Linee guida sul Pola e il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”. Il lavoro agile contrattualizzato

Linee guida sul Pola e il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”. Il lavoro agile contrattualizzato

L’epidemia sanitaria ha accelerato la trasformazione e l’innovazione in chiave digitale della Pubblica Amministrazione.

L’applicazione da parte delle Pubbliche Amministrazioni del lavoro agile, causata dall’epidemia Covid-19, ha consentito di mettere in luce punti di forza e di debolezza di tale modalità lavorativa[1]; in particolar modo, si può affermare che il settore pubblico, pur avendo dimostrato una capacità di adattamento e di risposta alle esigenze dei cittadini che così scontata non era, necessita di un corpus normativo dello smart working, che regolamenti i limiti applicativi, i modi di esecuzione dell’attività lavorativa, nonché le modalità di controllo delle prestazioni[2].

Riprendendo quanto affermato dal Decreto Rilancio, DL. 34/2020[3], art. 263, in data 9 dicembre 2020 sono state pubblicate, da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le “Linee Guida sul Piano Organizzativo del Lavoro Agile (Pola) e Indicatori di Performance[4]”, al fine di “fornire alcune indicazioni metodologiche per supportare le amministrazioni nel passaggio della modalità di lavoro agile dalla fase emergenziale a quella ordinaria”, come indicato nel preambolo del documento.

In primo luogo, si deve evidenziare che le Linee Guida raccomandano alle amministrazioni di elaborare un programma di sviluppo del lavoro agile nell’arco temporale di un triennio, da adottare entro il 31 gennaio di ogni anno, al fine di migliorare anche l’offerta di servizi ai cittadini e alle imprese.

Viene, quindi, lasciata autonomia alla singola pubblica amministrazione nell’individuazione delle modalità attuative del Lavoro Agile, al fine di dare la possibilità ad almeno il 60 % dei dipendenti con attività compatibili di poter svolgere la propria prestazione lavorativa da remoto prevedendo, inoltre, che in caso di mancata attuazione del Pola, venga comunque garantito ad almeno il 30 % dei dipendenti che lo richiedono di poter svolgere in modalità agile la propria attività lavorativa[5].

In altri termini, l’amministrazione che adotta un progetto “smart working” deve articolare il suddetto programma in tre fasi; la fase di avvio, la fase di sviluppo intermedio e quella di sviluppo avanzato, distribuite in un intervallo di tempo massimo pari a tre anni.

In particolar modo, la pubblica amministrazione deve indicare le misure organizzative scelte al fine di implementare la suddetta modalità lavorativa, le dotazioni tecnologiche a disposizione per avviare la sperimentazione medesima, i percorsi formativi a cui debbano essere sottoposti i dipendenti, nonché gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti da parte dei lavoratori, dell’efficacia dell’azione amministrativa e della digitalizzazione dei processi. Inoltre, sono oggetto di analisi del Pola anche le conseguenze del lavoro agile sui processi interni e sulla qualità dei servizi offerti.

Analizzando il Piano Organizzativo del Lavoro Agile, si deve affermare che la PA è chiamata a trasformarsi radicalmente per diventare acceleratore di innovazione. Nonostante ciò, suscita particolare attenzione il fatto che le Linee Guida di cui si discute non dedichino molta importanza alla creazione di uno smart-office a favore del dipendente pubblico, nonché non obblighino tutte le amministrazioni pubbliche all’adozione del Pola, pur dovendo garantire che almeno il 30 percento dei dipendenti lavori in smart working.

Inoltre, non si deve dimenticare che risulta impraticabile l’adozione del Pola per i piccoli enti che, secondo le predette Linee Guida, possono adeguarsi al “presente documento compatibilmente con le loro caratteristiche e dimensioni[6]”, restando salva la disciplina prevista dall’articolo 169, comma 3-bis, del Tuel, [7]secondo cui il “Piano delle performance”, insieme a quello degli obiettivi confluisce nel Peg, deliberato dalla Giunta Comunale entro venti giorni dall’approvazione del bilancio di previsione e non entro il 31 gennaio, termine previsto per le altre PA per l’approvazione del Pola[8].

L’obiettivo è, quindi, creare piani specifici, fatti su misura per ogni singola amministrazione, in modo da valutare dove il lavoro agile comporti maggiore o minore efficienza e, di conseguenza, la percentuale di smart working aumenterà o diminuirà. Non a caso, il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha chiarito che, nel caso in cui non si riesca a garantire la qualità dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione, il lavoro agile non si può applicare[9].

In conclusione, si può affermare che il Pola rappresenta la programmazione fondamentale per il settore pubblico al fine di poter garantire una corretta valutazione della qualità dei servizi prodotti dai dipendenti che prestano la propria attività lavorativa da remoto. [10]

Oltre alle Linee Guida sul Pola, anche il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, insieme al Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, individua come obiettivi fondamentali da perseguire il rinnovamento dell’organizzazione, del lavoro e della tecnologia all’interno della pubblica amministrazione; in particolar modo, infatti, viene individuata una disciplina del lavoro agile per via contrattuale come elemento qualificante di questa strategia[11].

Alla base del Patto siglato in data 10 marzo 2021, in conformità a quanto sancito anche dal Pola, si è stabilito che nei futuri contratti collettivi nazionali verrà definita una disciplina normativa ed economica volta a garantire non solo condizioni di lavoro flessibili a favore dei dipendenti, ma anche tali da conciliare gli obiettivi e i risultati che devono essere raggiunti da parte della Pubblica Amministrazione.

In particolar modo, verranno disciplinati il diritto alla disconnessione, le fasce di reperibilità, il diritto alla formazione specifica, la protezione dei dati personali e il regime dei permessi e delle assenze[12].

Merita di essere segnalato che, secondo quanto previsto nel Patto medesimo, la costruzione di una Pubblica Amministrazione moderna si fonderà sulla valorizzazione delle competenze digitali acquisite nel corso degli anni da parte dei dipendenti; in altri termini, ciascun dipendente pubblico dovrà essere titolare di un diritto/dovere soggettivo alla formazione continua, organizzata da parte della pubblica amministrazione tramite percorsi formativi di eccellenza[13].

In conclusione, si può affermare che sia il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” sia le Linee Guida sul Pola sono volti alla modernizzazione della pubblica amministrazione e ad un incremento della coesione sociale, valorizzando i dipendenti pubblici e le loro competenze, assicurando una maggiore flessibilità tra i tempi di vita e di lavoro e, infine, perseguendo anche l’obiettivo di valutare l’efficienza della pubblica amministrazione medesima, nonchè la qualità dei servizi da garantire ai cittadini[14].

In altre parole, bisogna regolamentare il lavoro agile negli uffici pubblici, per renderlo uno strumento serio, efficiente, premiato e controllato[15].

 

 

 

 


[1] “Pola”: le Linee-guida approvate dal Ministero della P.A. e le indicazioni attuative, su entilocali-online.it, 19 gennaio 2021
[2] RENZO TURATTO, “Lo smart working nella PA diventa standard: ecco cosa funziona e cosa no”, in agendadigitale.eu, 18 marzo 2021
[3] Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34, “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche. Sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19.” (20G00052) (GU Serie Generale n. 128 del 19-05-2020 – Suppl. Ordinario n.21), art. 263, “Disposizioni in materia di lavoro agile e per il personale delle pubbliche amministrazioni”
[4] “Linee Guida sul Piano Organizzativo del Lavoro Agile (POLA) e Indicatori di Performance”, Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento della Funzione Pubblica, Decreto Ministro PA 9 dicembre 2020
[5] FIORELLA CRESPI, “Lavoro Agile: legge ed evoluzione normativa dello Smart Working”, cit.
[6] GIANLUIGI COGO, “Smart working nella PA: cosa dicono le Linee Guida sul POLA”, in forumpa.it, 15 dicembre 2020
[7] Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, “Testo Unico delle Leggi sull’ordinamento degli Enti Locali a norma dell’articolo 31 della Legge 3 agosto 1999, n. 265”, (G.U. n. 227 del 28 settembre 2000, s.o. n. 162/L)
[8] “Pola”: le Linee-guida approvate dal Ministero della P.A. e le indicazioni attuative, cit.
[9] STEFANO RIZZUTI, “Pa, stop allo smart working se gli uffici non riescono a garantire servizi adeguati”, su fanpage.it, 16 marzo 2021
[10]Smart working nella PA del “new normal”: il ruolo del POLA e delle piattaforme digitali, su forumpa.it, 29 marzo 2021
[11] NICOLA BARONE, “Pa, Draghi e Brunetta firmano la riforma: lo smart working nel contratto”, su “Il Sole 24 Ore”, 10 marzo 2021
[12]Cosa prevede il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e cosa cambia per lo smart working”, in quifinanza.it, 15 marzo 2021
[13]Smart working e formazione nel Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, su insic.it, 10 marzo 2021; si veda anche “Firmato il patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, in diritto.it, 10 marzo 2021
[14]Pa. Dallo smart working al digitale, Governo e sindacati firmano il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, in quotidianosanita.it, 10 marzo 2021; si veda anche ANNALISA CANGEMI, “Smart working solo al 30%: così Brunetta vuole cambiare il contratto della Pubblica Amministrazione”, in fanpage.it, 25 marzo 2021
[15] MARIANGELA CELIBERTI, “Smart working e furbetti: Brunetta al lavoro su normativa per la PA”, su theitaliantimes.it, 22 marzo 2021

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