Motu Proprio “Imparare a congedarsi”. Novità sulla rinuncia all’ufficio ecclesiastico.

Motu Proprio “Imparare a congedarsi”. Novità sulla rinuncia all’ufficio ecclesiastico.

Papa Francesco in data 12 febbraio 2018, ha emanato una lettera apostolica in forma di Motu Proprio, relativa alle modalità, per rinuncia di età, dei titolari di alcuni uffici ecclesiastici, come quello di Vescovo diocesano, coadiutore ed ausiliario, nonché per gli uffici relativi capi di Dicastero della Curia Romana, prelati superiori della stessa e rappresentanti pontifici.

Ma prima di esprimere qualche considerazione in merito al Motu Proprio, è opportuno fare qualche cenno sull’ufficio ecclesiastico e sulla rinuncia.

Ai sensi del canone 145 del codice, l’ufficio ecclesiastico è “qualunque incarico, costituito stabilmente per disposizione sia divina sia ecclesiastica da esercitarsi per un fine spirituale”. Dunque, l’ufficio ecclesiastico è un incarico, ovvero un servizio, inteso come insieme di attività sia materiali che spirituali, svolto per un fine proprio della Chiesa. L’incarico, pertanto, costituisce l’oggetto dell’ufficio, ossia la carica o la funzione munita di diritti ed obblighi propri. Esso costituisce ciò che si è chiamati ad esercitare dalla Chiesa, nella Chiesa e per la Chiesa. In altre parole, esso non è altro che una formale chiamata a svolgere un incarico istituzionale già configurato e strutturato nella sua sostanzialità.

L’incarico deve essere stabile. La stabilità sottolinea la natura istituzionale dell’ufficio ecclesiastico. Gli incarichi non vengono affidati alle singole persone sulla base di qualità personali, ma sono ricoperti per la loro funzione strutturale e del compito che rivestono per e nella Chiesa. Stabilità non è ovviamente sinonimo di perpetuità, ma un incarico che non sia transeunte o passeggero. Ovviamente, non ogni incarico ha necessariamente un fine spirituale.

Un altro elemento è nello statuto giuridico che l’incarico riveste. Lo statuto si compone di un insieme di obblighi e diritti stabiliti o dal diritto universale (nel caso del Romano Pontefice) o particolare (come gli statuti della conferenza episcopale, statuti del consiglio presbiterale approvato dal vescovo diocesano) o da un decreto dell’autorità ecclesiastica quando viene nello stesso tempo costituito e conferito. Lo statuto dell’ufficio riguarda tutto che può eseguire e svolgere il titolare a seguito della nomina formale.

Alcuni uffici ecclesiastici richiedono l’esercizio della funzione di governo altri, invece, funzioni più strettamente pastorali della cura delle anime, per cui necessitano del sacramento dell’ordine; altri hanno compiti d’insegnamento e di partecipazione al munus docendi, con diverso grado di ufficialità; o semplicemente ruoli di assistenza materiale o di preparazioni degli atti. Gli uffici si diversificano sulla base della competenza, e quest’ultima presupporre nel titolare dell’ufficio un diverso grado di abilitazione per esercitarla. Inoltre, il can. 228 §1 CIC afferma che solo i laici che risultano idonei sono abili (sunt habiles) ad essere assunti dai sacri Pastori in quegli  uffici ecclesiastici e in quegli incarichi che sono in grado di esercitare secondo le disposizioni del diritto.

Il canone 189 dell’attuale codice di diritto canonico regola la rinuncia all’ufficio ecclesiastico. Infatti dispone che: “§1. La rinuncia, perché abbia valore, sia che necessiti di accettazione o no, deve essere fatta all’autorità alla quale appartiene la provvisione dell’ufficio di cui si tratta, e precisamente per iscritto oppure oralmente di fronte a due testimoni. §2. L’autorità non accetti una rinuncia non fondata su una causa giusta e proporzionata. §3. La rinuncia che necessita di accettazione, se non sia accettata entro tre mesi, manca di ogni valore; quella che non ha bisogno di accettazione sortisce l’effetto con la comunicazione del rinunciante fatta a norma del diritto. §4. La rinuncia, fino a quando non abbia sortito l’effetto, può essere revocata da parte del rinunciante; conseguito l’effetto non può essere revocata, ma colui che ha rinunciato può conseguire l’ufficio per altro titolo”.

Venendo più specificamente al testo del Motu Proprio “Imparare a congedarsi”, il Santo Padre si occupa della conclusione di un ufficio ecclesiale per motivo di età, che secondo la legge canonica avviene al compimento del 75° anno di età, e a tal proposito il titolare dell’ufficio dovrà presentare la rinuncia al Papa.

Come sempre, Papa Francesco con uno stile paterno, umano e attento alle necessità e al bene dei fedeli, sottolinea come il momento di preparazione alla fine di un incarico nella Chiesa non deve essere vissuto come una sconfitta, ma al contrario come una nuova forma di servizio al quale prepararsi mediante un attento discernimento, umiltà e preghiera “spogliandosi dei desideri di potere e dalla pretesa di essere indispensabili”. Tuttavia, evidenzia il Santo Padre, come talvolta possa esser chiesto di continuare per un periodo più lungo di continuare in quell’ufficio pur avendo raggiunto l’età prevista. E soprattutto “Questa situazione, però, non dev’essere considerata un privilegio, o un trionfo personale, o un favore dovuto a presunti obblighi derivati dall’amicizia o dalla vicinanza, né come gratitudine per l’efficacia dei servizi forniti. Ogni eventuale proroga si può comprendere solo per taluni motivi sempre legati al bene comune ecclesiale. Questa decisione pontificia non è un atto automatico ma un atto di governo; di conseguenza implica la virtù della prudenza che aiuterà, attraverso un adeguato discernimento, a prendere la decisione appropriata”. Infatti, in alcuni casi possono presentarsi delle circostanze che implicano la necessità di continuare nel servizio svolto, come il completamento di un progetto già avviato, la continuità di opere importanti e così via.

Pertanto, il Pontefice ha disposto la modifica delle norme canoniche sulla rinuncia all’ufficio per motivi di età, prevedendo che al compimento del 75° anno di età i Vescovi diocesani e quanti sono a loro equiparati, i capi di Dicastero della Curia Romana, i Prelati Superiori, i Rappresentanti Pontifici, non cessano ipso facto dal loro ufficio, ma devono presentare la rinuncia al Sommo Pontefice.

E questa è la novità principale: la rinuncia dovrà essere accettata, e l’incarico dovrà essere prorogato fin quando non sia comunicata all’interessato l’accettazione o la proroga per un tempo determinato o indeterminato.


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Giuseppe Di Micco

Formazione Giuseppe Di Micco (1986), Avvocato e Ph.D. Ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza (LMG/01) con votazione 110 e lode discutendo una tesi in diritto canonico. Durante la pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, ha continuato a coltivare l’interesse per il settore del diritto canonico ed ecclesiastico partecipando alle attività culturali ed ai convegni organizzati dalla sezione di Diritto Ecclesiastico e Canonico del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Napoli “Federico II”. Nell’ottobre del 2012 è stato vincitore al concorso pubblico per l’ammissione alle scuole di dottorato di ricerca dell’Università Statale di Milano, in particolare per il dottorato in Scienze Giuridiche – Curriculum in Diritto Ecclesiastico e Canonico, 28° ciclo. Il 29 gennaio 2016 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, superando l’esame finale con la discussione di una tesi dal titolo "Matrimonio e consumazione nei diritti religiosi". Nel novembre 2017 ha partecipato al corso di formazione teorico e pratico tenutosi presso il Tribunale Apostolico della Rota Romana dal Titolo “Il nuovo processo matrimoniale e la procedura super rato” superando le relative esercitazioni con la votazione ed ottenendo il diploma con votazione “Summa cum laude”. Nel 2019, ha frequentato il Corso per la formazione dei Postulatori presso lo Studium della Congregazione delle Cause dei Santi, superando l’esame finale con la votazione 9.5/10 Magna cum Laude probatus Attività professionale ed extra Svolge la professione forense collaborando con studi legali in materia di diritto civile (in particolare in tema di risarcimento danni, riscossione esattoriale, recupero crediti, diritto del lavoro, diritto bancario, diritto di famiglia e delle successioni).Ha collaborato con la cattedra di diritto ecclesiastico, diritto canonico e diritti confessionali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Federico II”.E’ stato tutor presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” per la materia di diritto del lavoro (AA.2018/2019). Collabora, inoltre, per il comitato di redazione della rivista on line Salvis Juribus con commenti a sentenze in materia sia di diritto civile che di diritto ecclesiastico. E’ membro dell’Ordine della Fraternità Francescana Secolare di Afragola (OFS). E’ membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Le Beatitudini” ODV con sede presso la Pontificia Basilica Minore di S. Antonio da Padova in Afragola (NA) Attività scientifiche Nel maggio del 2016 ha preso parte ad un Campus di Studio presso STILO (RC), organizzato dall’Università Magna Grecia di Catanzaro dal titolo “L’Islam. Dal pregiudizio ai diritti”, prendendo attivamente parte al gruppo di lavoro costituitosi in seno allo stesso, sulla libertà religiosa e integrazione nell’ambito della scuola italiana.E’ stato organizzatore e moderatore del convegno dal titolo “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, organizzato il 4 maggio 2018 presso la Pontificia Basilica S. Antonio da Padova Afragola (NA), accreditato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, con il patrocinio dell’Associazione forense di Afragola e dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani. E’ stato curatore del volume relativo agli atti del Convegno “La tutela della famiglia nell’ordinamento secolare e canonico. Aspetti pastorali e riforme processuali”, pubblicati presso la Key editore nel dicembre 2018. E’ stato coautore del volume “Il Trust. Origine, analisi e aspetti comparativi” (a cura di Francesco Cecaro), pubblicato presso Turisa editrice, Collana Studia Selecta, 2018.

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