Focus sul PNRR: il piano per le infrastrutture per lo sport nelle scuole italiane

Focus sul PNRR: il piano per le infrastrutture per lo sport nelle scuole italiane

1. La mancanza di linee guida sulle tipologie di sport che i ragazzi potrebbero praticare (in base alle loro attitudini) nel contesto scolastico

La realizzazione di impianti sportivi e palestre rappresenta un investimento sulla comunità in quanto consente alla scuola di essere aperta al territorio anche al di fuori dell’orario scolastico.

La costruzione di queste strutture può raggiungere un duplice obiettivo: promuovere lo sport e l’attività fisica nelle scuole e consentire la disponibilità dei suddetti, nuovi o riqualificati, a tutta la comunità locale per garantire l’accesso allo sport a più ragazzi e adulti (come già mediamente accade in circa il 57% degli impianti sportivi scolastici esistenti), anche al di fuori dell’contesto scolastico, come sottolineato all’inizio del paragrafo.

Il PNRR[1], con il Piano per le infrastrutture per lo sport nelle scuole, dà rilievo alle politiche per i ragazzi, delineando una serie di misure volte a colmare il divario rispetto al resto d’Europa.

Soffermandoci sulla situazione nel nostro Paese, l’offerta di servizi di educazione primaria accusa forti carenze strutturali ed è stata oggetto della Raccomandazione europea n. 2 del 2019[2] e, nello specifico, il Gruppo di lavoro sull’ECEC[3] svolge un ruolo chiave nello sviluppo delle politiche europee sulla prima infanzia e nel sostegno agli Stati membri nell’attuazione della Raccomandazione stessa.

L’avviso 48040 del 2 dicembre 2021, contiene il Piano gestito dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Dipartimento per lo sport ed è attuato direttamente dagli enti locali proprietari dei relativi edifici. Quest’ultimo ha lo scopo di aumentare la disponibilità di palestre e impianti sportivi, grazie alla realizzazione (oppure alla messa in sicurezza) di determinate strutture, favorendo le attività sportive e i corretti stili di vita nelle scuole, riducendo il divario infrastrutturale esistente, rafforzando le attività e le infrastrutture sportive (così da combattere l’abbandono scolastico), incentivare l’inclusione sociale e rafforzare le attitudini personali.

Il Piano agisce in continuità con gli investimenti e le azioni del Ministero dell’Istruzione autorizzate nell’ambito del fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi, di cui all’art.1 della L. n. 440 del 18 dicembre 1997, che consentono la realizzazione di progetti ed attività extracurriculari. Possono partecipare alla selezione pubblica tutti gli enti locali, proprietari di edifici pubblici ad uso scolastico statale o rispetto ai quali abbiano la competenza.

2. Finanziamenti per investire sul miglioramento delle infrastrutture scolastiche

La cifra più significativa del PNRR (800 milioni di euro), verrà dedicata alle nuove scuole, considerando un costo medio a scuola di 1,3 milioni di euro (elaborazione dati GIES), detto ciò, quantificando, circa 600 nuove edificazioni.

Sono necessarie alcune considerazioni affinché questo tipo di opportunità possa essere sfruttata nella sua totalità: la prima è inerente all’assumere, all’interno della programmazione nazionale e territoriale, il dato di diminuzione da qui al 2030 di circa un milione di studenti e quindi, di un fabbisogno strutturale inferiore.

Questo dovrebbe indirizzarci a costruire scuole nuove andando, di conseguenza, a demolire edifici poco efficienti e riqualificabili, ricostruendo (nello stesso luogo e tenendo conto delle nuove esigenze numeriche e di funzionalità rispetto alla città) senza consumare nuovo suolo e urbanizzare nuove aree. Gli interventi includono la realizzazione, attraverso la ricostruzione in situ o delocalizzazione, di strutture sicure, moderne, inclusive e sostenibili che possano favorire: la riduzione di consumi e di emissioni inquinanti, l’aumento della sicurezza sismica degli edifici, lo sviluppo delle aree verdi. L’obiettivo è quello di perseguire un consumo di energia primaria inferiore di almeno il 20% rispetto al requisito posseduto dagli edifici a energia quasi zero (NZEB – Nearly Zero Energy Building), entro il termine del 31 marzo 2026. L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività di supporto tecnico operativo offerte da Invitalia, e rese disponibili dal Ministero dell’economia e delle finanze ai soggetti attuatori degli investimenti PNRR su impulso del Ministero dell’Istruzione e del Merito, e in collaborazione con ANCI e UPI.

La seconda considerazione fa riferimento alla possibilità di rendere queste nuove scuole modello della giusta transizione: innovative e progettate in maniera partecipata con il territorio e la comunità scolastica nell’ottica della rigenerazione e collocate nelle aree socialmente e ambientalmente più svantaggiate del Paese. Inoltre, l’investimento di 300 milioni di euro[4] per nuove palestre, dato che ad oggi una scuola su due ne è priva e un impianto sportivo su quattro in dotazione delle scuole, necessita di interventi di manutenzione urgenti.

Una particolare attenzione, infine, va riservata alla realizzazione di impianti outdoor, oggi presenti in circa il 31% degli edifici con impianti sportivi, risultati vitali per lo svolgimento dell’attività didattica durante la pandemia. La dotazione finanziaria per la presente misura è pari a 300 miliardi di euro, ripartiti su base regionale di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro per il sud e la coesione territoriale, con il Ministro per la famiglia e le pari opportunità e con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie del 2 dicembre 2021, n. 343[5].

A tal proposito, le proposte e le candidature finanziabili sono[6]: la demolizione e ricostruzione di palestre scolastiche riferite a edifici pubblici adibiti ad uso scolastico del primo e del secondo ciclo di istruzione; la nuova costruzione di edifici da destinare esclusivamente a palestre scolastiche a servizio di edifici scolastici esistenti; gli ampliamenti di edifici scolastici esistenti e finalizzati alla realizzazione esclusiva di palestre scolastiche; la riconversione di spazi non utilizzati all’interno di edifici esistenti da destinare a sale per attività collettive dove poter eseguire le attività ludiche; riqualificazione di aree sportive all’aperto esistenti che insistono nell’area di pertinenza scolastica, così come previste dal decreto del Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro della pubblica istruzione, 18 dicembre 1975[7]; La durata del progetto è stimata in 5 anni, fino al 2026 e, in merito al potenziamento delle strutture per lo sport a scuola, è necessario analizzare cosa prevede il Pnrr: come detto nel precedente paragrafo, l’obiettivo è quello di potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie.

 

 

 

 

 

 


[1] V. Bontempi, Lo Stato digitale nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Università degli studi Roma Tre 2022; A. Di Filippo, Le Pubbliche amministrazioni di fronte alle sfide del PNRR, Ipsoa 2022. L’investimento 1.3 “Piano per le infrastrutture per lo sport nelle scuole” finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che prevede bando da 300 milioni di euro per la messa in sicurezza e la realizzazione di palestre scolastiche, si inserisce nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 4 “Istruzione e Ricerca”, Componente 1 “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asilo nidi alle Università”. La dotazione finanziaria di 300 milioni di euro è ripartita come disposto dal DM 343 del 2 dicembre 2021: il 54,29% è destinato agli enti locali del Mezzogiorno, il 30% a province, incluse quelle autonome, città metropolitane, enti di decentramento regionale e regione autonoma della Valle d’Aosta per le scuole del secondo ciclo di istruzione, mentre il 70% è destinato a comuni e/o Unioni di comuni. Il 50% delle risorse è destinato ad interventi di messa in sicurezza di edifici pubblici scolastici adibiti a palestre.
[2] Raccomandazione del Consiglio del 22 maggio 2019 relativa ai sistemi di educazione e cura di alta qualità della prima infanzia (2019/c189/02): L’ET2020 Working Group on Early Childood Education and Care è uno dei sette gruppi di lavoro costituiti dalla Commissione Europea per sostenere gli Stati membri, attraverso il metodo di coordinamento aperto, nell’affrontare, secondo le priorità comuni concordate a livello europeo, le principali sfide riguardanti i rispettivi sistemi nazionali di istruzione e formazione.
[3] Professionalisation of Childcare Assistants in Early Childhood Education and Care (ECEC): Pathways towards Qualification, relazione NESET II (2016); The current state of national ECEC quality frameworks, or equivalent strategic policy documents, governing ECEC quality in EU Member States, relazione NESET II, aprile 2017.
[4] Art. 2 – dotazione finanziaria dell’avviso, La dotazione finanziaria complessiva della presente misura è pari ad € 300.000.000,00, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza – Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università – Investimento 1.3: “Piano per le infrastrutture per lo sport nelle scuole”, secondo la ripartizione su base regionale di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, di concerto, con il Ministro per il sud e la coesione territoriale, con il Ministro per la famiglia e le pari opportunità e con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie 2 dicembre 2021, n. 343.
[5] Decreto del Ministro dell’istruzione 2 dicembre 2021, n.343, per la definizione dei criteri di riparto, su base regionale, delle risorse del Piano Nazionale di ripresa e resilienza e delle modalità di individuazione degli interventi. Registrato dalla Corte dei conti in data 14 marzo 2022 al n.565.
[6] Decreto M.I. 02.12.2021, n. 48040, Potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola, art. 4 – proposte e candidature finanziabili. Comma 1, Sono finanziabili proposte progettuali relative esclusivamente alla costruzione, messa in sicurezza e ristrutturazione di palestre o aree sportive all’aperto (cfr. DM 18 dicembre 1975 – punto 3.5.2).
[7] D. M. 18 dicembre 1975, n. 29 (Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica); D. M. 26 agosto 1992, n. 218 (Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica); D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Testo coordinato con il D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106 (Testo Unico sulla Salute e sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro); Accordo Stato-Regioni 25 luglio 2012 (Accordo Stato-Regioni in tema di formazione sulla sicurezza).

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Stefano Verduchi

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