
Ricorso Semestre Filtro Medicina: violato l’anonimato, tutti dentro
La riforma che avrebbe dovuto inaugurare un nuovo corso nell’accesso a Medicina sta mostrando il suo vero volto: non un varco di opportunità, ma un terreno di disallineamenti. Il semestre filtro – presentato come alternativa al tradizionale test d’ingresso, con un semestre iniziale e tre prove nazionali – sta rivelando limiti strutturali, al punto da rassomigliare ad una vera e propria “farsa”.
Le segnalazioni raccolte delineano un quadro non episodico. Il filo conduttore è netto: didattica disomogenea nel semestre aperto, irregolarità negli esami, violazioni dell’anonimato idonee a incrinare la validità della procedura.
Il disegno ministeriale presupponeva un percorso paragonabile per tutti, così da affrontare prove nazionali in condizioni di effettiva eguaglianza. La realtà è opposta: programmi sviluppati con tempi e profondità non sovrapponibili, carichi di studio diseguali, materiali forniti in ritardo. Prima della selezione nazionale non vi è stata una base comune, ma una costellazione di micro-sistemi formativi incoerenti, che rende la competizione nazionale strutturalmente sbilanciata.
Le numerosissime testimonianze fino ad ora raccolte sul primo appello del 20 novembre convergono su elementi precisi: telefoni accesi, smartwatch non controllati, scambi di informazioni, fotografie dei quesiti diffuse mentre le prove erano in corso. Sono anomalie che spezzano la par condicio, perché hanno consentito ad alcuni di beneficiare di canali informali di aiuto mentre altri hanno rispettato le regole.
A ciò si somma la disomogeneità dei controlli: in alcune sedi vigilanza serrata, in altre tolleranza evidente. Così, non solo il semestre preparatorio è stato diseguale, ma anche le condizioni materiali della verifica conclusiva hanno variato sensibilmente da ateneo ad ateneo. Per una procedura che incide sul diritto allo studio e sull’accesso a una professione sanitaria, si tratta di un vulnus evidente, che mette in discussione la stessa affidabilità dell’esito selettivo.
Il profilo più delicato e schiacciante è quello dell’anonimato. La giurisprudenza amministrativa ha chiarito che l’anonimato è presidio essenziale di imparzialità: la sua violazione è vizio radicale, che può travolgere l’intera procedura anche senza prova di un favoritismo concreto. Nel contesto del semestre filtro, la circolazione di immagini delle prove e l’assenza di presidi uniformi sulle modalità di compilazione alimentano proprio quel rischio di riconoscibilità che la giurisprudenza ha ritenuto incompatibile con una valutazione seria e neutrale.
In questo scenario, l’avv. Giacomo Romano sta già predisponendo un ricorso collettivo con un chiaro obiettivo: ottenere per i ricorrenti l’immatricolazione in sovrannumero, senza incidere sui posti già acquisiti da chi supererà le prove.
Non si chiede di “scalzare” altri studenti, ma di ripristinare – in modo selettivo e proporzionato – i diritti di chi è stato travolto da una procedura irregolare. È una misura correttiva necessaria, l’unica capace di sanare le distorsioni prodotte e di trasformare un’esperienza vissuta come ingiusta in un’occasione di revisione complessiva del sistema, orientandolo verso livelli più elevati di trasparenza, affidabilità e coerenza.
L’accesso a Medicina non può restare affidato alla casualità, alla disparità territoriale o alla capacità di eludere i controlli. Serve un’architettura selettiva trasparente ed eguale, che garantisca davvero che ogni studente giochi la propria partita ad armi pari. Senza questa svolta, la promessa di un sistema equo rischia di tradursi in una stagione di contenziosi e in una generazione di aspiranti medici che guarda alle istituzioni con crescente sfiducia.
Le preadesioni al ricorso collettivo sono in corso.
La preadesione è gratuita e non vincolante: serve a raccogliere le segnalazioni, fotografare la portata delle irregolarità e costruire un’azione forte, unitaria, tecnicamente solida. Non restare spettatore di questa ingiustizia: è proprio il silenzio di chi subisce a rendere possibile che tutto questo si ripeta.
È il momento di far valere i tuoi diritti.
Come pre-aderire al ricorso collettivo
Per pre-aderire alla nostra azione collettiva basta inviare una e-mail all’indirizzo info@salvisjuribus.it scrivendo nell’oggetto del messaggio “Pre-adesione Ricorso Collettivo Medicina 2025-2026”.
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Avv. Giacomo Romano
Ideatore e Coordinatore a Salvis Juribus
Nato a Napoli nel 1989, ha conseguito la laurea in giurisprudenza nell’ottobre 2012 con pieni voti e lode, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, discutendo una tesi in diritto amministrativo dal titolo "Le c.d. clausole esorbitanti nell’esecuzione dell’appalto di opere pubbliche", relatore Prof. Fiorenzo Liguori. Nel luglio 2014 ha conseguito il diploma presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Subito dopo, ha collaborato per un anno con l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli occupandosi, prevalentemente, del contenzioso amministrativo. Nell’anno successivo, ha collaborato con uno studio legale napoletano operante nel settore amministrativo. Successivamente, si è occupato del contenzioso bancario e amministrativo presso studi legali con sede in Napoli e Verona. La passione per l’editoria gli ha permesso di intrattenere una collaborazione professionale con una nota casa editrice italiana. È autore di innumerevoli pubblicazioni sulla rivista “Gazzetta Forense” con la quale collabora assiduamente da giugno 2013. Ad oggi, intrattiene collaborazioni professionali con svariate riviste di settore e studi professionali. È titolare di “Salvis Juribus Law Firm”, studio legale presso cui, insieme ai suoi collaboratori, svolge quotidianamente l’attività professionale avendo modo di occuparsi, in particolare, di problematiche giuridiche relative ai Concorsi Pubblici, Esami di Stato, Esami d’Abilitazione, Urbanistica ed Edilizia, Contratti Pubblici ed Appalti.
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