
Corte Costituzionale: legittima la deroga per anzianità di servizio nei concorsi da vice ispettore
Sommario: 1. Il caso e la questione di costituzionalità – 2. Il significato della soglia di anzianità nel sistema dei concorsi pubblici – 3. L’argomentazione della Corte: la deroga e non la restrizione – 4. Ragionevolezza e buon andamento: la valorizzazione dell’esperienza – 5. Le implicazioni sistemiche e la prospettiva del diritto amministrativo concorsuale
1. Il caso e la questione di costituzionalità
Con la sentenza n. 145 del 2025 la Corte costituzionale ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità sollevate dal T.A.R. Lazio, sezione I-Quater, sull’art. 27-bis, comma 2, del d.P.R. 24 aprile 1982, n. 335, che disciplina i requisiti per la partecipazione al concorso pubblico per vice ispettore della Polizia di Stato.
Il giudice amministrativo dubitava della compatibilità costituzionale della norma «in riferimento agli artt. 3, 51 e 97 della Costituzione», nella parte in cui ammette al concorso, «con riserva di un sesto dei posti disponibili, gli appartenenti ai ruoli della Polizia di Stato con almeno tre anni di anzianità di effettivo servizio».
A sollevare il dubbio era stato un giudizio instaurato da due agenti esclusi per carenza di anzianità, nonostante l’assenza di limiti analoghi per altri profili (ad esempio per i ruoli civili del Ministero dell’interno). Il T.A.R. aveva ritenuto che tale requisito introducesse una “ingiustificata compressione” del principio del pubblico concorso, oltre a un’irragionevole disparità di trattamento.
La Corte, con un ragionamento puntuale e sistematico, ha invece ribaltato la prospettiva del rimettente, chiarendo che la soglia dei tre anni non è un filtro restrittivo, bensì una condizione di deroga al limite di età ordinario. L’effetto della norma, quindi, è «opposto a quello lamentato dal ricorrente, poiché non ne comporta una restrizione, ma un ampliamento».
2. Il significato della soglia di anzianità nel sistema dei concorsi pubblici
Per comprendere la ratio della decisione è necessario ricordare che la disposizione censurata nasce nel quadro di un riordino complessivo delle carriere della Polizia di Stato.
Con il d.lgs. n. 95 del 2017, adottato in attuazione della legge n. 124 del 2015, il legislatore ha inteso conciliare il principio meritocratico con la valorizzazione dell’esperienza maturata nel servizio. In tale ottica, la previsione di una soglia minima di anzianità rappresenta un correttivo di equilibrio: consente di derogare al limite di età, premiando chi ha già maturato professionalità all’interno dell’amministrazione.
Come evidenziato nella sentenza, il legislatore ha scelto «la valorizzazione dell’esperienza e della professionalità acquisite da soggetti già appartenenti all’amministrazione della Polizia di Stato, il cui rilievo giustifica una deroga al limite massimo di età».
Non si tratta dunque di una barriera d’accesso, ma di una corsia preferenziale fondata sulla competenza, in linea con la logica del buon andamento e con le indicazioni del legislatore delegante.
3. L’argomentazione della Corte: la deroga e non la restrizione
Il cuore motivazionale della pronuncia risiede nell’interpretazione funzionale della norma.
La Corte rigetta la lettura del T.A.R. secondo cui la disposizione «avrebbe arbitrariamente introdotto un ulteriore requisito per l’accesso al concorso pubblico». Al contrario, essa afferma che la soglia di anzianità «si pone unicamente come condizione per l’operatività di un’ipotesi di deroga» e che, pertanto, «non costituisce un requisito di partecipazione al concorso pubblico, ma una condizione di deroga al requisito anagrafico».
La logica è chiara: mentre il limite dei ventotto anni opera per la generalità dei candidati, l’anzianità triennale consente al personale interno di superarlo, premiando la fedeltà e la competenza acquisite sul campo. In questa prospettiva, la soglia triennale contribuisce non a ridurre, ma a diversificare la platea dei concorrenti, bilanciando esigenze di ringiovanimento e valorizzazione del capitale umano interno.
4. Ragionevolezza e buon andamento: la valorizzazione dell’esperienza
La Corte costituzionale colloca la questione nel solco della propria giurisprudenza sul principio del concorso pubblico. Richiamando la sentenza n. 275 del 2020, ribadisce che «[l]a valorizzazione di esperienze lavorative maturate nel tempo […] può […] incidere sulla determinazione dei requisiti di ammissione al concorso, rimessa all’ampia discrezionalità del legislatore», purché nel rispetto «dei principi di ragionevolezza e di salvaguardia del buon andamento della p.a.».
La previsione contestata rispetta entrambi i parametri: la deroga è limitata a un sesto dei posti, e la soglia triennale risponde a un’esigenza funzionale coerente con i compiti degli ispettori, chiamati a esercitare funzioni di direzione, coordinamento e formazione del personale. In tali ambiti, afferma la Corte, «ben si motiva la previsione di condizioni particolari di accesso in favore degli aspiranti che abbiano già maturato una significativa esperienza all’interno dell’amministrazione di Polizia».
Ne discende che l’anzianità non è arbitraria, ma proporzionata alla funzione da svolgere: il requisito di servizio, lungi dal ledere il principio meritocratico, ne rafforza la dimensione sostanziale, in quanto premia la professionalità effettiva e non la mera potenzialità anagrafica.
5. Le implicazioni sistemiche e la prospettiva del diritto amministrativo concorsuale
La decisione assume un rilievo sistemico. Essa riafferma il principio secondo cui la discrezionalità legislativa in materia concorsuale è ampia, ma non illimitata: è legittima quando persegue obiettivi coerenti con il buon andamento e trova giustificazione funzionale. Nel caso di specie, l’esperienza di servizio è stata riconosciuta come valore positivo, idoneo a integrare il merito, non a sostituirlo.
Al contempo, la Corte delimita il campo dell’uguaglianza comparativa: non è irragionevole trattare diversamente categorie eterogenee, come i civili del Ministero dell’interno o i commissari di Polizia, poiché «il personale dei ruoli civili svolge […] compiti estranei al perimetro delle funzioni di polizia», mentre la disciplina del concorso da commissario ha natura “derogatoria e non comparabile”.
Sul piano pratico, la sentenza chiude una controversia di grande impatto sui concorsi interni alla Polizia di Stato, confermando la tenuta costituzionale del modello a doppio binario – limite d’età per i civili, deroga per gli interni con tre anni di servizio – e offrendo una cornice interpretativa stabile alle future procedure selettive.
Più in generale, la pronuncia n. 145/2025 restituisce centralità al principio di proporzionalità, riaffermando che la Costituzione non impone l’uguaglianza aritmetica dei requisiti, ma un equilibrio ragionevole tra merito, esperienza e interesse pubblico. In questo senso, l’anzianità triennale non è un privilegio, bensì una forma di riconoscimento funzionale della professionalità acquisita, coerente con l’art. 97 Cost. e con la logica di efficienza che deve guidare ogni concorso pubblico.
Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
Direttore responsabile Avv. Giacomo Romano
Listed in ROAD, con patrocinio UNESCO
Copyrights © 2015 - ISSN 2464-9775
Ufficio Redazione: redazione@salvisjuribus.it
Ufficio Risorse Umane: recruitment@salvisjuribus.it
Ufficio Commerciale: info@salvisjuribus.it
***
Metti una stella e seguici anche su Google News
The following two tabs change content below.
Anna Romano
Co-responsabile di sezione a Salvis Juribus
Nata a Napoli nel 1993, ha conseguito la laurea in giurisprudenza nel marzo 2017 con votazione di 100/110, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, discutendo una tesi in Cooperazione Giudiziaria dal titolo "Le procedure estradizionali nel contesto dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia", relatore Prof.ssa Fabiana Falato.
Spinta da una forte passione per le materie giuridiche, già durante il percorso universitario ha collaborato con una Rivista giuridica, Salvis Juribus, inizialmente redigendo articoli di approfondimento su specifiche tematiche inerenti l’ambito della contrattualistica, la responsabilità civile e l’edilizia. In seguito, ha rivestito un ruolo di responsabilità all’interno della medesima Rivista occupandosi del coordinamento degli Autori e della relativa gestione per quanto concerne la Sezione “Famiglia”.
Nel marzo 2017, inoltre, la tesi di laurea ha ricevuto la dignità scientifica essendo stata pubblicata sulla Rivista Salvis Juribus.
Ultimi post di Anna Romano (vedi tutti)
- Corte Costituzionale: legittima la deroga per anzianità di servizio nei concorsi da vice ispettore - 31 Ottobre 2025
- Revisione della patente per azzeramento dei punti: sull’opposizione decide il Giudice di Pace - 15 Agosto 2020
- Revoca delle misure di accoglienza, normativa “oscura, imperfetta od incompleta”: il Consiglio di Stato ne riferisce al Governo - 11 Agosto 2020







