Chiusura straordinaria di MePA – Acquisti in Rete: tra criticità operative e opportunità digitali

Chiusura straordinaria di MePA – Acquisti in Rete: tra criticità operative e opportunità digitali

Sommario: 1. Introduzione – 2. Il blocco dell’evidenza pubblica digitale – 3. Conclusione

 

La migrazione dell’infrastruttura tecnologica della piattaforma Acquisti in Rete verso il Polo Strategico Nazionale (PSN), prevista per il mese di agosto 2025, comporta una chiusura straordinaria dei servizi dal 13 al 18 agosto. L’interruzione, necessaria per finalità di sicurezza e affidabilità, solleva questioni rilevanti sotto il profilo giuridico, con particolare riferimento alla gestione delle procedure di gara, alla garanzia del principio di continuità amministrativa e agli obblighi di trasparenza e parità di trattamento. L’articolo analizza criticamente gli effetti di tale fermo totale del sistema sul piano della legalità amministrativa e delle possibili responsabilità in caso di mancato adeguamento alle nuove scadenze.

1. Introduzione

Il sistema degli Acquisti in Rete rappresenta, nell’ambito dell’e-procurement pubblico italiano, l’architrave tecnologica per l’approvvigionamento delle amministrazioni e l’interfaccia operativa degli operatori economici abilitati. La recente comunicazione relativa alla chiusura straordinaria della piattaforma dal 13 al 18 agosto 2025 per consentire la migrazione al Polo Strategico Nazionale (PSN) introduce un’inedita sospensione delle attività di acquisto pubblico in un arco temporale definito. L’intervento si colloca nel più ampio processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e, in particolare, nell’attuazione della strategia nazionale di consolidamento dei servizi digitali su infrastrutture certificate e sicure. Tuttavia, tale sospensione comporta effetti giuridicamente rilevanti, che meritano di essere indagati alla luce dei principi fondamentali in materia di contratti pubblici, quali il favor partecipationis, la trasparenza e la continuità dell’azione amministrativa. In questo contesto, l’analisi si concentra sulla compatibilità della chiusura totale del sistema con l’impianto normativo vigente, sui potenziali rischi di lesione dei diritti dei concorrenti e sulla responsabilità delle amministrazioni aggiudicatrici nella gestione delle tempistiche procedurali durante il fermo tecnico.

2. Il blocco dell’evidenza pubblica digitale

Il comunicato pubblicato sul portale Acquisti in Rete stabilisce che, dalle ore 08:00 di mercoledì 13 agosto alle ore 20:00 di lunedì 18 agosto 2025, il sistema sarà completamente non operativo per consentire il trasferimento al Polo Strategico Nazionale (PSN). Si tratta, a tutti gli effetti, di una interruzione generalizzata e programmata del servizio pubblico digitale, che coinvolge tutte le funzioni essenziali connesse all’attività contrattuale delle amministrazioni: dalla pubblicazione dei bandi alla gestione delle offerte, fino all’integrazione con la piattaforma ANAC. Sebbene motivata da esigenze infrastrutturali, di sicurezza e adeguamento tecnologico, la sospensione deve essere valutata anche alla luce dei principi giuridici di continuità amministrativa, legittimo affidamento e buon andamento, sanciti dagli articoli 97 Cost., 1 della L. 241/1990 e dal D.lgs. 36/2023.

In particolare, occorre interrogarsi sulla compatibilità della chiusura con le garanzie normative che presidiano il libero accesso, la concorrenza e la parità di trattamento, specialmente in relazione alle gare in corso o programmate. Le amministrazioni aggiudicatrici sono pertanto tenute a riprogrammare tempestivamente le scadenze, le sedute pubbliche e i termini procedurali, per evitare che ricadano nel periodo di indisponibilità della piattaforma, pena l’illegittimità degli atti e il rischio di contenzioso.

Un ulteriore profilo critico riguarda l’impatto del fermo sulle procedure di abilitazione e aggiornamento dei cataloghi nei mercati telematici, che rappresentano una condizione necessaria per la partecipazione degli operatori economici. L’impossibilità di completare iscrizioni, aggiornare offerte o abilitarsi ai mercati durante i giorni di chiusura potrebbe infatti determinare una disparità tra operatori, compromettendo il principio della massima partecipazione.

È altresì rilevante sottolineare come l’interruzione dei servizi di interoperabilità tra Acquisti in Rete e la Piattaforma dei Contratti Pubblici (PCP) di ANAC possa, anche se in via temporanea, ostacolare la tracciabilità del ciclo contrattuale, incidendo sulla trasparenza e sulla tempestività delle comunicazioni obbligatorie.

Infine, l’annunciata possibilità di rallentamenti post-migrazione per attività di tuning introduce ulteriori margini di incertezza operativa. Tuttavia, tali disagi vanno contestualizzati all’interno di una più ampia strategia di innovazione digitale, destinata a produrre importanti benefici strutturali: l’adozione del PSN garantirà maggiore resilienza, protezione dei dati, efficienza delle piattaforme digitali e continuità evolutiva dei servizi. L’intervento, pur comportando un sacrificio organizzativo transitorio, segna un progresso significativo verso una pubblica amministrazione più moderna, sicura e interconnessa, capace di rispondere alle sfide della digitalizzazione con strumenti adeguati, nel rispetto della legalità e dei principi dell’evidenza pubblica.

3. Conclusione

La chiusura straordinaria della piattaforma Acquisti in Rete per consentire la migrazione al Polo Strategico Nazionale rappresenta un passaggio cruciale nell’evoluzione dell’e-procurement pubblico, ma impone un’attenta riflessione giuridica sui profili di continuità amministrativa, responsabilità procedurale e tutela dei diritti dei concorrenti. Il fermo temporaneo del sistema, se non correttamente gestito dalle stazioni appaltanti, può determinare disfunzioni procedurali, violazioni della par condicio e rischio di contenzioso, soprattutto in assenza di una normativa puntuale che disciplini simili transizioni tecnologiche.

Tuttavia, non si possono ignorare i rilevanti benefici strutturali attesi dal passaggio al PSN, in termini di maggiore sicurezza informatica, affidabilità delle infrastrutture, efficienza operativa e interoperabilità tra piattaforme. L’intervento, infatti, costituisce un tassello fondamentale per la costruzione di un’amministrazione digitale solida, conforme ai principi del nuovo Codice dei contratti pubblici e coerente con la strategia nazionale di transizione digitale.

In definitiva, la sfida consiste nel armonizzare le esigenze tecniche della trasformazione digitale con le garanzie giuridiche proprie delle procedure ad evidenza pubblica, assicurando che l’innovazione non si traduca in opacità o discontinuità, ma in valore pubblico tangibile per amministrazioni, operatori economici e cittadini. La digitalizzazione, se accompagnata da una governance normativa solida e da una piena consapevolezza delle implicazioni giuridiche, può costituire non solo un’opportunità tecnologica, ma anche un presidio di legalità e buon andamento dell’azione amministrativa.


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Dott. Armando Pellegrino

Elevata Professionalità (EP)
Armando Pellegrino, classe ’93 (agosto), è dipendente pubblico di ruolo dal 01.06.2017. Dal 01.10.2021 è funzionario e dal 22.04.2024 è inquadrato nell’Area delle Elevate Professionalità (quarta area EP). Si occupa principalmente di appalti, anche come Rup, e contabilità. Attualmente è Dottorando di ricerca in diritto pubblico, curriculum diritto amministrativo (vincitore del concorso di ammissione al XL ciclo di n. 2 corsi di dottorato di ricerca, il primo in Economia Aziendale, il secondo in Diritto Pubblico, presso due università diverse). Laureato magistrale, con lode, in (1) Scienze delle Pubbliche Amministrazioni, (2) Economia Aziendale e (3) Giurisprudenza, è inoltre in possesso di vari titoli di master (5) aventi ad oggetto la pubblica amministrazione. Autore di pubblicazioni giuridiche (c.a. 130) per varie riviste scientifiche, anche di fascia A.

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