in lingua italiana, possa determinare la convinzione che l’imputato è in grado di capire e comprendere la nostra lingua.

Ecco perché l’assistenza di avvocati italiani, che parlino possibilmente altre lingue, diventa indispensabile nei casi in cui si rimanga coinvolti in un processo penale in Italia, anche nel ruolo di vittime.


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Ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo discutendo una tesi sperimentale in Diritto Penale Tributario e ha ottenuto il Diploma di Specializzazione in Professioni Legali preso la medesima Università. Al termine del percorso post laurea ha svolto un tirocinio presso gli Uffici della Procura delle Repubblica presso il Tribunale di Palermo, ha conseguito un Diploma in Diritto Tributario Europeo ed Internazionale, ha frequentato un corso telematico in Diritto Penale Internazionale organizzato dalla School of Law della Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio (USA) e ha inoltre frequentato il Master biennale in Difensore Tributario organizzato dall’Unione Nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi. Negli anni ha maturato una specifica competenza in tema di Diritto internazionale, Diritto immobiliare Diritto tributario, Diritto dell’Immigrazione, nonché in tema di reati fiscali ed reati economici. Approfondito il settore dell'assistenza alle imprese e specificamente dell’auto-imprenditorialità (valido strumento per la creazione di opportunità professionali giovanili), fornisce specifica assistenza in tema di Start-up, Start-up innovative ed internazionalizzazione delle PMI, in stretta correlazione con la nuova normativa italiana in tema di microcredito e mentoring. Di lingua madre italiana, parla fluentemente la lingua inglese e conosce la lingua francese.

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