L’Amministrazione di Sostegno: un aiuto concreto per le fragilità

L’Amministrazione di Sostegno: un aiuto concreto per le fragilità

Sommario: 1. Introduzione – 2. La nascita dell’Amministrazione di Sostegno – 3. Chi può beneficiare dell’Amministrazione di Sostegno? – 4. Come si attiva l’Amministrazione di Sostegno? – 5. Contenuti pratici del ricorso – 6. Il ruolo dell’Amministratore di Sostegno – 7. Esempi pratici di poteri dell’Amministratore di Sostegno – 8. Cosa fare concretamente una volta nominati Amministratore di Sostegno – 9. Aspetti importanti da considerare – 10. Conclusioni

 

1. Introduzione

Da Avvocato che si occupa di tutela della disabilità, parlo quotidianamente con i Caregiver, e quando mi interfaccio con le famiglie il cui figliolo abbia già raggiunto, o sia in procinto di raggiungere la maggiore età, la mia prima preoccupazione è chiedere se, la mamma o il papà, abbiano valutato di compiere un passo fondamentale: diventare Amministratore di Sostegno del ragazzo. L’atteggiamento e la reazione che noto quasi sempre nei genitori, è di diffidenza, quasi di vera e propria paura nel prendere in considerazione tale aspetto. Eppure, è l’unico modo per poter proseguire in quella naturale missione di amorevole cura, attenta gestione, e pieno sostegno verso un figlio fragile ormai maggiorenne. Forse non tutti sanno che la responsabilità genitoriale ha una scadenza ben precisa: il 18° anno di età del figlio; e la maggiore età segna la piena acquisizione di ogni piena capacità giuridica. Un ragazzo fragile non è considerato incapace dalla legge a prescindere; pertanto, a 18 anni, acquista il potere ed il diritto di gestire in autonomia ogni aspetto della sua vita, senza più alcuna necessaria intermediazione genitoriale. Ma sappiamo bene che, seppur la legge non sancisca a priori l’incapacità dei ragazzi fragili, le difficoltà della vita quotidiana esistono, e si manifestano in vario modo, o in differenti ambiti. E visto che i genitori non possono più intervenire su tutto, allora è necessario che assumano una nuova veste giuridica, che dia loro nuovi strumenti per agire ed operare nell’interesse dei loro figli. Quando inizio a spiegare alle famiglie cosa sia l’Amministrazione di Sostegno, esordisco sempre con questa affermazione: “E’ UNA CONQUISTA DEL DIRITTO”. Ebbene sì; se non fosse mai stato creato tale rilevante istituto giuridico, la maggiore età sarebbe sata soltanto sinonimo di “MORTE CIVILE”. Credo che nessuno meriti di essere privato di capacità e dignità, men che meno una creatura la cui vita sia già un “lungo percorso ad ostacoli”. Se esiste il modo per aiutare i nostri ragazzi nella vita che verrà, senza escluderli da nulla, senza esporli a rischi, e sostenendoli laddove necessita, allora è necessario che le famiglie non abbiano timore ad assumere nuove ed importanti funzioni. Parliamo dunque di Amministrazione di Sostegno, e facciamolo dando un “taglio pratico” al presente contributo, così che possa essere chiaro per tutti cosa sia tale fondamentale istituto, e perchè sia così importante prenderlo in considerazione ai fini della reale tutela delle fragilità.

2. La nascita dell’Amministrazione di Sostegno

L’Amministrazione di Sostegno è una misura di protezione giuridica introdotta in Italia con la Legge n. 6 del 9 Gennaio 2004, e pensata per tutelare le persone maggiorenni che, a causa di un’infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. A differenza dell’interdizione e dell’inabilitazione, che comportavano una limitazione più ampia della capacità d’agire, l’Amministrazione di Sostegno si caratterizza per la sua flessibilità e specificità, calibrandosi sulle reali esigenze della persona da proteggere.

3. Chi può beneficiare dell’Amministrazione di Sostegno?

Come accennato, i beneficiari sono persone maggiorenni che si trovano in una condizione di vulnerabilità tale da compromettere la loro capacità di prendere decisioni consapevoli e di gestire i propri affari. Questa condizione può derivare da diverse cause, tra cui:

  • Disabilità intellettiva o psichica

  • Malattie degenerative (Alzheimer, Parkinson, SLA, etc.)

  • Esiti di traumi o ictus

  • Dipendenze patologiche

  • Gravi infermità fisiche

È importante sottolineare che non è necessario che la persona sia totalmente incapace, ma è sufficiente che vi sia una difficoltà, anche parziale o temporanea, nel compiere atti della vita quotidiana.

4. Come si attiva l’Amministrazione di Sostegno?

L’iter per l’istituzione dell’Amministrazione di Sostegno si avvia con un ricorso presentato al Giudice Tutelare del Tribunale del luogo di residenza o domicilio della persona da proteggere.

A presentare il ricorso possono essere:

  • la stessa persona interessata

  • il coniuge, la persona stabilmente convivente, i parenti entro il quarto grado, gli affini entro il secondo grado

  • il tutore o il curatore (se già nominati)

  • il Pubblico Ministero

  • i responsabili dei Servizi Sanitari e Sociali direttamente impegnati nella cura ed assistenza della persona

5. Contenuti pratici del ricorso

Il ricorso deve contenere alcune informazioni fondamentali:

  • generalità della persona per cui si chiede l’Amministrazione di Sostegno (nome, cognome, data e luogo di nascita, residenza, codice fiscale)

  • indicazione delle ragioni per cui si chiede la misura di protezione, descrivendo in modo chiaro e dettagliato le difficoltà della persona e le sue necessità. È utile allegare certificati medici ed altra documentazione rilevante (es. certificati di invalidità, Relazioni Specialistiche dei Professionisti che seguono il soggetto fragile, relazioni di assistenti sociali)

  • indicazione del nominativo e dei dati della persona che si propone come Amministratore di Sostegno. Il ricorrente può indicare una persona di fiducia (un familiare, un amico, un Professionista), motivando la scelta

  • indicazione degli atti per i quali si rende necessaria l’assistenza o la rappresentanza dell’Amministratore di Sostegno. Questa è la parte cruciale del ricorso, quella essenziale a definire l’ambito dei poteri dell’Amministratore e la misura della limitazione della capacità d’agire del beneficiario.

6. Il ruolo dell’Amministratore di Sostegno

L’Amministratore di Sostegno è nominato dal Giudice Tutelare con un Decreto, nel quale vengono specificati:

  • la durata dell’incarico (che può essere a tempo determinato o indeterminato)

  • gli atti che l’Amministratore può compiere in nome e per conto del beneficiario (rappresentanza), e gli atti per i quali deve assistere il beneficiario (consenso)

  • i limiti e le condizioni dell’incarico

  • la periodicità con cui l’Amministratore deve riferire al Giudice Tutelare sull’attività svolta.

L’Amministratore di Sostegno deve agire nell’esclusivo interesse del beneficiario, tenendo conto dei suoi bisogni, desideri ed aspirazioni. Deve informare il beneficiario degli atti che intende compiere e, per quanto possibile, coinvolgerlo nelle decisioni.

7. Esempi pratici di poteri dell’Amministratore di Sostegno

  • Gestione del patrimonio: riscossione di stipendi o pensioni, pagamento di bollette, gestione di conti bancari, amministrazione di beni immobili (con l’autorizzazione del Giudice Tutelare per gli atti di straordinaria amministrazione come la vendita)

  • decisioni sanitarie: esprimere o negare il consenso informato a trattamenti medici, sempre nel rispetto della volontà del beneficiario, se espressa

  • scelta del luogo di residenza: decisione sul trasferimento in una struttura protetta, se necessario

  • rapporti con i Servizi Sociali e Sanitari: attivazione di supporti e prestazioni a favore del beneficiario.

8. Cosa fare concretamente una volta nominati Amministratore di Sostegno

  • Prestare giuramento davanti al Giudice Tutelare

  • prendere contatto con la persona beneficiaria ed instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione (ciò nel caso di AdS non familiare)

  • fare un inventario dei beni del beneficiario (se necessario e se richiesto dal Giudice)

  • aprire un conto corrente dedicato alla gestione delle risorse del beneficiario, separato dal proprio patrimonio

  • informarsi sui bisogni e desideri del beneficiario

  • agire con diligenza, prudenza e responsabilità

  • presentare periodicamente i rendiconti al Giudice Tutelare, documentando le spese e le entrate

  • richiedere l’autorizzazione del Giudice Tutelare per gli atti di straordinaria amministrazione (es. vendita di immobili, accettazione o rinuncia di eredità, prelievi significativi).

9. Aspetti importanti da considerare

  • centralità della persona: l’Amministrazione di Sostegno è pensata “su misura” per la persona da proteggere, evitando generalizzazioni e massimalizzazioni delle limitazioni

  • valorizzazione delle capacità residue: l’obiettivo non è sostituirsi completamente alla persona, ma sostenerla laddove le sue capacità risultano compromesse, incoraggiando l’autonomia possibile

  • controllo del Giudice Tutelare: il Giudice Tutelare svolge un ruolo di supervisione sull’operato dell’Amministratore di Sostegno, garantendo la tutela degli interessi del beneficiario

  • possibilità di revisione: il Decreto di nomina dell’Amministratore di Sostegno può essere modificato o revocato qualora mutino le condizioni del beneficiario o l’operato dell’Amministratore non sia adeguato.

10. Conclusioni

Alla luce di quanto sin qui esposto, è di ogni evidenza che l’Amministrazione di Sostegno rappresenti uno strumento giuridico fondamentale, nato e strutturato per offrire un sostegno concreto, personalizzato e rispettoso alle persone vulnerabili ed alla loro dignità. La sua flessibilità e l’attenzione alle specifiche esigenze del beneficiario, la rendono una misura preferibile rispetto ad istituti più rigidi come l’interdizione. Comprendere il processo di attivazione, il ruolo dell’Amministratore, e gli aspetti pratici della gestione, è essenziale per garantire una tutela efficace e rispettosa della dignità della persona.


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Avv. Ivana Consolo

Sono l'Avv. Ivana Consolo e dal 2010 esercito la Professione Forense presso il Foro di Catanzaro. Mi sono laureata nel 2007, presso l'Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro, conseguendo il voto di 110/110 e Lode Accademica, con una tesi in Diritto di Famiglia dal titolo: "La capacità di discernimento del minore e la riforma dell'adozione". Il mio ambito di attività è costituito prettamente dal Diritto Civile; ma negli ultimi anni, sto dedicando la quasi totalità del mio tempo e del mio lavoro alla tutela delle disabilità, più precisamente dei ragazzi autistici e dei loro Caregiver. Molto soddisfacente è anche la mia attività di commentatrice giuridica per Il Sole 24 Ore, con cui collaboro dal Settembre 2021. Lavoro in autonomia presso il mio Studio Professionale, sito in Catanzaro, Viale De Filippis n. 38. Mi fa piacere richiamare l'attenzione sul mio Sito Web IVANA CONSOLO, e sul Gruppo Facebook (da me creato e gestito) Autismo Diritti e Tutele Da sempre ho una naturale abilità nella scrittura, e per questo sono qui, ad offrire a chi avrà la bontà di leggere, ciò che periodicamente redigo.

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