I diritti fondamentali: fino a che punto?

I diritti fondamentali: fino a che punto?

La Costituzione Italiana cita i diritti dell’uomo un’unica volta, nell’art. 2, là dove statuisce che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali nelle quali si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Si tratta di diritti annunciati come “inviolabili”, ma non di certo “sacri”.

Al contempo, la Legge Fondamentale non asserisce che tutti gli uomini sono eguali tra loro. Essa, invece, all’art. 3 comma 1, prescrive che “I cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Con riguardo alla figura dello straniero, la Costituzione, all’art. 10 comma 2, ne delinea la fonte di disciplina, stabilendo che “La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali”. Una certa importanza è assunta anche dal primo comma della medesima disposizione, in ordine al quale “l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute”.

Da tale quadro emerge come, dal punto di vista interpretativo, ciascuna parola, per il fatto di essere racchiusa in intrinseche disposizioni, presenti un significato più “impegnativo” di quello degli enunciati costituzionali “ordinari”. Una conferma discende dal fatto che, nella prima parte, mentre i diritti riportati nel Titolo IV sono riconosciuti soltanto ai cittadini, i diritti indicati nei Titoli I, II e III, sono accordati a tutti a “tutti”. Tale prospettiva trova concretizzazione nel periodo storico vigente.

L’emergenza sanitaria, infatti, ha riportato alla luce il problema, della complessità dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché dell’importanza assunta dagli stessi. In particolare, la suddetta tematica è venuta “a galla” in occasione dell’emanazione di taluni provvedimenti che, a detta di molti, pregiudicherebbero la tutela di tali diritti “speciali”, provocando la sospensione della Costituzione. Un fenomeno, raro e straordinario, scaturente da eventi connotati di notevole gravità, aventi natura imprevedibile.

Il problema che si vuol evidenziare risiede nel comprendere fino a che punto sia possibile parlare di diritti e libertà fondamentali e di conseguenza “sbandierare” la loro tutela, se poi nella quotidianità essi vengono compressi. È vero che si è innanzi a diritti dalla portata notevolmente articolata, ma è altrettanto vero che essi, assumendo una posizione di spicco nella Costituzione, devono meritare tale posizione e non rimanere “lettera morta”.

Più volte, ci si è trovati a ribadire la necessità di trasportare la Costituzione, nonché eredità pregevole, al di fuori dello scritto. Il difficile bilanciamento tra diritti fondamentali, oggetto di recenti discussioni, nasce anche dalla mancanza di riposte concrete su tali diritti.

L’adozione di misure restrittive, ad esempio, ha riportato la popolazione mondiale sullo stesso piano, ma solo apparentemente. Ne sono, infatti, scaturite gravi diseguaglianze nei confronti delle quali non si è provveduto a mettere una “pezza”.

Un bilanciamento presuppone l’esistenza di principi allineati, posti sullo stesso piano. La sospensione dei diritti fondamentali connessi alla libertà personale dell’individuo è stata giustificata enunciando la volontà di impedire la lesione di un altro diritto fondamentale, ossia il diritto alla salute (art. 32 Cost.).

Di conseguenza, il diritto alla salute ha prevalso su di una serie di ulteriori diritti quali, l’istruzione, la bigenitorialità e così via. A fronte di ciò, ci si chiede se realmente si possa parlare di diritti fondamentali, o meglio della tutela di tali diritti.


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Dott.ssa Luana Leo

La dottoressa Luana Leo è dottoranda di ricerca in "Teoria generale del processo" presso l'Università LUM Jean Monnet. È cultrice di Diritto pubblico generale e Diritto costituzionale nell'Università del Salento. Ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza presso il medesimo ateneo discutendo una tesi in Diritto Processuale Civile dal titolo ”Famiglie al collasso: nuovi approcci alla gestione della crisi coniugale”. È co-autrice dell'opera "Il Presidente di tutti". Ha compiuto un percorso di perfezionamento in Diritto costituzionale presso l´Università di Firenze. Ha preso parte al Congresso annuale DPCE con una relazione intitolata ”La scalata delle ordinanze sindacali ”. Ha presentato una relazione intitolata ”La crisi del costituzionalismo italiano. Verso il tramonto?” al Global Summit ”The International Forum on the Future of Constitutionalism”. È stata borsista del Corso di Alta Formazione in Diritto costituzionale 2020 (“Tutela dell’ambiente: diritti e politiche”) presso l´Università del Piemonte Orientale. È autore di molteplici pubblicazioni sulle più importanti riviste scientifiche in materia. Si occupa principalmente di tematiche legate alla sfera familiare, ai diritti fondamentali, alle dinamiche istituzionali, al meretricio, alla figura della donna e dello straniero.

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