“Se mi lasci non vedi più i bambini”: le bugie sull’affidamento dei figli

“Se mi lasci non vedi più i bambini”: le bugie sull’affidamento dei figli

Non illudiamoci: i procedimenti di separazione e divorzio fanno emergere quanto di più becero e incivile si celi dentro l’animo umano.

Una delle affermazioni che più quotate (complici, di nuovo, serie tv e film) è quella di fare in modo che l’ex non abbia più contatti con i figli.

Vediamo oggi quanto di non vero c’è dietro questa minaccia.

Durante il procedimento di separazione il giudice è tenuto a prendere provvedimenti circa l’affidamento e il mantenimento della prola.

A partire dal 2006, grazie alla L. n. 254, il nostro ordinamento predilige il sistema dell’affido condiviso: ciò significa che la potestà genitoriale viene attribuita in modo stabile ad entrambe i coniugi.

Ciò non va confuso con il collocamento, cioè il luogo dove i figli vivranno prevalentemente.

L’affido riguarda invece la potestà di assumere decisioni sull’educazione della prole.

Fino alla citata legge, invece, il nostro ordinamento contemplava la possibilità di un affido esclusivo: al genitore cui venisse riconosciuto deteneva in via principale la potestà genitoriale, mentre all’altro residuava un diritto di visita.

L’art. 337 quater c.c. (novellato dal D. Lgs. 154/2013) prevede in via residuale questa possibilità solo ed esclusivamente qualora un affido condiviso possa nuocere gravemente agli interessi del minore.

E’ pertanto evidente che la minaccia di non fare vedere più i figli all’ex sia completamente destituita da ogni fondamento, a meno che non ci si trovi in ipotesi di grave pregiudizio per i bambini.

Ciò che forse non si sa è che una simile minaccia può comportare anche conseguenze penali.

In via generale, infatti, non consentire all’ex di svolgere i compiti genitoriali che, peraltro, sono riconosciuti in sede di affidamento condiviso integra il reato di cui all’art. 388, c.p. (Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice), che punisce con la reclusione fino a tre anni chi elude l’esecuzione di un provvedimento del giudice civile, ovvero amministrativo o contabile, che concerna l’affidamento di minori.

Più nello specifico, recentemente, il Tribunale di Firenze (sent. n. 2690/2016) ha dichiarato colpevole del reato di maltrattamenti in famiglia il padre che minacci, reiteratamente, la ex moglie di fare in modo di toglierle i figli e non farglieli più vedere.

E’ comunque evidente come queste fattispecie delittuose si realizzino solo qualora non si concretizzi una reale tutela dell’interesse del minore.

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Avv. Camilla Fasciolo

Nata il 07.09.1987 a Finale Ligure (SV), ha conseguito la laurea in Giurisprudenza nel luglio 2006 con una tesi in procedura penale, "La disciplina del patrocinio a spese dello stato nei procedimenti penali". Nel giugno 2013 si diploma presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell'Università di Genova, con una tesi in diritto di famiglia riguardante il nesso di causalità nell'addebito della separazione. Esercita la professione di avvocato dal Gennaio 2015.

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