
Tutela degli animali e Legge Brambilla
Sommario: 1. Introduzione – Dalla pietà all’ordinamento – 2. Prima del 2022 – Un sistema fondato sull’affettività – 3. La riforma costituzionale del 2022 – La dignità entra in Costituzione – 4. Dalla norma ai fatti – La Legge Brambilla del 2025 – 5. Le tutele precedenti – Un mosaico da ricomporre – 6. Riflessioni finali – Verso una tutela realmente evolutiva
1. Introduzione – Dalla pietà all’ordinamento
Fino a tempi relativamente recenti, la tutela degli animali si fondava soprattutto su un sentimento di affezione umana, pur a fronte di una giurisprudenza che già ne riconosceva la natura senziente e di un quadro normativo che puniva l’abbandono. Una tutela, insomma, più morale che giuridica.
Solo con la Legge Costituzionale n. 1 del 2022 e, in seguito, con la Legge 6 giugno 2025 n. 82 (la cd. Legge Brambilla), si è assistito a un vero cambio di paradigma: gli animali non sono più meri destinatari indiretti di cura, ma soggetti titolari di una protezione autonoma. Un salto culturale e giuridico che porta l’ordinamento italiano a dialogare finalmente con la sensibilità europea.
2. Prima del 2022 – Un sistema fondato sull’affettività
Prima della riforma costituzionale, il sistema di protezione animale si articolava attorno ai concetti di benessere animale e antispecismo.
Il benessere animale – inteso come armonia psicofisica dell’animale rispetto all’ambiente – veniva valutato da professionisti, in particolare veterinari, secondo parametri tecnici. L’antispecismo, dal canto suo, postulava la pari considerazione morale di tutti gli esseri senzienti, in ragione della loro capacità di provare dolore o piacere.
Sul piano normativo, l’Italia aveva già compiuto alcuni passi significativi: con la Legge 20 luglio 2004 n. 189 erano stati introdotti nel codice penale gli artt. 544-bis, 544-ter e 727 in materia di uccisione, maltrattamento e abbandono; con la Legge 4 novembre 2010 n. 201 era stata ratificata la Convenzione europea del 1987 sugli animali da compagnia.
Insomma: gli strumenti c’erano, ma mancava ancora un riconoscimento organico del valore giuridico dell’animale.
3. La riforma costituzionale del 2022 – La dignità entra in Costituzione
La Legge Costituzionale n. 1 del 2022 rappresenta una svolta epocale. Attraverso la modifica dell’art. 9 Cost., il legislatore ha introdotto la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, con un richiamo espresso agli animali.
Per la prima volta, la Costituzione italiana riconosce non solo la necessità di proteggere gli animali, ma anche la loro dignità formale, superando definitivamente la concezione romanistica che li relegava tra le “cose”.
In altri termini: l’ordinamento ha smesso di considerare l’animale come oggetto e ha iniziato a vederlo, senza timori antropomorfici, come essere senziente meritevole di tutela diretta.
4. Dalla norma ai fatti – La Legge Brambilla del 2025
Se la riforma costituzionale ha dettato la cornice, la Legge 6 giugno 2025 n. 82 (Legge Brambilla) ne ha riempito lo spazio operativo.
La nuova disciplina non solo rafforza il riconoscimento dell’animale quale soggetto giuridico meritevole di protezione autonoma, ma inasprisce sensibilmente le pene per i reati contro gli animali: maltrattamento, abbandono, uccisione e altre condotte lesive.
La legge, composta da 15 articoli, interviene modificando disposizioni già esistenti (artt. 544-bis, 544-ter, 544-quater, 544-quinquies c.p.) e introducendo nuove fattispecie, tra cui l’art. 25-undevicies del d.lgs. 231/2001, che estende la responsabilità amministrativa degli enti ai delitti contro gli animali.
Una novità che – con un pizzico di ironia istituzionale – ricorda alle imprese che la compliance non riguarda soltanto bilanci e sicurezza sul lavoro, ma anche la cura e il trattamento degli animali coinvolti nelle rispettive attività.
5. Le tutele precedenti – Un mosaico da ricomporre
La normativa previgente conteneva frammenti importanti: dal d.lgs. 1 settembre 1998 n. 333 sul benessere animale negli allevamenti, alla Legge 14 agosto 1991 n. 281 sugli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo.
Tuttavia, mancava una disciplina capace di unificare le esigenze affettive, etiche, scientifiche ed economiche in un quadro strutturato e coerente.
La Legge Brambilla realizza questa sintesi, attribuendo agli animali non solo protezione, ma veri e propri diritti: a non subire crudeltà, a vivere in condizioni adeguate, a non essere trattati come oggetti sacrificabili.
6. Riflessioni finali – Verso una tutela realmente evolutiva
La riforma del 2022 e la Legge Brambilla del 2025 segnano una progressiva maturazione giuridica: l’Italia passa da una tutela “gentile” a una tutela “strutturale”, che riconosce agli animali una posizione soggettiva autonoma.
Il futuro, tuttavia, richiederà uno sforzo ulteriore: integrare queste norme nella prassi quotidiana, armonizzare il sistema con le esigenze di settori complessi come l’allevamento, la ricerca scientifica e la bioetica, e accompagnare la società verso una nuova consapevolezza.
Gli animali, oggi, non sono più corollari dell’affetto umano: sono interlocutori silenziosi del nostro sistema giuridico. E, come spesso accade, proprio il silenzio esige il diritto più forte.
Salvis Juribus – Rivista di informazione giuridica
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Rosella Gagliardino
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