Il mercato unico europeo: critiche recenti e rilanci politici

Il mercato unico europeo: critiche recenti e rilanci politici

A trent’anni dal completamento formale (1993), il Mercato Unico resta incompiuto in alcuni snodi: servizi, appalti, energia, digitale.

Le crisi recenti hanno reso più visibili barriere regolatorie e procedurali e, al contempo, hanno accelerato l’uso di strumenti europei per rimuoverle e prevenire nuove frammentazioni.

Nel 2024 la Commissione ha avviato una relazione annuale su Mercato Unico e competitività; nel 2025 ha presentato una Strategia per un mercato “più semplice, seamless e solido”.

Il dibattito 2024–2025 sul Mercato Unico europeo evidenzia due tensioni: da un lato la denuncia, da parte di imprese e osservatori, di frammentazione normativa e lentezza dell’enforcement; dall’altro la spinta delle istituzioni UE a un rilancio politico con una nuova Strategia del Mercato Unico (2025), un più solido coordinamento con gli Stati (SMET e “Single Market Sherpas”) e indicatori comuni di competitività.

Il cambio di tono è netto: da un modello reattivo (infrazioni *ex post*) a uno proattivo di prevenzione e *early warning*.

Resta però decisivo l’allineamento su tre fronti: tempi: gli impegni (Sherpas, riunione SMET ad alto livello, atti di prevenzione) vanno calendarizzati e dotati di risorse; ownership nazionale: senza responsabilità politica domestica, le riforme restano “sulla carta”; coerenza orizzontale: i rilanci sul mercato devono tenere insieme transizione energetica, digitale e politica industriale, evitando che nuove norme ri-introducano frammentazioni (es. requisiti divergenti su prodotti/servizi).

Le critiche convergono su un punto: senza esecuzione rapida e prevenzione delle barriere, il potenziale del Mercato Unico resta sottoutilizzato.

I rilanci politici  offrono la cornice per un salto di qualità.

La differenza la faranno tempi, responsabilità e dati: obiettivi pubblici, monitoraggio comparabile, e un equilibrio credibile tra autonomia regolatoria nazionale e integrità del mercato.

Tra le voci più autorevoli, il Rapporto Letta richiama la necessità di passare da una logica difensiva (dazi, barriere) a una offensiva basata su regole chiare e vincolanti, riduzione della burocrazia e rimozione di frammentazioni nei servizi. In parallelo, associazioni industriali e del commercio segnalano lentezze nell’azione di contrasto a misure nazionali protezionistiche, con effetti a catena sulle catene del valore transfrontaliere. L’agenda è dunque duplice: regolazione intelligente e enforcement credibile.

L’armonizzazione del Mercato Unico richiede una combinazione di strumenti: norme vincolanti dove servono standard elevati e mutuo riconoscimento per non ingessare l’innovazione; task‑force operative (SMET) e Sherpa nazionali per prevenire e rimuovere barriere; policy industriali comuni per settori strategici; strumenti difensivi proporzionati per garantire parità competitiva verso l’esterno. Il tutto sorretto da un sistema di KPI condivisi che misurino impatti concreti su costi di conformità, tempi autorizzativi, accesso ai mercati e partecipazione transfrontaliera.


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Avv. Gianluca Galofaro

Si laurea nel 2005 presso l’Università degli Studi di Catania con una tesi sperimentale in Informatica giuridica, dedicata all’analisi dei sistemi informativi nel diritto. Consegue nel 2008 l’abilitazione all’esercizio della professione forense ed è iscritto all’Ordine degli Avvocati di Siracusa dal 2009. Patrocinante innanzi alla Corte di Cassazione, svolge attività professionale presso il proprio studio legale con sedi in Augusta e Roma, occupandosi prevalentemente di diritto civile, tributario, del lavoro, ambientale e marittimo. È avvocato fiduciario di diversi enti pubblici e aziende private, per i quali presta consulenza continuativa in materia di contenzioso, contrattualistica, gestione della compliance e responsabilità amministrativa ex D.Lgs. 231/2001. Ha conseguito un Master di II livello in Diritto della Navigazione e dei Trasporti e un Master di I livello in Discipline economiche, statistiche e giuridiche, approfondendo le competenze in ambito economico-gestionale e nella regolazione dei trasporti. Esperto in management della Pubblica Amministrazione, ha maturato una significativa esperienza nella consulenza a enti pubblici, società partecipate e amministrazioni locali, anche nell’ambito di partenariati pubblico-privati e progetti di sviluppo territoriale. Dal 2009 al 2011 ha collaborato con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, presso l’Ufficio Affari Legali, occupandosi di problematiche giuridiche in materia ambientale, sicurezza e responsabilità d’impresa. È inoltre membro della Camera Arbitrale Internazionale, dove ha svolto incarichi di arbitro e giudice in controversie di diritto commerciale e contrattuale. Abilitato all’insegnamento, è docente di corsi di Diritto della Navigazione e partecipa a iniziative di formazione professionale e aziendale su tematiche di diritto ambientale, sicurezza nei luoghi di lavoro e sostenibilità.

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