Non più soli nel dolore, la legge n. 38 del 2010 sulla terapia del dolore

Non più soli nel dolore, la legge n. 38 del 2010 sulla terapia del dolore

Il 15 marzo 2010 la Camera approva con 476 voti a favore e nessun contrario, la legge n.38 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.65 del 19 marzo 2010. Ormai il diritto di non soffrire in Italia è diventato a tutti gli effetti un diritto per gli cittadini.

Si tratta del libero accesso alla terapia del dolore e le cure palliative. La terapia del dolore comprende un percorso di cure per chi soffre di un dolore acuto persistente legato ad un trauma come per esempio il dolore post-operatorio o quello procedurale che accompagna numerose procedure diagnostiche e terapeutiche anche di routine e che si associa anche ad ansia e disagio. Comprende altresì il dolore cronico che perdura oltre 3-6 mesi e che non consiste più in attacchi esterni ma che è diventata una vera e propria malattia degna della massima attenzione.

Le cure palliative invece comprendono un complesso integrato di prestazioni mediche, riabilitative, sociali e di sostegno spirituale rivolti sia alla persona malata che al suo nucleo familiare in modo da controllare il dolore nel rispetto della dignità e dell’integrità della persona stessa. Si tratta di interventi diagnostici, terapeutici e assistenziali, organizzate sia negli ambulatori ospedalieri che a casa del paziente che nelle cosiddette strutture residenziali hospice. Queste cure hanno il fine di controllare il dolore e gli altri sintomi, in generale, i problemi psicologici, sociali e spirituali dei malati stessi, per assicurare la migliore qualità di vita possibile. Il dolore non è mai un sintomo solo fisico e soprattutto nelle malattie croniche, può assumere i contorni di una vera sofferenza, richiedendo un’attenzione particolare verso la realtà della persona e della sua famiglia. Per questo le cure sono finalizzate non solo al controllo dei sintomi ma soprattutto al recupero della migliore qualità di vita possibile. Le opportunità assistenziali riguardano anche l’assistenza negli hospice per pazienti affetti da patologia allo stato terminale richiedente quindi di supporto e assistenza palliativa.

Per questi motivi la legge 38/2010 è una conquista di civiltà che è importante conoscere e far conoscere proprio per le sue caratteristiche innovative. Con questa legge si traccia una via precisa per umanizzare la cura prevedendo un percorso assistenziale sia per gli adulti che per l’età pediatrica. Per la prima volta la legge tutela e garantisce l’accesso alla terapia contro il dolore, al fine di assicurare alla persona malata e alla sua famiglia: il rispetto della dignità, un’adeguata risposta al bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza alle specifiche esigenze individuali, un sostegno adeguato socio-assistenziale. Infatti la legge semplifica le procedure di accesso ai medicinali impiegati per il trattamento del dolore in quanto i medici di famiglia possono prescrivere i farmaci oppiacei utilizzando il semplice ricettario del servizio sanitario nazionale. Viene anche prescritta dalla legge l’obbligatorietà della misurazione del dolore e la sua rilevazione all’interno della cartella clinica in uso presso tutte le strutture sanitarie. La valutazione del dolore ha lo scopo di determinare l’intensità, la qualità e la durata, di stabilirne la causa per poter scegliere il trattamento più adeguato. Esistono diverse scale di misurazione alcune di carattere qualitativo altre quantitativo.  Inoltre queste cure vengono inserite dalla legge 38/2010 come parte dei cosiddetti LEA, i livelli essenziali di assistenza, ossia i sevizi che il Sistema Sanitario Italiano è tenuto a garantire in modo gratuito, o con il pagamento del ticket se dovuto, e in modo uniforme su tutto il territorio.

Inoltre altre strutture come il Comitato ospedale senza dolore presenti nelle strutture sanitarie italiane hanno lo scopo di promuovere la terapia del dolore, programmando interventi indirizzati al miglioramento del processo assistenziale. Una delle associazioni impegnate nella lotta contro il dolore sin dal 2001 è Cittadinanzattiva che tramite le attività  del suo Tribunale per i diritti del malato ha svolto varie campagne di comunicazione, indagini civiche sull’accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative nelle Asl e a domicilio.

Le statistiche avranno in qualche modo influito a far diventare un diritto l’accesso a questa terapia in quanto ci sarebbero 15 milioni di persone affette da dolore cronico di cui 10 mila legati ad una malattia oncologica. Secondo recenti indagini il dolore incide notevolmente sulla vita quotidiana, il 23% delle persone con dolore dichiara di aver dovuto cambiare la propria posizione sociale, il 14-17% di aver perso il lavoro, il 20% di aver cambiato lavoro, il 28% ha avuto un cambio di responsabilità della propria mansione. Da rilevare sono anche le conseguenze psicologiche in quanto nel 18% dei casi, le persone con dolore dicono di vivere un senso di abbandono e la sensazione di perdere il proprio ruolo all’interno della famiglia mentre il 50% prova un senso di sfiducia e malessere. Ormai che qualche passo avanti si è fatto per la cura del dolore sarebbe importante anche indagare le cause del perché di queste situazioni ed eventualmente anche prevenirli.

 


Bibliografia
http://www.parlamento.it/parlam/leggi/10038l.htm
http://www.salute.gov.it/
In-dolore, Guida pratica alla legge 38/2010 e ai tuoi diritti per non soffrire inutilmente, Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanza Attiva

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Mi sono laureata nel 2007 in Giurisprudenza presso l'Università degli studi di Pavia in Diritto Internazionale. Nel 2009 ho ottenuto dall'Ordine degli Avvocati di Milano il Certificato di Pratica Forense per l'abilitazione alla professione di Avvocato. Ho studiato diritto comparato a Strasburgo e ho potuto approfondire le mie conoscenze giuridiche con corsi di specializzazione in materie quali "Le regole di genere" presso l'Università di Bergamo, "Contracts:From trust to promise" presso l'Università di Harvard e "International Human Rights" presso Louvain University etc. Negli anni successivi alla laurea ho collaborato con diversi studi legali con attività di redazione di atti giudiziari e stragiudiziali nei rami principali del diritto, ricerca giurisprudenziale e dottrinale, traduzioni etc. Dal 2010 svolgo l'attività di libero professionista nell'ambito della consulenza legale. Nel 2017 ho completato presso la University of London il corso telematico in Global Diplomacy-Diplomacy in the Modern World. Ultimamente ho potuto svolgere anche studi in religione presso la Divinity School di Harvard. I miei recenti studi invece riguardano l'atteggiamento umano difronte ai disturbi psichici nel corso completato presso un'associazione che si occupa di volontariato in questo campo.

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