La riscossione delle entrate degli enti locali

La riscossione delle entrate degli enti locali

Il panorama attuale della riscossione delle entrate degli enti locali è il risultato di un’evoluzione normativa complessa che ha avuto inizio il 1° luglio 2017 con l’istituzione dell’ente pubblico economico noto come Agenzia delle entrate-Riscossione (AdeR).

Grazie a questa istituzione, le amministrazioni locali hanno avuto la possibilità di delegare direttamente all’Agenzia le attività di riscossione spontanea e coattiva delle entrate tributarie o patrimoniali proprie e delle società partecipate, come stabilito dal decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193.

In sostanza, da quella data, gli enti locali possono gestire il servizio di riscossione delle proprie entrate secondo diverse modalità:

– utilizzo di risorse interne per svolgere il servizio;

– delega del servizio a società strumentali dell’ente;

– affidamento del servizio all’Agenzia delle entrate-Riscossione (AdeR), l’ente pubblico economico responsabile della riscossione nazionale, tramite una delibera;

– affidamento del servizio attraverso procedure pubbliche ordinarie.

Sono state apportate significative innovazioni ai poteri di riscossione degli enti locali (commi 784 e successivi dell’articolo 1 della legge di bilancio per il 2020), in particolare per quanto riguarda gli strumenti per l’esercizio della potestà impositiva. Queste norme hanno introdotto l’istituto dell’accertamento esecutivo, che consente di emettere un unico atto di accertamento con i requisiti di un titolo esecutivo, simile a quanto già previsto per le entrate erariali. Questa disposizione è entrata in vigore il 1° gennaio 2020 e si applica ai rapporti pendenti a quella data. Pertanto, l’accertamento esecutivo si applica anche alle entrate tributarie (come l’IMU, la TARI, ecc.) e patrimoniali degli enti locali (come le rette delle mense scolastiche, i canoni idrici, gli affitti, le offerte votive, ecc.), ad eccezione delle contravvenzioni al Codice della strada.

Va inoltre ricordato che la riforma del sistema di remunerazione del servizio nazionale della riscossione, introdotta dalla legge di bilancio 2022, ha avuto un impatto significativo sulla riscossione affidata dall’enti locali all’Agenzia delle entrate-Riscossione. Questa riforma ha eliminato gli oneri di riscossione, noti come “aggio”, per i carichi affidati all’Agenzia dai creditori a partire dal 1° gennaio 2022. Inoltre, la legge di bilancio ha stabilito che il bilancio dello Stato coprirà i costi operativi del servizio nazionale di riscossione, eliminando così l’aggio che era a carico del contribuente o in parte dell’ente creditore.

A partire dal 1° gennaio 2022, è stato anche abrogato il precedente obbligo per i singoli enti creditori di rimborsare all’agente di riscossione le spese relative alle procedure esecutive e alla notifica delle cartelle di pagamento non riscosse dai contribuenti.

In sintesi, con il nuovo sistema di remunerazione dell’Agenzia delle entrate-Riscossione, i carichi affidati all’Agenzia dai creditori a partire dal 1° gennaio 2022 prevedono che solo il contribuente si faccia carico della quota relativa alla notifica delle cartelle di pagamento e degli altri atti di riscossione, nonché della quota relativa all’attivazione delle procedure esecutive e cautelari da parte dell’agente di riscossione.

Per gli enti locali (che sono creditori diversi dalle amministrazioni statali, agenzie fiscali ed enti pubblici previdenziali), il nuovo sistema di remunerazione prevede quanto segue:

– una quota pari all’1% delle somme riscosse;

– una quota, la cui misura sarà definita mediante decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, nel caso in cui venga emesso un provvedimento che riconosce totali o parziali esenzioni delle somme affidate (denominato provvedimento di sgravio).

Queste quote (a carico del contribuente o degli enti) e l’aggio riscosso sui carichi affidati entro il 31 dicembre 2021 sono destinati al bilancio dello Stato per coprire in parte i costi operativi del servizio nazionale di riscossione.

 

 

 

 

 


Sitografia
Riforma della riscossione: come cambia il meccanismo di applicazione dell’aggio (ipsoa.it)

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