Diplomazia del cibo: nutrizione, sicurezza alimentare e politiche internazionali

Diplomazia del cibo: nutrizione, sicurezza alimentare e politiche internazionali

Autori: Alessio Matarazzo; Gianluca Ranalli;  Alisia D’Angelo

Abstract. La diplomazia del cibo è un ambito emergente delle relazioni internazionali in cui nutrizione e sicurezza alimentare assumono un ruolo strategico come strumenti di soft power e cooperazione globale. Questo studio analizza le modalità attraverso cui le politiche alimentari influenzano la geopolitica contemporanea, approfondendo iniziative di gastrodiplomazia, l’elaborazione di standard internazionali per la sicurezza alimentare e l’impatto di conflitti e cambiamenti climatici sulle filiere agroalimentari.

In questo contesto si inserisce il diritto al cibo, riconosciuto a livello internazionale come diritto umano universale. Esso consiste nel garantire a ogni individuo l’accesso regolare, permanente e libero a un’alimentazione adeguata dal punto di vista qualitativo e quantitativo, culturalmente accettabile e capace di assicurare benessere fisico e mentale, sia individuale sia collettivo. Tale diritto, parte integrante dei diritti economici, sociali e culturali, comporta specifiche obbligazioni giuridiche per gli Stati, la cui responsabilità si configura in una progressiva giustiziabilità.

Particolare attenzione è dedicata al contributo della diplomazia alimentare al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, con riferimento alla promozione di diete sane e sostenibili, alla trasformazione dei sistemi alimentari e alla piena tutela del diritto al cibo. Attraverso un’analisi multidisciplinare, si evidenzia come il cibo rappresenti una leva cruciale per promuovere pace, inclusione, resilienza e sviluppo socio-economico equo e duraturo.

Sommario: 1. Introduzione – 2. La Diplomazia del Cibo: Concetti e Origini – 3. Sicurezza Alimentare e Normative Internazionali – 4. Politiche Internazionali e Accesso al Cibo – 5. Diplomazia del Cibo e Agenda 2030 – 6. Nutrizione sostenibile e cooperazione internazionale – 7. Impatti Geopolitici e Conflitti – 8. Conclusioni

1. Introduzione

Il cibo, oltre a essere una necessità fondamentale risulta essere un potente veicolo di identità culturale, coesione sociale e influenza politica. Negli ultimi decenni, la crescente interconnessione tra sicurezza alimentare, nutrizione e politiche internazionali ha portato all’emergere della “diplomazia del cibo” come strumento strategico nelle relazioni globali. Questa pubblicazione si propone di analizzare le dinamiche attraverso cui il cibo diventa mezzo di diplomazia, esaminando le implicazioni per la sicurezza alimentare, la cooperazione internazionale e la governance globale

2. La Diplomazia del Cibo: Concetti e Origini

La diplomazia del cibo, o gastrodiplomazia, si riferisce all’uso strategico della cucina nazionale come strumento di politica estera e promozione culturale. Questo approccio mira a rafforzare le relazioni internazionali, migliorare l’immagine di un paese e favorire il dialogo interculturale attraverso la condivisione delle tradizioni culinarie. Nel 2002, la Thailandia ha lanciato il programma “Global Thai” con l’obiettivo di aumentare la presenza dei ristoranti thailandesi nel mondo, passando da circa 5.500 a oltre 10.000 entro il 2011. Il governo ha fornito supporto finanziario, formazione per chef e linee guida per l’apertura di ristoranti all’estero. Il marchio “Thai Select” è stato introdotto per certificare l’autenticità dei ristoranti, garantendo standard elevati nella preparazione dei piatti . Nel 2009, la Corea del Sud ha avviato il programma “Korean Cuisine to the World”, noto anche come “Kimchi Diplomacy”, investendo circa 77 milioni di dollari per promuovere la cucina coreana a livello globale. L’iniziativa ha incluso l’apertura del World Institute of Kimchi e la promozione di piatti tradizionali come il kimchi e il bibimbap. Il governo ha anche collaborato con scuole culinarie internazionali per diffondere la conoscenza della cucina coreana. Nel 2010, Taiwan ha lanciato la campagna “All in Good Taste: Savor the Flavors of Taiwan”, investendo circa 34,2 milioni di dollari per promuovere la cucina taiwanese all’estero [3]. L’iniziativa ha sostenuto chef locali, organizzato festival gastronomici e promosso piatti iconici come il bubble tea e l’omelette di ostriche. Questa strategia ha rafforzato l’immagine culturale di Taiwan e ha contribuito a superare le limitazioni diplomatiche formali.

3. Sicurezza Alimentare e Normative Internazionali

La sicurezza alimentare rappresenta una delle sfide più urgenti del nostro tempo, essenziale non solo per la salute pubblica ma anche per la stabilità politica ed economica dei paesi. In un contesto di crescente globalizzazione degli scambi alimentari, sono stati sviluppati strumenti normativi internazionali per garantire standard elevati e uniformi. Uno degli strumenti principali è il Codex Alimentarius, creato nel 1963 dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) e dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Questo insieme di linee guida, standard e codici di pratica è stato elaborato per proteggere la salute dei consumatori e garantire pratiche eque nel commercio alimentare internazionale. Il Codex è riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) come riferimento legale nei contenziosi in materia di sicurezza alimentare. Il Codex Alimentarius si fonda su evidenze scientifiche fornite da esperti internazionali e copre numerosi aspetti legati alla sicurezza e qualità degli alimenti, tra cui:

  • Standard per gli alimenti: stabilisce criteri di qualità e sicurezza per specifici prodotti alimentari, includendo codici di buone pratiche igieniche che forniscono linee guida per una produzione e manipolazione sicura degli alimenti;

  • Limiti per contaminanti: definisce i livelli massimi consentiti per residui di pesticidi, additivi alimentari e contaminanti ambientali, al fine di garantire la sicurezza dei consumatori;

  • Etichettatura: promuove la trasparenza e il diritto all’informazione dei consumatori, attraverso norme dettagliate sull’etichettatura dei prodotti alimentari.

L’adozione di questi standard da parte dei paesi membri contribuisce a proteggere la salute dei consumatori, garantendo che gli alimenti siano sicuri e di qualità, ma anche facilitare il commercio internazionale, armonizzando le normative alimentari e riducendo le barriere commerciali. Promuove inoltre la fiducia dei consumatori, assicurando che i prodotti alimentari rispettino criteri riconosciuti a livello internazionale.

Recentemente, la Commissione del Codex Alimentarius ha adottato nuove norme per affrontare sfide emergenti, come la resistenza antimicrobica e la necessità di sistemi alimentari più sostenibili.

4. Politiche Internazionali e Accesso al Cibo

Le politiche internazionali giocano un ruolo fondamentale nell’influenzare l’accesso al cibo nel mondo. Agiscono attraverso accordi multilaterali, programmi di cooperazione e strumenti normativi che regolano la produzione, la distribuzione e la disponibilità degli alimenti a livello globale. Gli accordi commerciali, come quelli promossi dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), incidono direttamente sui flussi di beni alimentari tra i Paesi, influenzando prezzi, accessibilità e disponibilità. Se da una parte la liberalizzazione degli scambi può facilitare l’importazione di prodotti essenziali, dall’altra può rendere alcuni Paesi più esposti alle instabilità del mercato globale. In situazioni di emergenza, conflitto o disastri naturali, la cooperazione internazionale si attiva attraverso aiuti umanitari, come quelli gestiti dal World Food Programme (WFP), che fornisce assistenza alimentare a milioni di persone, soprattutto nei contesti più fragili. Un altro strumento fondamentale sono le normative alimentari internazionali. Organizzazioni come la FAO e l’OMS, tramite il Codex Alimentarius, definiscono standard per garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti in tutto il mondo. Questi strumenti contribuiscono anche alla sostenibilità e alla tutela del diritto al cibo. In questo contesto si inserisce anche la Carta di Milano, redatta in occasione di Expo 2015. Questo documento ha riconosciuto il diritto al cibo come diritto umano fondamentale, e ha invitato governi, istituzioni e cittadini ad assumersi una responsabilità collettiva nella lotta contro la fame, la malnutrizione e lo spreco alimentare. La Carta promuove un’agricoltura sostenibile, la tutela della biodiversità e un’equa distribuzione delle risorse alimentari. La diplomazia alimentare si configura dunque come strumento utile non solo per affrontare le crisi, ma anche per creare alleanze durature volte a garantire la sicurezza alimentare globale, in un mondo sempre più interconnesso.

A livello giurisprudenziale, il diritto al cibo è stato oggetto di attenzione in vari contesti internazionali  ad esempio il Caso “People’s Union for Civil Liberties v. Union of India” (2001): dove la Corte Suprema indiana ha riconosciuto il diritto al cibo come parte integrante del diritto alla vita garantito dall’art. 21 della Costituzione indiana. La sentenza ha imposto allo Stato l’obbligo di implementare programmi di alimentazione scolastica e sistemi di distribuzione pubblica.Ancora il Comité DESC c. Guatemala (Caso 0012/2014) presso la Corte Interamericana dei Diritti Umani, è stato trattato il caso di una comunità indigena privata dell’accesso alla terra e quindi del diritto all’alimentazione. La Corte ha condannato lo Stato per non aver garantito l’accesso a risorse vitali e alla sicurezza alimentare,  e ancora Corte Costituzionale della Colombia, Sent. T-025/2004che ha riconosciuto il diritto al cibo per le popolazioni sfollate, evidenziando che l’accesso all’alimentazione fa parte del nucleo minimo incomprimibile dei diritti fondamentali.

5. Diplomazia del Cibo e Agenda 2030

La diplomazia alimentare si inserisce pienamente nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) promossi dalle Nazioni Unite con l’Agenda 2030, fornendo uno strumento operativo per l’implementazione di politiche multilivello orientate alla sostenibilità. In particolare, essa contribuisce in modo diretto al raggiungimento dell’Obiettivo 2 (“Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile”), ma presenta forti connessioni anche con l’Obiettivo 3 (Salute e benessere), l’Obiettivo 12 (Consumo e produzione responsabili), l’Obiettivo 13 (Lotta al cambiamento climatico) e l’Obiettivo 17 (Partnership per gli obiettivi).

Attraverso la promozione di sistemi agroalimentari resilienti, la tutela della biodiversità, il rafforzamento delle catene del valore alimentare e il dialogo intergovernativo, la diplomazia del cibo si configura come un mezzo strategico per affrontare sfide complesse e interconnesse quali la malnutrizione, l’insicurezza alimentare, le disuguaglianze nell’accesso alle risorse e gli impatti dei cambiamenti climatici. In tale prospettiva, la diplomazia alimentare assume un ruolo cruciale non solo nelle dinamiche geopolitiche, ma anche come leva per un futuro alimentare equo, sicuro e sostenibile.

6. Nutrizione sostenibile e cooperazione internazionale

Nel contesto dell’Agenda 2030, la promozione di modelli alimentari sostenibili rappresenta una priorità strategica per affrontare in modo integrato le sfide legate alla salute pubblica, alla sicurezza alimentare, alla sostenibilità ambientale e all’equità sociale. La diplomazia del cibo, intesa come strumento di governance multilivello, può contribuire significativamente alla diffusione di diete sane, accessibili e culturalmente appropriate, capaci di ridurre il carico globale delle malattie legate alla malnutrizione – sia per difetto che per eccesso – e di mitigare l’impatto ambientale dei sistemi agroalimentari.

Secondo i principi delineati nel documento Sustainable Healthy Diets pubblicato da FAO e OMS, le diete sostenibili sono quelle che promuovono tutte le dimensioni della salute e del benessere individuale, garantendo al contempo una bassa pressione sull’ambiente, rispetto della biodiversità, uso efficiente delle risorse naturali e giustizia sociale. In questa prospettiva, la transizione verso sistemi alimentari sostenibili richiede un’azione concertata tra Stati, organizzazioni sovranazionali e società civile, promuovendo un approccio basato su evidenze scientifiche e principi di equità globale.

Iniziative come la Decade of Action on Nutrition (2016–2025) delle Nazioni Unite e il Sustainable Food Systems Programme della One Planet Network mirano a rafforzare le politiche integrate nei settori della nutrizione, dell’agricoltura, dell’ambiente e della salute pubblica. In parallelo, il lavoro della EAT–Lancet Commission ha evidenziato come la trasformazione dei sistemi alimentari sia imprescindibile per garantire l’accesso universale a regimi alimentari salutari entro i limiti planetari, promuovendo un’alimentazione a base vegetale e una drastica riduzione dello spreco alimentare e del consumo di risorse non rinnovabili.

La diplomazia del cibo, in questo contesto, assume un ruolo cruciale non solo nella promozione di regole e standard internazionali, ma anche come veicolo per diffondere buone pratiche nutrizionali e favorire una maggiore convergenza tra le agende globali della salute, dell’alimentazione e dello sviluppo sostenibile

7. Impatti Geopolitici e Conflitti

I conflitti geopolitici hanno un impatto significativo sulla sicurezza alimentare globale, come evidenziato dal conflitto tra Russia e Ucraina. Questa guerra ha interrotto le catene di approvvigionamento agricole, causando instabilità nei mercati e minacciando l’accesso a beni essenziali in molte regioni del mondo.

Russia e Ucraina sono tra i principali esportatori mondiali di grano, mais, orzo e olio di girasole. Insieme, rappresentano circa il 30% delle esportazioni globali di grano e il 75% di quelle di olio di girasole. Il conflitto ha bloccato le esportazioni ucraine e limitato quelle russe, causando un aumento dei prezzi e una carenza di approvvigionamenti, soprattutto nei paesi che dipendono fortemente da queste importazioni, come Egitto, Libano e Bangladesh.

Le interruzioni nelle esportazioni hanno portato a un aumento significativo dei prezzi dei prodotti alimentari a livello globale. Secondo la FAO, il Food Price Index ha raggiunto livelli record nel 2022, con il prezzo del grano aumentato di oltre il 30% nei primi sei mesi del conflitto. Questo ha aggravato l’insicurezza alimentare in molte regioni, in particolare in Africa e Medio Oriente, dove milioni di persone dipendono dalle importazioni di cereali per la loro alimentazione quotidiana.

Oltre ai cereali, la Russia è uno dei principali esportatori mondiali di fertilizzanti. Le sanzioni e le restrizioni commerciali hanno limitato l’accesso a questi prodotti, aumentando i costi di produzione agricola in molti paesi e riducendo la produttività. Ciò ha ulteriormente esacerbato le sfide legate alla sicurezza alimentare, soprattutto nei paesi a basso reddito che dipendono dalle importazioni di fertilizzanti per sostenere la loro produzione agricola.

Il conflitto ha anche evidenziato come il cibo possa essere utilizzato come strumento di pressione politica. Secondo un rapporto di Global Rights Compliance, la Russia ha deliberatamente preso di mira le infrastrutture agricole ucraine, distruggendo magazzini di grano e porti, con l’obiettivo di destabilizzare l’economia ucraina e utilizzare la crisi alimentare come leva nei confronti di altri paesi, in particolare in Africa.

I conflitti geopolitici possono compromettere la sicurezza alimentare globale. Lo studio sull’impatto del conflitto Russia-Ucraina evidenzia come le tensioni internazionali influenzino le reti commerciali agroalimentari, causando instabilità nei mercati e minacciando l’approvvigionamento di beni essenziali.

L’innovazione tecnologica e la sostenibilità sono cruciali per affrontare le sfide alimentari future. Il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura mira a conservare la biodiversità agricola e a garantire l’accesso equo alle risorse genetiche, fondamentali per la sicurezza alimentare .

8. Conclusioni

La diplomazia del cibo si afferma come uno strumento potente e multidimensionale capace di connettere culture, rafforzare le relazioni tra Stati e affrontare alcune delle sfide più critiche del nostro tempo. La sicurezza alimentare, la regolamentazione internazionale e l’impatto dei conflitti geopolitici sulle filiere agroalimentari dimostrano quanto il cibo sia oggi al centro di dinamiche complesse, che spaziano dalla salute pubblica alla stabilità economica e politica globale.

Esperienze come il Codex Alimentarius, la Carta di Milano e la gastrodiplomazia asiatica mostrano come il cibo possa essere veicolo di cooperazione, dialogo e sviluppo sostenibile. Al tempo stesso, crisi come quella derivata dal conflitto russo-ucraino mettono in evidenza la vulnerabilità delle reti alimentari mondiali e la necessità di un approccio strategico, multilaterale e resiliente.

In questo contesto, è indispensabile che la comunità internazionale continui a promuovere politiche che riconoscano il cibo non solo come risorsa materiale, ma come leva diplomatica per costruire un mondo più equo, sicuro e integrato. La diplomazia del cibo non è soltanto una nuova frontiera delle relazioni internazionali, ma una chiave concreta per nutrire la pace.

 

 

 

 

 

 

 

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