Una legge da cambiare: la proposta della “discriminante psicotica”

Una legge da cambiare: la proposta della “discriminante psicotica”

di Alfredo Antoniozzi, Vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera

 

Nei prossimi giorni sarà presentata la versione definitiva del progetto di legge depositato il 3 marzo u.s. sulla modifica degli artt. 88 e 89 del codice penale; alla novella legislativa hanno contribuito sia psichiatri che giuristi.

Alfredo Rocco era un grande giurista liberale. La sua riforma del codice penale resistette per oltre quarant’anni venendo sostituita da una riforma che, essendo maturata in democrazia, avrebbe dovuto essere migliore ma fu maturata all’interno di una dittatura.

Rocco inserì agli artt. 88 e 89 l’infermità e la seminfermità mentale. Non esplicando altro, anche in considerazione dei tempi.

È stata la giurisprudenza a cambiare le cose, seppure per un cinquantennio aveva stabilito dei paletti. Fino alla nota sentenza Raso della Cassazione a Sezioni Unite del 2005, la n. 9136. Una sentenza che ha avuto ampia condivisione.

La citata sentenza ha riconosciuto la seminfermità ai portatori di disturbi dì personalità con organizzazione borderline. Si tratta delle persone con disturbi incrociati, essenzialmente antisociali.

Grazie alle Sezioni Unite, giusto per fare un esempio, Giandavide De Pau, il killer dì Prati che ha ucciso tre povere donne cinesi a novembre, pote’ salvarsi da una forte condanna per uno stupro effettuato il 2016.

La proposta di legge inserisce un aspetto psicopatologico. E cioè la discriminante psicotica. Chiunque commetta delitti sulla base di una patologia psicotica potrà ottenere l’infermità o la seminfermità.

La discriminante psicotica riguarda, nella sostanza, quei disturbi in cui ci può essere una componente, appunto, psicotica. In altri termini, un’alterazione dell’esame di realtà, presenza di allucinazioni e deliri. Ciò può anche accadere nei disturbi dì personalità, ma molto raramente. E se accadesse i periti potrebbero chiaramente sottolinearlo.

Il termine “follia” è di per sé antiscientifico. Ma è ultroneo che riguardi la psicosi. La gran parte dei disturbi di personalità, se non quasi tutti, con la “follia “ non c’entrano.

Questa legge vuole anche fare capire che avere un disturbo mentale non significa essere folli. Ed è un altro aspetto molto importante.

Grazie alla famosa e succitata sentenza molte Rems italiane sono occupate da gente che, di fatto, non è malata. Ha dei disturbi sì ma, come ha magistralmente scritto la Corte di Assise di Lecce condannando il giovane che aveva ucciso la coppia di fidanzati, avere dei disturbi non significa essere malati, né tantomeno folli. A scapito di chi lo è, per cui lo scorso anno la Consulta si è espressa con chiarezza con una sentenza illuminante.

Chi ha un disturbo di personalità  e commette un reato ha tutto il diritto di ricevere in carcere una buona assistenza psicologica e medica. Ed è fondamentale potenziare al massimo i servizi.

Ci vogliono carceri in cui siano previste sezioni specializzate per i disturbi dì personalità, con un’adeguata assistenza medica. Ci si riferisce a quelli definiti dalla Cassazione, con “organizzazione borderline”.

Gente come De Pau, invece, o Angelo Izzo, o Chiatti, è difficilmente trattabile. Per loro, per una predisposizione alla psicopatia, non ci sono regole. E la psicopatia (cerchiamo di farlo capire meglio) non c’entra nulla con la “follia”. Essa è lucida e consapevole. Agisce semplicemente fuori da ciò che noi consideriamo accettabile sul piano etico e sociale, proprio come le grandi organizzazioni criminali. Uno ndranghetista uccide, anche un bambino se necessario, e vende droga, o sotterra rifiuti tossici senza pensare in alcun modo alle conseguenze della sua azione.

Molte, recenti sentenze stanno andando in una direzione coerente con la proposta di legge in argomento. E chiunque volesse utilizzare strumentalmente l’opzione psicotica potrebbe continuare a farlo in sede peritale di parte.

Si potrebbe obiettare, infatti, che un perito a quel punto possa scrivere che il suo assistito è psicotico ma quelli difensivi, sempre con il massimo rispetto per la loro azione, lo dicono già.

Moltissimi avvocati sembrano, ad una prima analisi, essere d’accordo con la proposta di legge. È presumibile che altri, invece, contesteranno la novella in virtù della inevitabile limitazione defensionale conseguente all’applicazione dei nuovi criteri ermeneutici.

Moltissimi psichiatri sono costretti a dare ospitalità nelle Rems a criminali che prendono il posto dei malati veri. Criminali che non hanno patologie psichiatriche maggiori e che non sono folli.

Ma le leggi vanno fatte per la gente, per chi è davvero malato, per chi subisce il grave danno della perdita di una figlia o di un genitore, di un coniuge e cerca solo giustizia.


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