La sostenibilità nei contratti: obblighi ESG e riflessi sul diritto civile
Sommario: 1. Obblighi ESG e loro rilevanza contrattuale – 2. Implicazioni sul diritto civile – 2.1. Responsabilità contrattuale – 2.2. Responsabilità extracontrattuale – 3. La pronuncia delle Sezioni Unite: Ordinanza n. 13085/2024 – 4. Clausole “green” e strumenti di mitigazione del rischio – 5. Conclusioni
Negli ultimi anni, il tema della sostenibilità ha progressivamente permeato il diritto contrattuale, imponendo a imprese e professionisti una revisione delle prassi negoziali tradizionali. L’integrazione dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance) nei contratti non rappresenta più un’opzione volontaria, ma un elemento sempre più centrale nella gestione dei rapporti commerciali e societari, con significativi riflessi sul diritto civile.
1. Obblighi ESG e loro rilevanza contrattuale
Gli obblighi ESG derivano da una pluralità di fonti: regolamentazioni nazionali e internazionali, linee guida europee (ad esempio la Direttiva CSRD e l’AI Act per aspetti legati alla sostenibilità digitale), nonché politiche interne delle imprese. La loro rilevanza contrattuale si manifesta nella possibilità di inserire clausole che impongano specifici comportamenti sostenibili alle parti, quali: riduzione dell’impatto ambientale: clausole che obbligano a minimizzare emissioni, consumi energetici o rifiuti derivanti dall’esecuzione del contratto; responsabilità sociale: obblighi relativi alla tutela dei diritti dei lavoratori, al rispetto delle norme anti-discriminazione o al coinvolgimento delle comunità locali; governance e compliance: obblighi di trasparenza, anticorruzione e rispetto delle norme ESG da parte di fornitori e partner commerciali.
Tali clausole “green” possono assumere forme diverse: obblighi di risultato, obblighi di diligenza, reporting periodico o audit esterni. La loro formulazione precisa è cruciale per evitare incertezze interpretative e contenziosi.
2. Implicazioni sul diritto civile
L’introduzione di clausole ESG genera effetti significativi sia sotto il profilo contrattuale sia sotto quello extracontrattuale.
2.1. Responsabilità contrattuale
Nel contesto contrattuale, l’inadempimento di obblighi ESG può configurare violazione delle obbligazioni assunte, con conseguente diritto al risarcimento dei danni ex art. 1218 c.c. e, se previsto, possibilità di risoluzione del contratto ex art. 1453 c.c. La valutazione della colpa o della diligenza richiesta deve considerare anche lo standard di sostenibilità oggi riconosciuto a livello settoriale, evitando una lettura puramente formale degli obblighi contrattuali.
Un esempio pratico riguarda i contratti di fornitura: se il fornitore non rispetta le norme ESG contrattualmente imposte (ad esempio smaltendo rifiuti in modo non conforme), il committente può richiedere la risoluzione o il risarcimento, anche in assenza di danno immediato, ove l’inadempimento minacci la reputazione o la conformità normativa dell’impresa.
2.2. Responsabilità extracontrattuale
Parallelamente, l’inosservanza di principi ESG può avere riflessi extracontrattuali, configurando fattispecie di illecito civile o di responsabilità da condotta colposa (artt. 2043 e ss. c.c.). Ad esempio, attività produttive che violino norme ambientali o che arrechino danni a terzi possono integrare responsabilità civile autonoma, indipendentemente dal rapporto contrattuale tra le parti.
3. La pronuncia delle Sezioni Unite: Ordinanza n. 13085/2024
Una recente pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 13085/2024, offre un esempio concreto di come la giurisprudenza italiana stia riconoscendo rilevanza giuridica agli obblighi di sostenibilità e agli effetti extracontrattuali delle attività economiche.
In questo caso, Greenpeace Italia, ReCommon e un gruppo di cittadini hanno promosso un’azione contro ENI, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., sostenendo che le loro attività violassero gli obblighi climatici internazionali e determinassero responsabilità per danni ambientali legati al cambiamento climatico.
Le Sezioni Unite hanno rilevato che: la controversia rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, in quanto si tratta di un’azione risarcitoria per danni riconducibili alla responsabilità civile extracontrattuale, e non di una questione politica astratta; gli attori possono richiedere il risarcimento dei danni ambientali, dimostrando che le attività economiche in questione hanno avuto un impatto negativo su diritti soggettivi tutelati dalla legge: la pronuncia sottolinea che la responsabilità per il danno ambientale può essere riconosciuta anche in assenza di un rapporto contrattuale diretto, ampliando il campo di applicazione della responsabilità civile in ambito ESG.
Rilevanza per i contratti e gli obblighi ESG: Questa decisione giurisprudenziale conferma che le imprese devono integrare efficacemente i criteri ESG nei contratti e nella gestione delle proprie attività, poiché eventuali violazioni possono avere conseguenze extracontrattuali significative, anche sotto forma di azioni legali da parte di terzi. In altre parole, gli obblighi ESG non sono solo uno strumento di compliance interna, ma un vero e proprio parametro di responsabilità civile.
4. Clausole “green” e strumenti di mitigazione del rischio
Le clausole ESG possono anche svolgere una funzione preventiva: definendo standard chiari, modalità di verifica e rimedi in caso di inadempimento, esse riducono il rischio di contenzioso e incentivano comportamenti virtuosi. Alcuni strumenti tipici includono: meccanismi di audit e reporting; clausole penali o indennitarie legate alla violazione di obblighi ESG; obblighi di cooperazione tra le parti per raggiungere determinati obiettivi di sostenibilità.
In questo senso, il contratto diventa non solo strumento di regolamentazione giuridica, ma anche leva strategica per promuovere la responsabilità sociale d’impresa.
5. Conclusioni
L’integrazione dei criteri ESG nei contratti segna un cambiamento strutturale nel diritto civile: la sostenibilità non è più un elemento opzionale o di marketing, ma un vincolo giuridico che incide sia sulla responsabilità contrattuale sia su quella extracontrattuale. La corretta redazione delle clausole ESG, l’attenzione alla diligenza richiesta e la previsione di strumenti di monitoraggio rappresentano oggi strumenti essenziali per tutelare le imprese e i loro partner, riducendo rischi legali e reputazionali.
In prospettiva, il diritto contrattuale si sta progressivamente adattando a standard etici e normativi più ampi, trasformando i contratti in strumenti non solo di scambio economico, ma anche di promozione della sostenibilità ambientale e sociale.
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Debora Cavallo
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