La fatturazione elettronica B2B: nuova opportunità o svolta storica?

La fatturazione elettronica B2B: nuova opportunità o svolta storica?

La realizzazione dell’obiettivo cardine dell’Unione Europea, ossia un mercato interno ” with the free movement of goods, capital, services and people” ha reso necessario l’armonizzazione del sistema d’imposta sul valore aggiunto (IVA) anche al fine di eliminare i fattori che possano falsare le condizioni di concorrenza e di evasione sul piano nazionale che piano europeo.

La normativa di riferimento è la Direttiva 2006/112/CE del Consiglio del 28 novembre 2006, come poi modificata dall’adozione della Direttiva 2010/45/UE del Consiglio del 13 luglio 2010, che ha permesso una sostanziale equiparazione di trattamento tra la fattura cartacea e la fattura elettronica, e dalla Direttiva 2014/55/UE del 16 aprile 2014 relativa alla fatturazione elettronica all’interno negli appalti pubblici.

L’adozione di queste Direttive all’interno del mercato Unico Europeo ha rappresentato un passaggio fondamentale per lo sviluppo dell’Industria 4.0 e la concretizzazione della gestione digitale della produzione di beni e servizi.

Frutto dell’evoluzione tecnologica del XXI secolo, la fattura elettronica ai sensi dell’articolo 21, comma 1, del DPR 633/72 è la sola tipologia di fattura accettata dalle Amministrazioni che, secondo le disposizioni di legge, sono tenute ad avvalersi del  Sistema di Interscambio.

Doverosa è la precisazione secondo cui la fattura in formato PDF non può essere considerata come ” elettronica ” , si cosidererà tale, invece, soltanto il file, in formato XML, con gli stessi contenuti informativi di una fattura cartacea: una realtà ben diversa dal passato ed oggetto di molti più numerosi controlli.

Con il formato elettronico, ogni fattura viene tracciata in modo univoco dal privato fino all’ufficio competente della PA, una ” rivoluzione” con notevoli risvolti in numerosi aspetti.

La fattura elettronica non è solo una grande trasformazione nel modus operandi della P.A., è un cambiamento verso una maggiore trasparenza sopratutto per la  Ragioneria generale dello Stato, la quale godrà di maggiori semplificazioni nel controllo dei singoli uffici; la trasparenza e la tracciabilità sono il il filo conduttore, nonchè la novità, di questa nuova realtà.

Vi è anche chi promuove l’idea per cui la nuova fatturazione aiuti le aziende ad intraprendere un percorso di crescita, avviandole verso la forma digitale, ma l’innegabile alter ego di quest’innovazione sarà rappresentato dagli innumerevoli costi sostenuti per adeguarsi all’ambito elettronico.

Introdotto dalla Finanziaria 2008, il sistema d’Interscambio non possiede alcun ruolo amministrativo e non assolve alcun compito relativo all’archiviazione e conservazione delle fatture, ma riveste esclusivamente un ruolo di “snodo” e di “centralizzazione” delle operazioni tra gli attori interessati al processo di fatturazione elettronica che interagiscono tra loro, con caratteristiche differenti in funzione del ruolo svolto nel processo.

Gestore del Sistema d’Interscambio è l’Agenzia delle Entrate tramite la SOGEI – Società Generale di Informatica S.p.A – al quale è stato dato il compito di coordinamento, vigilanza in ordine al trattamento dei dati e delle informazioni, gestione dei dati e delle informazioni che transitano ed elaborazione di flussi informativi anche ai fini della loro integrazione nei sistemi di monitoraggio della finanza pubblica.
Dopo l’obbligo verso la PA, il legislatore italiano sembra ormai pronto per il passo successivo di più ampio respiro: lo scambio elettronico delle fatture anche nel mondo del privato, richiedendo a livello Europeo una deroga ad hoc alla Direttiva 2006/112/CE.

Ad oggi, la fatturazione elettronica tra privati risulta facoltativa ( ma con notevoli vantaggi per i fruitori ), sebbene il Governo Gentiloni abbia voluto inserire un provvedimento nella Legge di Bilancio 2018 per l’introduzione dell’obbligo della fattura elettronica tra privati (B2B).

A partire dal 1/7/2018 entrerà in vigore l’obbligo di emissione delle note di variazione e della fattura elettronica (rispettivamente art. 26 e 21 D.P.R. 633/1972) per le prestazioni aventi ad oggetto le cessioni di benzina o di gasolio destinati ad essere utilizzati come carburanti per motore e le prestazioni rese da subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese che partecipano ai contratti di appalto di lavori, servizi o forniture stipulati con un’amministrazione pubblica.

L’obiettivo nonchè l’esigenza primaria è rappresentata dalla tracciabilità dei flussi finanziari e dal contrasto alle frodi che possono insinuarsi nelle varie fasi della filiera.

Il “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020” prevede già l’obbligatorietà dell’emissione della fattura elettronica, tranne per i soggetti di minori dimensioni che si avvalgono del cosiddetto regime previsto dall’art. 27 comma 3 del Decreto Legge n. 98/11 o del “regime forfettario” previsto dalla Legge n. 190/14 , per le operazioni effettuate nei confronti di altri privati titolari di partita IVA, a condizione che le cessioni di beni e le prestazioni di servizi siano poste in essere tra soggetti residenti o stabiliti nel territorio dello Stato.

In caso di inosservanza delle disposizioni, trovera applicazione l’articolo 6 D.Lgs n. 417/97 che dispone una sanzione amministrativa tra il 90 ed il 180% dell’imposta relativa all’imponibile non correttamente documentato o registrato nel corso dell’esercizio.

Sebbene vi siano numerosi commenti negativi, tra cui spicca la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa, circa i pesanti rischi dell’assenza di un adeguato periodo di prova e sperimentazione infra operatori privati, la consultazione pubblica avviata dall’Agenzia per l’Italia Digitale del CIUS-IT per la Core Invoice Usage Specification per l’Italia (CIUS-IT) si è conclusa positivamente.

Il progetto denominato eIGOR (eInvoicing Go Regional), avviato su base nazionale e finanziato dalla Commissione Europea, avvierà ed abiliterà il sistema di fatturazione elettronica nazionale allo scambio di fatture conformi allo standard comune europeo.
 Il progetto farà da apripista per la fatturazione elettronica tra privati in ambito nazionale e si allineerà ai formati previsti dalla Norma Europea e dalla Direttiva 2014/55/UE che, in ogni caso, dall’aprile 2019 diventerà obbligatoria addirittura per tutte le Pubbliche Amministrazioni europee.

L’applicazione di questa nuova realtà al mondo degli operatori privati permetterà di raggiungere un grande ed ambito successo nello sviluppo di controlli antielusivi, antifrode ed antiriciclaggio; seppur con numerose problematiche tutt’oggi sottovalutate.

L’impostazione sul valore aggiunto è, ad oggi, l’imposta indiretta che assicura il maggior gettito per l’Erario, ragion per cui un’eventuale “ break down “ del Sistema d’Interscambio rappresenterebbe un grave problema in termini di gettito nel breve periodo.
Sarebbe auspicabile una maggiore e molto più ampia fase di monitoraggio ed analisi sia del rapporto costi-benefici per le imprese, sia delle relative problematiche che l’applicazione di questa nuova tecnologia potrebbe riverberare nel sistema.

Sottovalutando spudoratamente i relativi “costi di aggiornamento “ ai quali le PMI andrebbero ad affrontare con questa nuova tecnologia, la possibilità di creare un sistema in grado di sostenere questa realtà comporta, a priori, una completa mappazione di ogni tipologia di fattura emettibile.

Al fine di cogliere il massimo dei vantaggi dalla digitalizzazione del sistema elettronico, la possibilità di garantire un elevato grado di certezza ai soggetti coinvolti permetterebbe anche di accelerare il flusso di pagamenti.

Tuttavia la fattura elettronica crea un documento digitalizzato che assume un significato solo all’interno del processo di acquisizione di beni e servizi, rimanendo, nella restante parte, un processo non digitalitalizzato ed abulico alla tecnologia che crea ed ingenera inevitabilmente una ridondanza di dati e di inefficienza operativa per gli addetti al mestiere.

La possibilità’ di digitalizzare un intero processo rappresenterebbe un’idea alquanto utopistica, tuttavia la possibilità di inserire ulteriori documenti correlati alla fattura, permetterebbe di creare un sistema di amplissimo respiro, contrario quasi ad ogni tipologia di frode, anche Europea.

Si tratterebbe di individuare e digitalizzare tutti i dati, documenti ed azioni che compongono il processo: in primis l’ordine ed il documento di trasporto. Digitalizzarli significherebbe permettere di creare un tracciato sempre ripercorribile, poiché molte informazioni oggi chieste in fattura sono ricavabili direttamente dall’ordine stesso.


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