Finanza pubblica tra rigore e crescita: il sentiero tracciato dal Documento Programmatico per il triennio 2026–2028

Finanza pubblica tra rigore e crescita: il sentiero tracciato dal Documento Programmatico per il triennio 2026–2028

Abstract. Il nuovo Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) per il triennio 2026-2028 conferma l’approccio improntato a un equilibrio tra rigore contabile e sostegno alla crescita economica, già delineato nella NADEF primaverile. Il governo punta a ridurre gradualmente il disavanzo, contenere il debito e stimolare investimenti pubblici e privati, senza trascurare le esigenze sociali e sanitarie del Paese. In un contesto internazionale segnato da incertezze geopolitiche e stagnazione economica europea, l’Italia si presenta con una strategia di bilancio orientata alla sostenibilità, alla coesione sociale e alla competitività, tentando di mantenere un profilo rassicurante verso le istituzioni europee. Questo articolo analizza gli snodi principali del DPFP, illustrando numeri, obiettivi e criticità del percorso di finanza pubblica tracciato per i prossimi tre anni.

 

Sommario: 1. Un percorso di stabilità nella nuova governance europea – 2. Andamento del deficit e crescita contenuta: un equilibrio delicato – 3. Il debito sotto controllo e il nodo della difesa – 4. Pressione fiscale e sanità: una redistribuzione mirata delle risorse – 5. Spesa netta: margini di manovra sotto sorveglianza – 6. Investimenti pubblici e interventi sociali: continuità e rilancio – 7. La sfida della credibilità e l’impegno per la sostenibilità – 8. Conclusione

 

1. Un percorso di stabilità nella nuova governance europea

Il Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP) 2025, presentato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, si inserisce nel nuovo quadro della governance economica europea, dove il parametro cardine non è più il deficit nominale bensì il tasso di crescita della spesa netta. Tale parametro, fissato nel Piano Strutturale di Bilancio di medio termine e approvato dal Consiglio dell’Unione europea, non può essere modificato retroattivamente e costituisce il vincolo centrale attorno a cui si sviluppa l’intera architettura della manovra. L’Italia, pur in un quadro internazionale ancora fragile e incerto, cerca di rafforzare la propria posizione economica facendo leva su una combinazione di responsabilità fiscale e interventi mirati. La manovra, che verrà formalizzata nel Documento Programmatico di Bilancio da inviare a Bruxelles entro il 15 ottobre, si fonda su tre assi fondamentali: la riduzione graduale del disavanzo, il contenimento del debito e il sostegno alla crescita, attraverso misure che incentivano il lavoro, gli investimenti e la protezione sociale.

2. Andamento del deficit e crescita contenuta: un equilibrio delicato

La traiettoria del deficit conferma gli impegni già assunti nella NADEF primaverile. Dopo un disavanzo previsto al 3% del PIL per il 2025, il rapporto deficit/PIL è atteso scendere progressivamente al 2,8% nel 2026, al 2,6% nel 2027 e infine al 2,3% nel 2028. Questa dinamica è compatibile con l’uscita dalla Procedura per disavanzi eccessivi, a condizione che vengano rispettati i parametri di spesa netta fissati a livello europeo. Sul fronte della crescita economica, le stime programmatiche indicano un rafforzamento graduale, seppur modesto: +0,7% nel 2026, +0,8% nel 2027 e +0,9% nel 2028. Si tratta di previsioni prudenti, validate dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che tengono conto delle incertezze legate allo scenario globale e all’impatto delle tensioni geopolitiche sulle dinamiche commerciali e sugli investimenti.

3. Il debito sotto controllo e il nodo della difesa

Anche il debito pubblico mostra una traiettoria discendente più favorevole rispetto alle stime precedenti. Dopo il picco previsto al 137,8% del PIL nel 2026, il rapporto debito/PIL dovrebbe calare già dal 2027, attestandosi al 136,4% nel 2028. Questo andamento beneficia della graduale attenuazione degli effetti fiscali legati al superbonus edilizio, che negli anni precedenti aveva contribuito a innalzare temporaneamente il fabbisogno di cassa. Tuttavia, una delle partite più complesse riguarda la spesa per la difesa. Il governo ha espresso l’intenzione di aumentare progressivamente il bilancio destinato al comparto militare, in coerenza con gli impegni assunti a livello europeo e NATO. Tale incremento, pari a +0,15% del PIL nel 2026, +0,3% nel 2027 e +0,5% nel 2028, sarà subordinato all’effettiva uscita dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo. In assenza di margini fiscali certi, il rafforzamento della spesa per la difesa dovrà essere calibrato attentamente, evitando di compromettere altri ambiti cruciali come sanità, welfare e investimenti produttivi.

4. Pressione fiscale e sanità: una redistribuzione mirata delle risorse

Tra gli obiettivi strategici della manovra figura la riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro. Il governo mira a una “ricomposizione del prelievo” che favorisca i salari e sostenga la competitività del sistema economico. Questa scelta, che rientra in una più ampia strategia di incentivo all’occupazione, sarà affiancata da un rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale, volto a rafforzare la tenuta del Servizio Sanitario Pubblico e a garantire livelli essenziali di assistenza uniformi su tutto il territorio. L’intervento fiscale sarà quindi finanziato da un mix di risorse: entrate aggiuntive, rimodulazioni di spesa e razionalizzazione dei sussidi. Il bilancio pubblico viene così trasformato in uno strumento di riequilibrio sociale, che cerca di ridurre le disuguaglianze senza rinunciare alla disciplina finanziaria richiesta a livello europeo.

5. Spesa netta: margini di manovra sotto sorveglianza

Il tasso di crescita della spesa netta rappresenta il vero banco di prova della manovra. Dopo una contrazione del 2% registrata nel 2024, nel 2025 la spesa aumenterà dell’1,3%, in linea con i target UE. Il 2026 prevede una crescita dell’1,7%, leggermente superiore al tetto dell’1,6%, ma il governo si è impegnato a correggere tale scostamento nella prossima legge di bilancio. Per il 2027 e il 2028, le stime si mantengono prudentemente al di sotto del limite, consentendo l’accantonamento di spazi di bilancio da utilizzare in modo selettivo. Nel 2027, le risorse disponibili saranno interamente allocate su priorità economiche e sociali, mentre nel 2028 è previsto un utilizzo solo parziale dei margini, al fine di assicurare una crescita della spesa netta compatibile con la sostenibilità di lungo periodo.

6. Investimenti pubblici e interventi sociali: continuità e rilancio

Il DPFP conferma l’intenzione del governo di mantenere gli investimenti pubblici su un livello elevato, pari al 3,4% del PIL, superando le medie storiche precedenti all’attuazione del PNRR. Le risorse saranno impiegate per sostenere l’innovazione, la competitività delle imprese e il potenziamento infrastrutturale del Paese. Un’attenzione particolare sarà riservata alle politiche sociali, con misure mirate al contrasto del declino demografico e al rafforzamento della conciliazione tra lavoro e famiglia. Si tratta di interventi coerenti con il principio del Benessere Equo e Sostenibile (BES), i cui indicatori sono ormai integrati nella programmazione economico-finanziaria.

7. La sfida della credibilità e l’impegno per la sostenibilità

Il Documento non si limita a fotografare una situazione contabile, ma propone una visione di medio periodo, ancorata al principio della sostenibilità fiscale. Le azioni annunciate mirano a preservare la fiducia delle istituzioni europee e dei mercati finanziari, come dimostrano i recenti miglioramenti nei giudizi delle agenzie di rating e la riduzione del rischio percepito sul debito sovrano italiano. L’Italia si propone quindi come un Paese che, pur gravato da un debito ancora elevato, intende risanare le proprie finanze senza rinunciare a investire nel capitale umano, nella produttività e nella coesione sociale. Il consolidamento fiscale non è più concepito come fine a sé stesso, ma come prerequisito per liberare risorse future e affrontare le priorità emergenti in modo credibile ed efficace.

8. Conclusione

Il quadro delineato dal Documento Programmatico di Finanza Pubblica per il triennio 2026–2028 si presenta come un esercizio di equilibrio complesso, ma necessario. Il governo intende proseguire nel percorso già intrapreso, garantendo continuità alle politiche fiscali adottate, ma anche la flessibilità necessaria per adattarsi ai mutamenti del contesto internazionale e alle esigenze interne.


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Riccardo Renzi

Funzionario della Pubblica Amministrazione a Comune di Fermo
Istruttore direttivo presso Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo, membro dei comitati scientifici e di redazione delle riviste Menabò, Notizie Geopolitiche, Scholia e Il Polo – Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti”, e Socio Corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Marche. Ha all'attivo più di 500 pubblicazioni tra scientifiche e di divulgazione, per quanto concerne il diritto collabora con Italia Appalti, Altalex, Jus101, Opinio Juris, Ratio Iuris, Molto Comuni, Italia Ius, Terzultima Fermata e Salvis Juribus.

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