La mistake of law rule: una situazione affidante

La mistake of law rule: una situazione affidante

La “situazione affidante”, espressione coniata dal prof. Maurizio Lupoi, è un particolare atteggiarsi del negozio, che non individua una categoria generale o connotante le relazioni giuridiche, bensì è un rimedio che può operare in contesti specifici alle lacune delle forme giuridiche.

Il significato del sintagma, nella sua estrema sinteticità, nell’intenzione del suo fautore, indica l’esistenza di una tipologia specifica delle relazioni giuridiche presente, in maniera immanente, in tutti gli ordinamenti.

Secondo il prof. Lupoi “vi è fiducia, innanzitutto, quando il fiduciante, ha la certezza che la propria volontà sarà adempiuta”.

L’analisi svolta dallo studioso, mostra come il connotato fiduciario assume dei contorni estremamente variegati, ponendosi quale connotato delle situazioni, inoltre, sia nel diritto pubblico che nel diritto privato, esistono dei rapporti che implicano affidamenti di varia natura.

Tali riflessioni, quindi, hanno portato all’elaborazione di un’etichetta comune, quella di “situazioni affidanti”, capace di comprendere fenomeni di vario tipo.

Una particolare situazione affidante è stata riscontrata nella mistake of law rule, la regola inglese, ormai abolita dal 1999, in virtù della quale colui che pagava indebitamente una somma di denaro a causa dell’erroneo convincimento di esservi obbligato dalla legge non poteva ottenerne la restituzione.

Nel sistema di common law, i rimedi restitutori non hanno avuto vita facile, infatti, era ben nota la ritrosia degli studiosi a riconoscerli, diffidenza che si basava su una precisa ratio: in un sistema economico e giuridico proteso alla massima sicurezza dei traffici, era fondamentale tutelare la posizione dell’accipiens e a disconoscere le ragioni del solvens.

Tale regola, che ha operato indisturbata per più di due secoli, al giurista continentale è sempre apparsa come una particolarità da avversare.

Tuttavia, questo dato assiomatico del diritto inglese, si basava su una precisa idea dei giuristi d’Oltremanica, i quali si erano formati sui principali autori continentali, specialmente Pothier, Doneau, Voet e Von Savigny, i quali avevano sostenuto nei loro scritti la regola della mistake of law rule: si trattava, in buona sostanza, di una regola comune ai due sistemi, risalente alla compilazione giustinianea.

Il pagamento per errore di diritto, fino al XX secolo, non è stato suscettibile di restituzione, in base al principio ignorantia iuris non excusat.

Le ipotesi di pagamento per errore erano tre: pagare credendo che il contratto fosse lecito; pagare credendo di essere obbligati civilmente, mentre lo si era solo naturalmente; pagare in virtù di una transazione accettata nella erronea convinzione di non avere ragioni valide per far valere una propria pretesa.

Solo l’errore di fatto poteva essere rimediato con un’azione restitutoria.

Dal 1999 la regola inglese in esame non è più operativa, infatti, è stata sostituita dal principio di unjust enrichment che ha avuto l’obiettivo di razionalizzare il sistema, e porre rimedio ai danni causati dalle cd. forms of action.

Appare, però, necessario ricordare ai lettori come il sistema inglese si caratterizzi per lo sdoppiamento in common law ed equity.

L’equity è una branca del diritto inglese, ove i giudici hanno spesso evidenziato le criticità della regola della mistake of lawrule.

Tali giudici, infatti, cercarono di limitare l’efficacia di questa regola che appariva punitiva rispetto alla posizione e, quindi, situazione del solvens, aprendo le strada alla futura soppressione della regola stessa.

Un caso significativo si può cogliere nel precedente Dibbs v Goren (1849), in cui un trustee aveva erroneamente pagato di più ad uno dei beneficiari del trust, in base ad una erronea interpretazione di un contratto.

I giudici dei Tribunali di Equity, tuttavia, non fecero applicazione della mistake of law rule, nonostante vi fosse un errore di diritto, e decisero di accordare tutela al disponente e ai beneficiari danneggiati, ponendo in secondo piano le ragioni di policy, che avrebbero accordato tutela al trustee.

Il pagamento per errore di diritto, in tal caso, non generava una situazione affidante tra solvens e accipiens, ma segnalava l’esigenza di tutelare un altro affidamento, in modo da evitare la protezione di un soggetto che si era arricchito grazie ad un errore altrui.

Appariva in maniera chiara una situazione affidante del tutto nuova.


Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
Direttore responsabile Avv. Giacomo Romano
Listed in ROAD, con patrocinio UNESCO
Copyrights © 2015 - ISSN 2464-9775
Ufficio Redazione: redazione@salvisjuribus.it
Ufficio Risorse Umane: recruitment@salvisjuribus.it
Ufficio Commerciale: info@salvisjuribus.it
***
Metti una stella e seguici anche su Google News
The following two tabs change content below.

Michela Falcone

Articoli inerenti

Il caso francese: il contratto di affidamento fiduciario

Il caso francese: il contratto di affidamento fiduciario

Sommario: 1. Premessa – 2. La struttura del contratto fiduciario – 3. I soggetti e le fonti – 4. La causa – 5. Il...

Abuso del potere gestorio, mala gestio, ricorso abusivo al credito

Abuso del potere gestorio, mala gestio, ricorso abusivo al credito

La rappresentanza è un istituto giuridico in forza del quale si verifica una scissione tra parte formale (rappresentante) e parte sostanziale...

Il dominio transitorio

Il dominio transitorio

La proprietà temporanea suscita da sempre un vivace dibattito in ambito dottrinale, soprattutto alla luce del mutato contesto culturale che nel...

Il fondo patrimoniale e il cd. divieto di condizioni coartanti

Il fondo patrimoniale e il cd. divieto di condizioni coartanti

Sommario: 1. Breve inquadramento dell’istituto – 2. Il fondo patrimoniale in favore di soggetti non coniugati: il divieto di condizioni...