Truffa online aggravata e procedibilità a querela

Truffa online aggravata e procedibilità a querela

La vecchia procedibilità a querela per la nuova aggravante della truffa online ai sensi dell’art. 640, comma secondo, 2-ter c.p. (Cass. pen., Sez. II, Sent., (data ud. 18/12/2024) 16/01/2025, n. 1956)

La legge 28 giugno 2024 n. 90 ha introdotto, all’art. 640, secondo comma, cod. pen., il numero 2-ter, con il quale si stabilisce che il reato di truffa è aggravato se il fatto è commesso a distanza attraverso strumenti informatici o telematici idonei ad ostacolare la propria o altrui identificazione.

Recentemente la Corte di cassazione ha preso posizione su tale nuova aggravante. Con la pronuncia n. 1956 del 16.1.2025, infatti, ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’appello di Caltanisetta, datata 10.4.2024, con la quale il ricorrente era stato condannato per il reato di truffa – commesso ottenendo sulla propria carta Postepay l’accredito di una somma quale corrispettivo per una fittizia vendita online – in quanto, in relazione alla condotta contestata, il reato si è estinto per intervenuta remissione della querela effettuata dalla vittima.

Ed invero, ai sensi del terzo comma della norma in esame, siccome novellato, il reato, seppur aggravato, rimane procedibile a querela (“il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra taluna delle circostanze previste dal secondo comma, a eccezione di quella di cui al numero 2 ter”).

Ne consegue che, per tutti i fatti sussumibili nella fattispecie aggravata di cui all’art. 640, comma secondo, 2-ter cod. pen., quindi truffa commessa attraverso l’utilizzo di mezzi informatici, andrà emessa sentenza di non doversi procedere qualora non fosse stata presentata valida querela entro il termine di tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge ovvero qualora via sia stata rituale remissione da parte della persona offesa e correlata accettazione da parte dell’imputato.


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Laura Gaspari

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