Tra libero arbitrio e determinismo: il lato nascosto dell’imputabilità

Tra libero arbitrio e determinismo: il lato nascosto dell’imputabilità

Sommario: 1. Introduzione – 2. L’elasticità dell’imputabilità – 3. Libero arbitrio – 4. Conclusioni

 

1. Introduzione

L’articolo vuole trattare al meglio delle possibilità un tema estremamente complicato , ovvero l’esistenza o meno del libero arbitrio , a seconda della sua esistenza o meno ci si chiede se anche il diritto non debba attuare una concezione maggiormente legata ai progressi scientifici , dunque non solo in relazione alle infermità patologiche ma attribuire un ruolo maggiore agli input ambientali e sociali nell’alveo del tema dell’imputabilità.

2. L’ elasticità dell’ imputabilità

L’imputabilità è uno dei concetti cardini dell’ordinamento penale italiano anche se la sua posizione all’interno del macro concetto della colpevolezza è discusso . Il concetto dell’ imputabilità si ricava dall’ art. 85: “è imputabile chi ha la capacità di intendere e di volere” mentre il concetto di colpevolezza si è evoluto nel tempo . In sintesi , nelle prime riflessione , il concetto venne inteso in relazione all’elemento psicologico del reato , dunque prettamente soggettivo . Ma nel tempo , grazie anche ai contributi di Wenzel , la concezione della colpevolezza divenne sempre più legata alla norma[1] .Tali riflessioni hanno avuto l’importante compito non solo di allargare il concetto di colpevolezza ,il quale attualmente incorpora una serie di elementi derivanti dalle norme , ma avuto anche l’onere di porre in discussione il concetto dell’imputabilità . In effetti , la comunità giuridica si è divisa sul tema , una parte della dottrina ha posizionato il concetto come essenziale alla colpevolezza mentre altri ,tra cui spicca l’insigne giurista Antolisei[2] , ha affermato l’ “accessorietà” di esso . In particolare ha evidenziato che ” il non imputabile non commetterebbe un reato non punibile, ma un fatto tipico non colpevole”. Tale opinione si baserebbe anche sulla radicata convinzione che il giudizio sulla colpevolezza normativa implicherebbe un rimprovero morale al soggetto, per cui, dal momento che per “rimproverare” ad una volontà di non essere stata diversa, occorre che essa si sia formata in un soggetto capace di intendere e di volere .Dunque la conclusione a cui arriva il giurista è la seguente , ovvero l’imputabilità non rivestirebbe un carattere essenziale   . Grazie al contributo di Antolisei , si ricavò l’introduzione dell’ articolo inerente alla pericolosità sociale , ovvero l’art. 203 che recita: «Agli effetti della legge penale , è socialmente pericolosa la persona, anche se non imputabile o non punibile, la quale ha commesso taluno dei fatti indicati nell’articolo precedente, quando è probabile che commetta nuovi fatti preveduti dalla legge come reati. La qualità di persona socialmente pericolosa si desume dalle circostanze indicate nell’articolo 133».

Una prima conseguenza dell’adozione della tesi di Antolisei è stata la creazione del cosiddetto sistema binario , ovvero diviso tra pene e misure di sicurezza[3] . Ma a tale adozione ne  consegue una seconda conclusione  importante ovvero che il concetto di imputabilità risulta essere legato all’ambito medico . In effetti la valutazione dell’articolo 85 ricalca ,anche nella sua evanescenza ,il concetto di intendere e di volere . Quest’ultimo concetto tuttavia non è ben specificato ,tantoché la giurisprudenza ha circoscritto il concetto di colpevolezza[4] ma non quello di imputabilità[5].Quest’ultima assenza  è sopperita ad  una definizione del tipo:

” La capacità di intendere e volere indica l’attitudine della persona a comprendere il valore del proprio comportamento , le conseguenze giuridiche, morali e fattuali che le proprie azioni od omissioni hanno verificato sulla realtà esterna.”[6] .

Malgrado la definizione sia pressoché omnicomprensiva , è decisamente complicato definire una  struttura rigida del concetto . Ovvero l’articolo 85 si presta ad essere molto elastico .Cosa significa avere l’attitudine ? ,Cosa significa comprensione ovvero il valore del proprio comportamento? , a fortiori è ancora più complicato valutare la pre-conoscenza delle conseguenze giuridiche oppure il valore morale delle proprie azioni .

Tale elasticità si riflette anche nella giurisprudenza . Un esempio è dato dalla sentenza della corte di cassazione penale  13778 del 2019 . Sinteticamente , in essa  si cristallizzava il momento della perizia nella parte in cui si affermava  ” la perizia psichiatrica espletata in altro procedimento, relativo a diverso fatto, non è mai vincolante nel giudizio successivo, nel quale la valutazione della capacità di intendere e di volere dell’imputato è correttamente compiuta alla stregua di un accertamento peritale del tutto indipendente da quello eseguito in precedenza.”Tuttavia malgrado la perizia consumi il proprio dovere in un dato momento specifico, una sentenza recente [7] evidenzia come i giudici potrebbero tenere conto di  passate perizie o comportamenti che potrebbero essere sospetti di una deficienza psichica.Nello specifico, la sentenza Num. 10223 del 2021 . Dinanzi alla corte locale di Messina, il signore C.C. è stato condannato a causa dell’occultamento del padre al fine di riscuotere la pensione . Il difensore ha proposto l’appello , richiamando tra le sue motivazioni l’assenza di una perizia psichiatrica . In appello , tale richiesta  è stata negata poiché la perizia  non era stata richiesta in  primo grado tantomeno era risultato una improvvisa manifestazione di comportamenti , i quali avrebbero potuto far sorgere dei dubbi circa la consistenza psichica del ricorrente .In Cassazione , i giudici hanno valutato nel complesso ,grazie anche ai numerosi precedenti del ricorrente , l’inesistenza di perizie . Il risultato è stato che C.C. non era mai stato soggetto ad alcuna perizia ,tantomeno aveva mostrato , anche in periodi di detenzione domiciliare ,comportamenti anomali . La causa si è conclusa col rigetto delle ricorso nei confronti di C.C. e la conferma della condanna .

In un’altra sentenza della Cassazione penale, la 6818/2015 , si evidenzia che la patologia psichica dovrebbe essere posta in relazione all’incidenza erosiva della capacità di intendere e di volere . Quest’ultimo principio è oramai solidificato nella giurisprudenza , pensiamo al caso del sordomutismo ,oramai accolto come esempio dai manuali universitari come quello dello”Fiore” . Inoltre ,secondo la sentenza Num. 10168 [8] la diminuzione della capacità di intendere e di volere troverebbe specifici ambiti di applicazione in alcuni casi di dolo specifico.

Ultimo spunto giurisprudenziale , proviene dalla sentenza Num. 11580[9] . In tale caso ,la Cassazione si è trovata dinanzi ad un omicidio commesso da P.M. durante la consumazione di una pena nella casa circondariale di San Gimignano .  Il ricorrente è stato condannato sia in primo che in secondo grado sulla base di una perizia psichiatrica . E’ interessante  la  parte della motivazione circa la sindacabilità delle perizie . Nello specifico la corte evidenziava :” [la] valutazione, mediante l’ausilio offerto dalle perizie psichiatriche, compete esclusivamente al giudice di merito e si sottrae al sindacato di legittimità tutte le volte in cui, anche col semplice richiamo alle condivise valutazioni e conclusioni dei periti, essa risulti congruamente motivata, con giudizio immune da vizi logici e conforme a corretti criteri scientifici e di apprezzamento dell’esame clinico e della personalità del soggetto ” .Dalla definizione  si è potuto  comprendere quanto il concetto di imputabilità sia vacuo dunque  solo passibile di  un ‘approssimazione  mentre dalle sentenze si sono potuti ricavare alcune delle variabili  dell’imputabilità  , ovvero sia in forma temporale(passato ,presente e futuro) , sia in  quantità e qualità della patologia , inoltre è anche interessante evidenziare il limite della giurisprudenza in tal senso , ovvero si indica il concetto di imputabilità come concetto riempito dalla scienza , in particolare dagli psicologi e psichiatri , limitando il controllo  giurisprudenziale alla logicità della perizia .  L’intersecazione tra le due branche pone come risultato  la definizione di imputabilità ad excludendum  , ovvero in base alle nuove scoperte scientifiche . Tuttavia la stessa comunità scientifica  molte volte si spacca ,un esempio già citato è la sentenza Raso ,ove la giurisprudenza si trovò a riflettere su quale dei paradigmi scientifici doveva concentrarsi per il concetto di imputabilità . In via di conclusione del punto , valutando che l’ “humus” dell’imputabilità deriva da un’altra branca ,si deve valutare anche il costante aggiornamento della comunità scientifica al fine non solo di valutare l’aggiornamento dei manuali (dunque delle nuove infermità) ma anche valutare il ragionamento che sottace alle nuove scoperte . Da quest’ultimo punto possiamo passare al punto 3 ovvero il libero arbitrio .

3. Libero arbitrio

Uno dei temi maggiormente studiati nel tempo è la questione del libero arbitrio(free will) . Pensiamo a Sant’Agostino che teorizzava ,polemizzando  con Pelagio , di un libero arbitrio corrotto a causa del peccato originale .Oppure , secondo Tommaso d’Aquino[10] , il libero arbitrio non era in contraddizione con la predestinazione alla salvezza, poiché la libertà umana e l’azione divina della Grazia tendono ad unico fine, ed hanno una medesima causa, cioè Dio . Dalle opinioni dei due santi possiamo comprendere quanto sia spigoloso il tema , specialmente in ambito teologico ,poiché la determinazione dell’esistenza o meno del free will avrebbe delle ricadute importanti sulla condizione dell’uomo nonché sulle strutture sociali . Dunque nel corso del tempo si sono formate due opinioni contrapposte , ovvero chi credeva nella “predestinazione” , mentre ad  essa si contrapponeva la parte che credeva  nel libero arbitrio.

Ma abbiamo bisogno di una definizione per il libero arbitrio , si è scelta la seguente :

Espressione usata per indicare la libertà dell’uomo, i cui atti non sono determinati da forze superiori (di tipo soprannaturale o naturale), ma derivano da sue autonome scelte.[11]

Tuttavia bisogna dire che di definizioni di free will ne esistono molteplici ,ad esempio in uno studio del 2001 Neurophilosophy of Free Will: From Libertarian Illusion to a Concept of Natural Autonomy[12], l’autore definisce il libero arbitrio secondo tre precisi caratteri:

Il primo è la “capacità di fare altrimenti”. Questo è un concetto intuitivo: per essere liberi, bisogna avere almeno due alternative o linee di azione tra le quali scegliere. Se si ha uno spasmo involontario della bocca, ad esempio, non si è in grado di scegliere se torcere o meno la bocca . La seconda condizione è il “controllo sulle proprie scelte”. La persona che agisce deve essere la stessa che decide cosa fare. Per ottenere il libero arbitrio bisogna essere artefici delle proprie scelte, senza l’interferenza di persone e di meccanismi fuori dalla propria portata. La terza condizione è la “reattività alle ragioni”: una decisione non può essere libera se è l’effetto di una scelta casuale, ma deve essere motivata razionalmente. Se lancio un dado per decidere chi sposare, non si può dire che la mia scelta sia libera, anche se sceglierò liberamente di dire “lo voglio”. Al contrario, se scelgo di sposare una persona specifica per le sue idee e il mio profondo amore per loro, la mia decisione sarà libera.

In genere le definizioni girano intorno a quelle predette tuttavia si è scelta la definizione della treccani poiché può essere una felice sintesi .

Dunque la definizione scelta ,parla di una volontà che non sia influenzata da fattori esterni o naturali . Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un imponente sviluppo nel campo delle Neuroscienze, con l’avvento di metodologie particolarmente avanzate, che consentono l’esplorazione in vivo dell’architettura cerebrale e l’osservazione del “cervello in azione”. Tali tecniche hanno consentito importanti progressi nella conoscenza del rapporto tra processi cognitivi/emotivi e meccanismi neurali sottostanti.  Oltre alle ormai note Positron Emission Tomography (PET), Magnetic Resonance Imaging (MRI) e functional Magnetic Resonance Imaging (fMRI), ultimamente godono di particolare successo altri due strumenti, la Diffusion Tensor Imaging (DTI) che, misurando la velocità di diffusione dell’acqua, evidenzia le fibre di connessione tra aree cerebrali diverse, e la Voxel Based Morphometry (VBM) che permette di rilevare la densità dei neuroni e degli assoni e, in tal modo, di evidenziare alterazioni anatomiche anche molto lievi[13]. Le nuove strumentazioni permettono di supportare o sfatare uno degli esperimenti più famosi  circa il free will ,ovvero quello di Libet[14].L’esperimento è stato criticato da molti ,specialmente da Morris [15], dove essenzialmente ha affermato che un esperimento non provi la concezione del “determinismo” mentre un’altra critica  ancora più acuta è stata fatta da Schurger[16]. In tale studio , si afferma una interpretazione differente dei dati dell’esperimento di Libet , ma non contribuendo al tema del free will. Tuttavia altri esperimenti confermano i risultati di Libet[17].

Bisogna dire che la questione è annosa poiché in tali esperimenti si è tentati di dare meno punti di riferimento possibili , tuttavia ciò risulta impossibile [18] . Tuttavia anche l’assenza di riferimenti potrebbe essere un tema importante.

Il tema dell’assenza di stimoli può essere ricondotta ad un episodio macabro come il “Caso Genie”[19] . Susan Wiley(Genie era uno pseudonimo )  nacque nel 1957 ad Arcadia, una cittadina americana nello stato della California. Il padre Clark Wiley, un malato mentale, aveva isolato la sua figlioletta costringendola, dal ventesimo mese di vita, a rimanere in una stanza buia: la teneva legata a una sedia di giorno e al letto di notte. In questo modo, l’uomo pensava di proteggere la figlia dal mondo là fuori, che considerava pericoloso, dopo che la madre della piccola aveva avuto un tragico incidente in tenera età. La mancanza di stimoli, quasi assoluta, durante la “prigionia” aveva avuto conseguenze sulla crescita fisica e mentale di Genie. Molte regioni del cervello non si erano per niente sviluppate. La bambina non sapeva stare in piedi o parlare, e non era sensibile al caldo o al freddo.

Il famoso  e particolare caso invita a trarre due conclusioni . In primis , sembra dare adito alla tesi della predestinazione , poiché l’uomo ha bisogno di stimoli e di immagazzinare informazioni al fine di sviluppare la propria indole,salvo patologie legate al sistema neuronale . Di conseguenza ,ciò ci porta a considerare l’irrilevanza in campo giuridico della tesi della predestinazione , ovvero che a determinati input  , comportano degli output , ma   in misura maggiore è significativo il concetto di ambiente , ovvero di valutare nel suo insieme gli input appresi dai bambini in relazione all’adesione delle regole ,ciò non significa che le infermità non abbiano ruolo tuttavia in ambito giuridico i canoni dovrebbero essere molto più ampi e affiancando quelli biologici , quest’ultimi andrebbero valutati in relazione all’adesione delle norme . Uno dei filosofi più importanti Dennet, in una recente intervista, ha posto l’accento ,non tanto sul libero arbitrio , secondo il filosofo sarebbe una mera illusione, ma circa la tematica dell’autocontrollo [20]. Christian List sul Boston Review [21] invita a non valutare semplicemente l’idea di un determinismo biologico ma di valutare l’uomo nel suo complesso . Dunque il concetto di libero arbitrio esce diametralmente modificato poiché ,è vero che non conosciamo tutto dei processi mentali , forse rimarrà sempre un qualcosa di nascosto per sempre , ma sappiamo con un certo margine di sicurezza che il cervello reagisce in base agli stimoli accumulati e che riceve nel tempo dunque il concetto di libero arbitrio potrebbe assumere una veste più ampia ed in relazione al vissuto della persona ma anche alle sue condizioni , nonché inglobare una concezione maggiormente sociale . Sul punto non pochi sono gli studi circa i fattori che possono implementare il tasso di criminalità ,si pensi agli studi di Keizer[22] , di O’Brien[23] oppure ai report della polizia di New York [24].Tali studi supportano la tesi che un quartiere degradato potrebbero influenzare il tasso di criminalità ,addirittura il rapporto della polizia di NY asserisce che anche il colore delle case abbia un effetto sul tasso di criminalità.

4. Conclusioni

Si è iniziato spiegando sommariamente la differenza tra colpevolezza ed imputabilità, di proseguo si è vista la difficoltà della giurisprudenza nell’inquadrare il problema dell’articolo 85c.p . Si è visto come dai recenti spunti giurisprudenziali i fattori della valutazione dell’articolo 85 siano numerosi : qualità , quantità , passato della persona  e validità della perizia.Di conseguenza si è compreso come il concetto estratto dall’articolo 85 , ovvero l’imputabilità sia rivolto ad una circoscrizione dall’esterno , ovvero identificando i casi di non imputabilità . Casistica implementata o meno dalla comunità scientifica , la quale si è trovata ad indagare sulla possibilità che l’uomo potrebbe essere deterministico o meno . Infatti l’adesione alla concezione deterministica avrebbe scaturito la conseguenza che i casi ascrivibili all’imputabilità sarebbero stati ancora minori confronto all’ampiezza concettuale adottata attualmente , mentre l’esistenza di un libero arbitrio ne avrebbe allargato l’ambito . Dagli studi citati si è compreso che il cervello si evolve nella società e nella socializzazione incamerando informazioni e formando la personalità tuttavia rimangono oscuri l’efficacia di quali input potrebbero portare alle infermità o incentivare un comportamento criminale .   Di conseguenza si è tratta la conclusione , malgrado studi non confermino l’esistenza o meno del free will,  che il cervello sia condizionato dall’ambiente e dal contesto sociale in cui vive, ma non si conosce in quale misura . In via di conclusione , una maggiore conoscenza dei processi neuronali potrebbe essere importante non tanto per il free will , il quale rimane un interessante argomento di discussione quanto per aiutare le terapie circa le infermità . Tuttavia a seconda dei progressi il concetto di imputabilità potrebbe estendersi o meno , assumendo sempre più un ruolo accessorio come predetto da Antolisei oppure rimanere saldo come presupposto della colpevolezza . Certamente la ricerca per definire meglio il free will è ancora lunga , tuttavia l’influenzabilità dell’ambiente circostante , il suo passato , il suo contesto dovrebbero assumere una maggiore considerazione ,specialmente in relazione all’avanzare del determinismo . Sul punto sembra che alcuni passi si siano mossi verso una  concezione più sociale dell’imputabilità e del suo lato oscuro con la sentenza della Cassazione penale, sez. VI, n 22212, la quale ha statuito l’applicazione dell’attenuante per disagiate condizioni di vita.

 

 

 

 


Riferimenti
[1] C.Fiore, S.Fiore ,Diritto Penale ,parte generale V edizione pag 432-439.
[2] L.Basilio , L’imputabilità nel diritto italiano Capitolo II, Adir l’altro diritto 2002 , ISSN 1827-0565
[3] P. Nuvolone, Il rispetto della persona umana nell’esecuzione della pena, in Trent’anni di diritto e procedura penale, I, Padova, 1969, p. 296
[4] la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 364 del 1988 (resa in relazione alla ritenuta illegittimità costituzionale parziale dell’art. 5 c.p.), si è preoccupata di definire la rilevanza nonché il contenuto della colpevolezza ritenendo che non potesse essere un concetto dissociato da un giudizio sulla rimproverabilità del fatto
[5] La sentenza n. 9163 del 25 gennaio 2005 delle Sezioni Unite (più nota come Sentenza Raso) sancisce l’utilizzo di un paradigma aperto circa la categoria dell’infermità .
[6] R.Tedesco, L’incapacità di intendere e volere sotto il profilo sostanziale e processuale ,IUS in Itinere 23/05/2019, ISSN 2611-3902.
[7] Corte di Cassazione Penale Sent. Sez. 3 Num. 10223 Anno 2021
[8] Corte di Cassazione Penale Sent. Sez. 2 Num. 10168 Anno 2021 e Corte di Cassazione penale Sez. 3, n. 3 del 25/10/2017, dep. 2018, Gentili, Rv. 273170; Sez. 1, n. 16141 del 24/01/2017, dep. 2018, Bergamini, Rv. 272700).
[9]Corte di Cassazione Penale Sent. Sez. 1 Num. 11580 Anno 2021
[10] Summa theologiae, I, q. 83, a. 4.
[11] Treccani, arbitrio libero , https://www.treccani.it/enciclopedia/libero-arbitrio/
[12] Walter H. (2001). Neurophilosophy of Free Will: From Libertarian Illusion to a Concept of Natural Autonomy. Cambridge, MA: The MIT Press.
[13] S .Lionetti , La responsabilità colpevole, tra libero arbitrio e neodeterminismo biologico ,Brainfactor 11/10/2013.
[14] Libet B.,  Gleason  C. A., Wright E. W. & Pearl D. K., Time of conscious intention to act in relation to onset of cerebral activity (readiness potential). The unconscious initiation of a freely voluntary act. Brain,  1983, pp. 106, 623-642
[15]Stephen G Morris, “The Impact of Neuroscience on the Free Will Debate,” FloridaPhilosophical Review 9, no. 2 (2009): 56, Accessed November 10, 2015,http://philosophy.cah.ucf.edu/fpr/files/9_2/morris.pdf
[16] Aaron Schurger, Jacobo D. Sitt, and Stanislas Dehaene An accumulator model for spontaneous neural activity prior to self-initiated movement Proceedings of the National Academy of Sciences Oct 2012, 109 (42) E2904-E2913; DOI: 10.1073/pnas.1210467109 Lo studio darebbe una diversa interpretazione del potenziale di Bereitschaft dell’esperimento di Libet. Ovvero Schurger et al credono che il potenziale sia frutto di una attività spontanea ma non di un meccanismo predeterminato .
[17] Maoz U, Rutishauser U, Kim S, Cai X, Lee D, Koch C. Predeliberation activity in prefrontal cortex and striatum and the prediction of subsequent value judgment. Front Neurosci. 2013;7:225. Published 2013 Nov 26. doi:10.3389/fnins.2013.00225
[18] Bode S, Murawski C, Soon CS, Bode P, Stahl J, Smith P , Demystifying “free will”: the role of contextual information and evidence accumulation for predictive brain activity. Neurosci Biobehav Rev. 2014 Nov; 47():636-45.
[19] Kendra Cherry , The Story of Feral Child Genie Wiley,The Shocking Story of the Famous Wild Child Raised in Isolation,VeryWellMind.2021https://www.verywellmind.com/genie-the-story-of-the-wild-child-2795241
[20]R.Spagnolo , Coscienza, libertà e controllo. Intervista a Daniel Dennett ,Diritto Penale e Uomo , ISSN 2612-677X (sito web).
[21] Christian List , Science Hasn’t Refuted Free Will , Boston Review,06/02/2020
[22] Keizer K, Lindenberg S, Steg L. The spreading of disorder Science. 2008;322(5908):1681-1685. doi:10.1126/science.1161405
[23] O’Brien DT, Wilson DS. Community perception: the ability to assess the safety of unfamiliar neighborhoods and respond adaptively. J Pers Soc Psychol. 2011;100(4):606-620. doi:10.1037/a0022803.
[24] ]New York Police Department: An Analysis of Quality-of-Life Summonses, Quality-of-Life Misdemeanor Arrests, and Felony Crime in New York City,2010-2015

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