Verso il reato di stalking bancario

Verso il reato di stalking bancario

La crisi che ormai da dieci anni stringe all’angolo molti investitori ha tracciato un tragico fossato tra due barricate: cittadini, da una parte, e banche e finanziarie, dall’altra.

Queste ultime, peraltro, non sono esenti da colpe.

Se, infatti, è vero che il numero di chi contrae debiti con le banche e le finanziarie è in drammatico crescendo, è anche vero che queste non hanno pietà nel giustiziare i ritardatari, apparentemente senza curarsi della grave crisi finanziaria che ha investito tutti i settori.

E, forse, una maggiore elasticità consentirebbe un maggior respiro per gli imprenditori e investitori e agevolerebbe la ripresa.

Aldilà di queste facili considerazioni, ciò che appare evidente è che , in alcune ipotesi, le condotte delle banche appaiono eccessivamente aggressive, rispetto al risultato che si pongono.

Sul clamore mediatico suscitato da numerosi casi di cronaca conseguenze della crisi è stato presentato, nell’ottobre 2016, la proposta di legge per estendere il reato di cui all’art 612 bis c.p. (stalking) alle attività di recupero crediti.

Commette il reato di atti persecutori chi, con più condotte, minaccia o molesta qualcuno e ciò provoca perduranti stati d’ansia, un timore per la propria incolumità o quella dei propri famigliari e un cambiamento nelle proprie abitudini.

La citata proposta di legge vorrebbe introdurre all’art. 612 bis c.p. un aggravante per l’ipotesi in cui le suddette condotte siano poste in essere da agenti di riscossione, finanziarie e banche.

Ciò avverrebbe nel caso in cui gli istituti indicati esulino o scavalchino le procedure consentite dalla legge, ad esempio con continue telefonate e pressioni.

Al momento, la proposta di legge è al vaglio della Camera.

La speranza è che non si trasformi nell’esimo caso di provvedimento preso sulla scia dell’entusiasmo mediatico ma che possa essere concretamente fruibile.


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Avv. Camilla Fasciolo

Nata il 07.09.1987 a Finale Ligure (SV), ha conseguito la laurea in Giurisprudenza nel luglio 2011 con una tesi in procedura penale, "La disciplina del patrocinio a spese dello stato nei procedimenti penali". Nel giugno 2013 si diploma presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell'Università di Genova, con una tesi in diritto di famiglia riguardante il nesso di causalità nell'addebito della separazione. Esercita la professione di avvocato dal Gennaio 2015.

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