Caduta per strada da pavimento dissestato: come chiedere il risarcimento danni?

Caduta per strada da pavimento dissestato: come chiedere il risarcimento danni?

Il Comune che gestisce le strade preposte alla circolazione delle persone è tenuto a risarcire il danno arrecato ai pedoni perché risponde di responsabilità oggettiva.

Tale obbligo sussiste anche se il Comune non ha colpa dell’accaduto o non sapeva della presenza del dissesto del manto stradale, della sporgenza eccessiva di un tombino, di un marciapiede con mattonelle sconnesse, ecc…

Ciò, proprio perché la responsabilità del Comune è di tipo oggettivo in quanto sussiste per il solo fatto che l’evento dannoso si è realizzato, pur in assenza di dolo o colpa nel difetto di manutenzione. La persona quindi che è caduta perché camminava su un marciapiede con mattonelle sconnesse con conseguenti danni fisici (ad esempio una frattura) potrà far valere i suoi diritti essendo stato danneggiato, richiedendo un risarcimento danni tramite l’invio di una raccomandata a/r da indirizzare al Comune o ad altra Pubblica Amministrazione ritenuta responsabile che sia competente a curare la manutenzione delle strade.

La lettera di risarcimento danni deve essere scritta da un Avvocato nella maniera più precisa possibile, per cui occorre:

1) raccontare in modo dettagliato l’accaduto con l’indicazione precisa del giorno, ora e luogo della caduta;

2) descrivere come è avvenuta la caduta: ad esempio per la presenza di una buca non visibile, un tombino sporgente, le mattonella del marciapiede fuori posto, ecc…

3) indicare il nesso di causalità: occorre dimostrare che la caduta è stata determinata dallo stato della strada descritto al punto precedente e non ad esempio da una condizione dipesa dal pedone (ad esempio se la persona che cade aveva i lacci delle scarpe slacciati, o stava camminando e nel frattempo inviava messaggi dal cellulare e quindi era distratto);

4) provare il fatto e il danno fisico procurato e valutare la sua entità: la prova risulta più attendibile se vi è un verbale della polizia municipale chiamata ad intervenire appena accade il fatto. Altre prove che si possono allegare sono per esempio le fotografie che dimostrino lo stato del luogo al momento della caduta. Inoltre, è possibile chiedere alle persone che sono presenti sul luogo dell’accaduto in quel momento di presentarsi come testimoni per raccontare tutto l’accaduto. A tutte queste documentazioni da produrre nella lettera è opportuno aggiungere anche eventuali referti medici o del pronto soccorso nel caso in cui ci siano delle lesioni.

Quali sono i casi in cui il danneggiato non ha possibilità di essere risarcito?

Come accennato prima non è mai possibile risarcire il danno che si poteva evitare. Ad esempio, la caduta che avviene perché si cammina su una buca molto grande e quindi visibile non dà mai diritto al risarcimento. Non sarà risarcibile nemmeno la caduta che avviene su un marciapiede con mattonelle sconnesse ben visibili, ma causata dalla distrazione del pedone perché in quel momento era intento a mandare messaggi con il cellulare. In poche parole, non sono risarcibili le cadute che potevano essere evitate con l’ordinaria diligenza.

Tempistiche per presentare la raccomandata: la richiesta di risarcimento danni al Comune o all’ente responsabile deve essere presentata entro 5 anni dal giorno in cui il fatto è accaduto.

Come potrebbe rispondere il Comune ad una lettera di richiesta di risarcimento? Il Comune potrebbe rispondere dimostrando di essere esente da responsabilità se la caduta è avvenuta per caso fortuito, cioè per una causa imprevedibile e inevitabile.

E se invece il Comune non dovesse rispondere alla lettera? Se il Comune non risponde alla lettera presentatagli, la persona danneggiata potrà rivolgersi all’’Avvocato, il quale proseguirà notificando l’atto di citazione al Comune e si darà inizio ad una causa davanti al giudice di pace o al Tribunale.


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