Il Welfare Aziendale come risposta alla crisi dello Stato sociale

Il Welfare Aziendale come risposta alla crisi dello Stato sociale

Una risposta attuale e in grado di dare sostegno alla crisi del Welfare State è il Welfare aziendale, uno strumento integrativo in grado di colmare le lacune del Welfare di primo livello, che ha iniziato la sua ascesa con la Legge di Stabilità del 2016.

A partire dal 2016, ha iniziato a farsi strada l’idea di un Welfare mix caratterizzato dalla partecipazione di privati  quali fondazioni, sindacati, cooperative e aziende che dovranno contribuire a dare sostegno ai bisogni dei cittadini, fronte al malfunzionamento del welfare pubblico.

Si parla dunque di  un welfare di secondo livello, dove questa descrizione non sta ad indicare una sostituzione dei servizi assicurati dallo Stato con i servizi assicurati del privato, ma la possibilità di utilizzare in modo efficace le risorse in un contesto di finanza pubblica vincolato dall’aumento della pressione fiscale soprattutto sui redditi da lavoro.

Quali sono i vantaggi?

I dipendenti godranno al di fuori dello stipendio di benefit, mentre dal lato aziendale, le imprese potranno far leva su un cuneo fiscale alternativo. Infatti, offrendo servizi al posto di aumenti di stipendio avranno una minore pressione fiscale, ma soprattutto otterranno la gratificazione dei propri dipendenti, che si tradurrà in un maggior attaccamento al proprio lavoro.

Con la conoscenza delle norme e degli strumenti che disciplinano il Welfare aziendale l’imprenditore potrà mettere in pratica azioni volte ad ottenere un maggior impatto sui risultati, sulla produttività e in particolare sul clima e sulla fedeltà dei lavoratori.

Ad oggi rimane ancora un’iniziativa limitata ad un ambito soggettivo, essendo interessati solo i lavoratori con un reddito inferiore a 80.000 euro all’anno, anche se la prospettiva futura è orientata a dare maggiore impulso alle iniziative di Welfare aziendale.


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Flavia Cioffi

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