Danno da buca stradale? Sì al risarcimento

Danno da buca stradale? Sì al risarcimento

Come chiedere il risarcimento per un danno causato dalle buche stradali?

Le strade italiane sono quotidianamente sotto l’occhio critico di ogni cittadino, che, a causa delle innumerevoli buche non prontamente sanate e non segnalate causano diversi sinistri a veicoli o, nelle peggiori ipotesi anche a persone.

La normativa di riferimento nel caso di specie è dettata dall’art. 2051 c.c. secondo cui, ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito. Andiamo per gradi.

Chi è il custode?

È colui che ha la possibilità di vigilare, che può disporre e controllare la cosa, e pertanto, in ragione della custodia, al custode viene affiancata la responsabilità nei confronti della stessa.

Pertanto, nell’ipotesi di un danno occorso al proprio autoveicolo, come ad esempio la perforazione di una gomma o varie, a causa di una buca stradale cui non è stata fatta una corretta manutenzione, risponderà l’ente che aveva la strada sotto la propria custodia.

Cosa esclude la responsabilità del custode?

Ai sensi del già summenzionato art. 2051 c.c. la responsabilità del custode decade allorquando vi è il danno in conseguenza della colpa del danneggiato, ovvero, quando si manifesta per caso fortuito o per forza maggiore.

Di chi è la colpa, “chi risarcirà”?

L’ente che dispone della strada e che ne ha la piena disponibilità, se non ha prontamente segnalato la buca in questione ed in conseguenza ha creato una difficoltà agli automobilisti, se lo stesso ente non si è attivato al ripristino della strada, riportandola in perfette condizioni idonee alla circolazione. Dunque, non potrà altro che attribuirsi la responsabilità del sinistro all’ente in questione, se altresì l’automobilista non ha potuto evitare in alcun modo la stessa.

Altresì, oltre l’applicazione dell’art. 2051 c.c. potrebbe sorgere una responsabilità ex art. 2043 c.c., rubricato “risarcimento per fatto illecito” secondo cui, qualunque fatto, doloso o colposo, che cagiona, ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.

La responsabilità extracontrattuale o detta anche aquiliana è strettamente connessa al principio del “neminem leadere”, secondo cui ciascuno deve astenersi dal ledere altri.

Cosa sarà essenziale ai fini della responsabilità?

Punti essenziali, dunque, saranno l’evento, il nesso causale ed il danno patito.

L’evento è quel movente per il quale ne sorge una conseguenza, la fattispecie che scatena il tutto per intenderci. 

Il danno è la sofferenza patita.

In fine, il nesso causale è quel collante che unisce l’evento al danno, ed è esattamente la presenza del nesso causale che permetterà o meno, la risarcibilità del danno.

Come provare il nesso causale?

Il nesso causale dunque, come abbiamo già detto, permette di ricondurre un determinato danno ad un determinato evento, facendone derivare fonte di responsabilità.

Il nesso di causalità può essere provato attraverso il verbale d’intervento delle autorità competenti chiamate a fronteggiare il sinistro, ovvero, mediante prova testimoniale, fotografie del sinistro o documentazioni varie.


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Giuseppe Milioto

Dott. Giuseppe Milioto, Avv. praticante operante sia nel ramo del Diritto Civile, che nel ramo del Diritto Penale. Laureato in giurisprudenza con tesi di laurea in Diritto Internazionale trattante la disciplina normativa dell'immigrazione. L'estratto della tesi è stato pubblicato nel potale dell'università quale contributo. Scuola avvocatura Post-Laurea.

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